La Svizzera abolisce l’imposta sul valore locativo

Il popolo svizzero ha accettato domenica l’abolizione del valore locativo, un sistema unico a livello internazionale che penalizzava le persone proprietarie di case o appartamenti. Netta la spaccatura tra la Svizzera tedesca e la Svizzera francese.
È la fine di un’eccezione elvetica che durava da più di un secolo. Domenica, il popolo svizzero ha deciso di abolire il valore locativo, un’imposta che le persone proprietarie di immobili devono pagare per le abitazioni che occupano.
Il 57,7% dell’elettorato e la maggioranza dei Cantoni hanno accolto la riforma voluta da Governo e Parlamento, che introduce una nuova tassa immobiliare cantonale sulle case secondarie e sopprime quella del valore locativo.
Il risultato della votazione odierna è sorprendete, soprattutto per la sua entità, in un Paese come la Confederazione dove circa il 60% della popolazione vive in affitto. Il cambio di regime favorisce infatti in particolare chi possiede una casa o un appartamento.
Lo scrutinio ha anche evidenziato una netta spaccatura tra i Cantoni della Svizzera tedesca, quasi tutti favorevoli all’abolizione del valore locativo, e quelli della Svizzera francese, dove circa sei elettori ed elettrici su dieci si erano opposti. Il tasso di partecipazione a livello nazionale è stato del 49,5%.
Nella campagna che ha preceduto il voto, molti avevano sostenuto che il nuovo sistema avrebbe penalizzato in particolare le regioni turistiche, dove sono presenti numerose residenze secondarie. In Parlamento, diversi deputati e deputate provenienti da questi Cantoni avevano chiesto, senza successo, di limitare la riforma alle sole residenze primarie.
I risultati odierni non hanno confermato queste previsioni. I Cantoni alpini si sono infatti mostrati divisi: il Vallese ha respinto la riforma con il 60,3% dei voti, mentre Ticino e Grigioni l’hanno sostenuta con rispettivamente il 56,5% e il 67,1%.
“Un successo per chi abita nella propria casa”
L’Associazione svizzera dei proprietari fondiari (HEV) e il comitato “Sì a imposte giuste” esprimono “grande soddisfazione” per il chiaro sì alla riforma dell’imposizione immobiliare. Il risultato rappresenta un segnale forte a favore di una maggiore equità fiscale, della responsabilità individuale e della promozione della proprietà abitativa occupata dai proprietari stessi, affermano in un comunicato.
“Si tratta di un grande successo per tutti coloro che vivono nella propria casa e per chi sogna di realizzare questo obiettivo”, ha reagito il consigliere nazionale e presidente dell’HEV Gregor Rutz. “L’abolizione allevia soprattutto gli anziani che vivono nella loro abitazione, per la quale hanno lavorato e risparmiato per decenni”, ha aggiunto la vicepresidente e consigliera agli Stati Brigitte Häberli-Koller.
Con la decisione odierna si chiude un capitolo durato decenni, ha detto la consigliera federale Karin Keller-Sutter in conferenza stampa, precisando che la riforma non entrerà in vigore prima del 2028.
L’imposta su un reddito in natura, come viene definita dalla legge, è stata oggetto di dibattito per molti anni. I numerosi tentativi di sopprimerla o di attenuarla sono però stati sempre respinti alle urne.
Sogno più vicino per chi vuole avere una casa
L’Unione democratica di centro (UDC), favorevole alla modifica unitamente al Centro e al Partito liberale radicale (PLR), sostiene che la riforma renderà più accessibile l’acquisto di una proprietà immobiliare. Secondo l’UDC, era “quasi impensabile che nel nostro Paese esistesse una tassa su un reddito fittizio”.
Anche Il Centro accoglie con favore l’abolizione di una tassa “ingiusta e difficile da sopportare per molti proprietari, in particolare famiglie e pensionati”. La riforma, afferma in un comunicato, rappresenta il frutto di un compromesso equilibrato, con una soluzione per i Cantoni turistici. Non da ultimo, sottolinea il partito, abolisce un sistema di deduzioni che oggi favorisce fiscalmente l’indebitamento.
Per il PLR, la novità permetterà anche di avvicinare al loro sogno tutti coloro che in futuro aspirano a diventare proprietari di una casa.

“Una sconfitta per la classe media”
Il Partito socialista (PS), che si era opposto alla riforma assieme ai Verdi e all’Associazione svizzera degli inquilini (ASI), deplora il “sì” al cambiamento del sistema di imposizione immobiliare. “Si tratta di una sconfitta significativa per il potere d’acquisto degli inquilini e della classe media, che dovranno sopportare perdite fiscali pari a circa 2 miliardi di franchi tramite aumenti di imposte”, scrive il partito in una nota.
“Con un budget di campagna di circa sette milioni di franchi, il campo avversario è riuscito a nascondere le reali conseguenze del cambiamento e a occultare chi ne pagherà infine il prezzo: la classe media e la popolazione in generale”, ha detto il co-presidente del PS Cédric Wermuth.
Per la sinistra il risultato odierno rende ancor più urgenti misure politiche capaci di alleviare la pressione su chi abita in affitto e sulla classe media, rafforzandone il potere d’acquisto. Il PS chiede a chi rappresenta i proprietari e le proprietarie di sostenere le rivendicazioni degli inquilini in Parlamento.
“Se la politica fiscale favorisce unilateralmente i proprietari, dobbiamo agire con maggiore determinazione contro i redditi abusivi nel settore immobiliare”, ha affermato Adriano Venuti, vicepresidente dell’ASI, citato in una nota.
L’associazione chiede che la lotta contro i redditi eccessivi diventi una priorità politica. La riforma adottata rompe infatti con il principio della parità di trattamento tra chi è in affitto e chi possiede un’abitazione. “I proprietari beneficeranno di ulteriori agevolazioni fiscali, mentre gli inquilini, che già vedono esplodere le loro spese, dovranno subire i programmi di risparmio previsti dalla Confederazione e dai Cantoni”, secondo l’ASI.
Il comitato “No allo stop delle ristrutturazioni” teme da parte sua un calo degli interventi negli edifici, anche per quel che concerne i risanamenti energetici. Per questo, scrive in un comunicato, sarà fondamentale mantenere e rafforzare gli incentivi alla modernizzazione e alla decarbonizzazione del patrimonio edilizio.
Che cosa cambia con l’abolizione del valore locativo?
Il valore locativo, introdotto come tassa di guerra temporanea nel 1915, rappresenta un reddito fittizio, calcolato sulla base dell’importo che si potrebbe ricavare dalla locazione dell’immobile. Tale reddito si aggiunge a quello proveniente dall’attività lucrativa.
Il meccanismo del valore locativo è un unicum a livello internazionale che pesa sulle famiglie le quali, oltre a dover racimolare i soldi per acquistare casa, devono pagare gli interessi sull’ipoteca cui si aggiunge un reddito inesistente.
La riforma votata oggi, oltre all’abolizione del reddito locativo, prevede anche lo stralcio di quasi tutte le deduzioni concesse finora, non solo per gli interessi passivi, ma anche per i costi di manutenzione e, per quanto attiene all’imposta federale diretta, anche delle spese per il miglioramento energetico dell’abitazione.
È tuttavia prevista un’eccezione per le persone che acquistano per la prima volta un immobile in Svizzera da utilizzare come abitazione primaria. Esse beneficeranno di una deduzione di prima acquisizione, di durata e ammontare limitati, per gli interessi su debiti.
Per quanto attiene ai Cantoni periferici, specie quelli a vocazione turistica ostili all’abolizione del valore locativo per le residenze secondarie, è prevista la possibilità, ma non l’obbligo, di introdurre un’imposta immobiliare per compensare parte delle perdite fiscali.
Le ripercussioni fiscali su chi possiede un immobile e sulle casse pubbliche dipenderanno dal livello dei tassi ipotecari. Con un tasso medio dell’1,5% come oggi, il carico fiscale sarà inferiore, mentre aumenterà con l’innalzamento degli interessi.
Le minori entrate per l’erario sono stimate in 1,8 miliardi di franchi, di cui 400 milioni in meno per la Confederazione e 1,4 miliardi per Cantoni e Comuni. Con un tasso ipotecario del 3% la situazione sarebbe però rovesciata.

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