Assicurazione svizzera contro i pericoli naturali: un modello per l’Italia?

Il sistema svizzero di assicurazione contro i pericoli naturali offre copertura anche nelle zone ad alto rischio. Un modello unico che potrebbe ispirare Paesi come l’Italia, dove la maggior parte dei danni causati da alluvioni e frane non è assicurata.
Alluvioni, frane, grandine, incendi boschivi e altri eventi estremi sono sempre più intensi e frequenti in tutto il mondo a causa del cambiamento climatico. Diventano anche più costosi.
Nel primo semestre 2025, i disastri naturali hanno causato danni assicurati per 80 miliardi di dollari. La cifra è quasi il doppio della media dello stesso periodo negli ultimi dieci anni, secondo le stime preliminari della società di riassicurazione Swiss Re.
“Il cambiamento climatico rende sempre più difficile assicurare i rischi legati agli eventi estremi, poiché questi diventano più dannosi, più frequenti e più variabili”, afferma Stefano Ceolotto, ricercatore del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici.
Alcuni assicuratori reagiscono alzando i premi, limitando la copertura o rinunciando a rinnovare le polizze nei luoghi ad alto rischio. Negli Stati Uniti, ad esempio, i premi assicurativi sulla casa sono cresciuti di quasi il 34% tra il 2018 e il 2023Collegamento esterno. Società private in California si rifiutano di proporre nuovi contratti nelle regioni che considerano a rischio di incendi.
Il sistema assicurativo elvetico contro le catastrofi naturali sembra invece in grado di assorbire anche gli eventi più devastanti, come nel caso della frana che a fine maggio ha sepolto il villaggio di BlattenCollegamento esterno, in Vallese. Tutte le località in Svizzera restano assicurabili, anche nelle zone esposte ad un alto rischio di inondazioni, frane o valanghe, affermano gli esperti assicurativi intervistati di recente dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTSCollegamento esterno.
Le compagnie assicurative svolgono inoltre un ruolo proattivo nella prevenzione dei danni, contribuendo a limitare i costi causati dai disastri naturali. È un sistema unico al mondo, che potrebbe ispirare altri Paesi.
Solidarietà tra assicurati: tutti pagano lo stesso premio assicurativo
La particolarità del sistema svizzero è il principio della doppia solidarietà: tutte le persone assicurate e tutte le compagnie assicurative condividono il rischio.
Nella maggior parte dei Cantoni chi è proprietario di una casa è obbligato a stipulare un’assicurazione presso un istituto cantonale. Questi enti pubblici assicurano gli stabili contro incendi e danni causati dalla natura. I premi sono fissati per legge e si basano sul valore dell’immobile. Non crescono se l’edificio si trova in una zona a rischio, ad esempio vicino a corsi d’acqua soggetti a esondazioni.
L’assicurazione obbligatoria copre tutta una serie di eventi naturali, tra cui alluvioni, tempeste e grandine (ma non i terremoti).
La copertura è elevata anche nei Cantoni senza obbligo assicurativo, come il Vallese, dove il mercato è gestito da società private. Anche in questo caso, tutti i proprietari e le proprietarie pagano lo stesso premio, che è fissato dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA). Oggi oltre il 95% del parco immobiliare in Svizzera è coperto contro le catastrofi naturali.
Questa copertura è essenziale. Più della metà degli edifici in Svizzera è esposta al rischio di inondazioni, secondo l’Associazione svizzera d’assicurazioni (ASA). La popolazione elvetica è tra le più vulnerabili in Europa.
Solidarietà tra assicuratori: tutte le compagnie private condividono i costi
Nei cantoni con l’obbligo di assicurazione, i danni sono coperti dagli istituti pubblici. In quelli con copertura privata, invece, i costi sono condivisi tra gli assicuratori. Questo offre un ulteriore livello di solidarietà che rende il sistema svizzero efficace.
Dodici compagnie assicurative che coprono oltre il 90% del mercato dei rischi naturali nelle aree con copertura privata partecipano a un pool istituito dall’ASA (pool DNCollegamento esterno). Questo raggruppamento volontario è nato nel 1936 per ottimizzare la diversificazione e l’esposizione al rischio.
Dopo una catastrofe, gli assicuratori del pool DN coprono collettivamente l’80% dei costi sulla base della loro quota di mercato. Il restante 20% è a carico dell’assicuratore che ha fornito la copertura. Il pool è uno dei motivi per cui le compagnie private continuano a offrire polizze in zone ad alto rischio, anche quando la copertura non è obbligatoria per legge.
“Questo sistema garantisce premi accessibili e la sostenibilità della copertura contro i danni naturali, anche nelle zone dove il rischio è superiore alla media”, spiega Eduard Held, direttore del pool DN.
Tra il 1970 e il 2023, le compagnie assicurative del pool hanno versato circa 7 miliardi di franchi in risarcimenti. L’alluvione del 2005 è stato l’evento più costoso, con indennizzi per oltre un miliardo di franchi. Il resto è stato coperto da istituti pubblici.

Basso divario assicurativo in Svizzera
In molti altri Paesi, ad esempio in Italia, Giappone e Stati Uniti, l’assicurazione contro i pericoli naturali è facoltativa. Spesso è gestita da aziende private e non è inclusa in altri tipi di polizze.
Questo contribuisce a incrementare il cosiddetto divario di protezione assicurativa, cioè la quota di perdite non coperta da una polizza. Un gap elevato riduce la capacità finanziaria di un’area, e dell’economia, di riprendersi dopo un disastro.
Il divario assicurativo per le catastrofi naturali in Svizzera era del 26% nel 2024, secondo i dati più recentiCollegamento esterno di Swiss Re. Questo significa che su 100 franchi di danni, 26 non sono assicurati. È la quota più bassa, assieme a quella del Regno Unito (22%), tra i 13 Paesi considerati. La proporzione in Italia è del 78% ed è superiore alla media a livello mondiale (43%).
Imparare dal modello assicurativo svizzero
Le compagnie assicurative vorrebbero che i clienti paghino premi proporzionali al rischio, ha dichiarato al GuardianCollegamento esterno Eugenia Cacciatori, professoressa associata della Bayes Business School di Londra. “Questo è però problematico, perché chi è esposto a rischi molto elevati tende ad avere difficoltà ad ottenere l’assicurazione di cui ha bisogno”.
Il modello in vigore in Svizzera potrebbe essere un’alternativa, secondo Cacciatori. Gli assicuratori non possono aumentare i premi in base al rischio, il che li spinge a investire nella riduzione dei danni potenziali. “[Le compagnie assicurative in Svizzera] sono fortemente coinvolte nelle discussioni sugli standard edilizi, mentre quelle in altri Paesi hanno appena iniziato a farlo”.
Cacciatori sostiene che replicare l’approccio elvetico in nazioni con sistemi assicurativi consolidati e fortemente competitivi sarebbe complicato. Tuttavia, sottolinea che alcuni aspetti potrebbero essere fonte d’ispirazione, come la condivisione delle competenze tra assicuratori e l’incentivo a promuovere congiuntamente misure di prevenzione e di riduzione del rischio.
“La migliore protezione contro i danni è la prevenzione.”
Dominic Ramel, Mobiliare
“Il sistema svizzero si configura chiaramente come uno dei più efficienti d’Europa”, afferma a Swissinfo Stefano Ceolotto. L’elemento più ammirevole è la collaborazione tra il settore assicurativo e i Governi locali e nazionale, ad esempio nella pianificazione del territorio e nella redazione di mappe di rischio, sottolinea.
“Questo coinvolgimento del settore assicurativo al di là della semplice offerta di copertura assicurativa è ciò che altri Paesi dovrebbero cercare di replicare ed incentivare”, sostiene Ceolotto.
La migliore protezione è la prevenzione
L’alluvione dell’agosto 2005 è stata “un punto di svolta” per il settore assicurativo svizzero, afferma a Swissinfo Dominic Ramel, portavoce della Mobiliare, il più antico assicuratore privato svizzero. “Da allora abbiamo investito molto nella prevenzione”.
Dall’evento del 2005 la collaborazione tra i Cantoni è stata notevolmente rafforzata, “ad esempio attraverso giornate dedicate alla sicurezza ed esercitazioni congiunte”, sottolinea l’ASA. Le mappe dei pericoli sono state aggiornate e nuove tecniche di valutazione del rischio sono state utilizzate per i luoghi più esposti.
In Svizzera, il settore pubblico e quello privato investono complessivamente circa 3 miliardi di franchi all’anno in misure di prevenzione contro i pericoli naturali. Oggi, grazie a questi interventi e alle nuove ricerche, i danni causati dall’alluvione del 2005 sarebbero inferiori di un terzo, secondo l’ASA.
“La migliore protezione contro i danni è la prevenzione”, riassume Dominic Ramel.
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A cura di Gabe Bullard/Vdv

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