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Anche in Svizzera si va verso un divieto delle sigarette elettroniche monouso

sigarette elettroniche
Di tutti i colori e di tutti gli aromi: le sigarette monouso si indirizzano in particolare a dei giovani consumatori. Keystone-SDA

Il Parlamento svizzero ha approvato mercoledì una mozione che chiede il divieto di vendita delle sigarette elettroniche usa e getta. In questo modo, la Svizzera si unisce a un numero crescente di Paesi che hanno già adottato restrizioni contro le cosiddette 'puff bar'. 

Dopo il “sì” del Consiglio nazionale un anno fa, mercoledì anche la Camera alta del Parlamento ha approvato, per 19 voti a 11, una mozioneCollegamento esterno del deputato dei Verdi Christophe Clivaz che chiede al Governo di adeguare la legge federale sui prodotti del tabacco e le sigarette elettroniche vietando la vendita di quelle monouso. 

La Svizzera segue così una tendenza già in atto in diversi Paesi e… in alcuni Cantoni. In Gran Bretagna il divieto è entrato in vigore domenica scorsa. Il Belgio le ha messe al bando da inizio anno, mentre in Francia sono proibite dalla fine del 2023. In Italia, invece, a livello politico per ora non sembra muoversi nulla. Da inizio anno, è proibita la vendita online di liquidi contenenti nicotina, ma di messa al bando delle sigarette monouso non si è ancora parlato, anche se diverse associazioni stanno facendo pressione affinché Roma segua l’esempio di questi altri Paesi europei. 

Anche in Svizzera alcuni Cantoni non hanno atteso che la politica intervenisse a livello nazionale. Il Giura ha emanato un divieto nel settembre del 2024, seguito dal Vallese in novembre. 

Un prodotto diffuso soprattutto tra i giovani

Nella sua mozione, Clivaz sottolinea l’ampia diffusione di queste sigarette tra i più giovani. Secondo uno studio del 2023Collegamento esterno di Unisanté e dell’ufficio per la promozione della salute del Canton Vallese, quasi tre persone su cinque di età compresa tra i 14 e i 25 anni ne avevano già fatto uso e più di uno su dieci le consumava regolarmente.  

Spesso, queste sigarette monouso contengono elevate quantità di nicotina, a volte addirittura ben oltre il limite legale di 20 milligrammi per millilitro. In altre parole, una singola puff può equivalere a un intero pacchetto di sigarette.  

Il servizio del TG 20.00 della RSI del 4 giugno 2025:

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Inoltre, afferma il deputato ecologista, “questi prodotti colorati che somigliano a grandi penne stilografiche contengono aromi zuccherati al sapore di frutta e sono promossi ossessivamente sui social media con il chiaro intento di far breccia tra bambini e adolescenti”. 

Impatto ambientale 

Non da ultimo, a convincere la maggioranza dei e delle parlamentari a votare a favore della mozione vi è stato l’argomento dell’ambiente: spesso e volentieri queste sigarette, prodotte principalmente in Cina e che contengono componenti plastiche, elettroniche e chimiche, finiscono nella pattumiera. 

Ad esempio, in Gran Bretagna l’organizzazione senza scopo di lucro Material Focus, che si occupa di promuovere il riciclo di materiale elettronico, è giunta alla conclusione che ogni settimana vengono gettate 8,2 milioni di sigarette monouso. Solo il 20% è riciclato in maniera corretta.  

Questi dispositivi, che contengono tra le altre cose batterie al litio, hanno un impatto ambientale pesante. La ricerca di Material FocusCollegamento esterno ha rilevato che il numero di incendi causati da batterie nel processo di smaltimento dei rifiuti è cresciuto di oltre il 70% tra il 2022 e il 2023.  

Diversi casi del genere si sono verificati anche in Svizzera, tanto che negli ultimi mesi diversi centri di smaltimento hanno lanciato l’allarme per l’aumento del numero di incendi.

>>> Il bluff delle puff: un reportage della RSI sul (non)riciclaggio delle sigarette monuso:

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Destra divisa

Intervenendo alla trasmissione ModemCollegamento esterno della RSI, la consigliera agli Stati socialista e membro della Commissione della sicurezza sociale e della sanità Flavia Wasserfallen ha sottolineato che le norme attuali, in particolare il divieto di vendita ai minorenni in vigore dall’ottobre 2024, non bastano. “Non sono sufficienti, le puff sono dannose per la salute, soprattutto dei giovani, e rappresentano un problema ambientale serio”, ha sottolineato.  

Se al centro e a sinistra la proposta del divieto è stata in linea di massima sostenuta, a destra – tra l’Unione democratica di centro e il Partito liberale radicale – vi sono state spaccature.  

“Siamo generalmente contro i divieti”, ha osservato il deputato dell’UDC Paolo Pamini, intervistato da Modem. Tuttavia, in questo caso il parlamentare ticinese ha affermato di aver sostenuto la misura perché questo prodotto rappresenta una porta d’entrata verso il consumo di tabacco: “Le puff sono un prodotto che si indirizza tipicamente verso un mercato giovanile, anche per motivi economici. Un adulto compra piuttosto delle sigarette elettroniche ricaricabili. Quindi non vedo contraddizioni nell’introdurre un divieto che colpisce una fascia della popolazione – le persone minorenni – che già sottostanno a diverse interdizioni”.  

Per il consigliere nazionale dell’Unione democratica di centro e vicepresidente di Swiss Tobacco Gregor Rutz, i divieti “non servono a nulla” e l’esperienza del proibizionismo negli Stati Uniti lo ha dimostrato. “La questione delle sigarette elettroniche usa e getta è di tipo ambientale, ma non ha nulla a che vedere con i fumatori e la nicotina in senso stretto. Bisogna fare affidamento sull’intelligenza delle persone e lasciare loro un po’ di libertà. Ho qualche difficoltà con questa tendenza paternalistica a spiegare ogni giorno alla gente cosa è bene per loro e cosa non lo è”. 

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Sistemi di riciclaggio esistono, ma la maggior parte delle ‘puff’ finisce ancora nella spazzatura. Keystone / Laurent Gillieron

Il Governo era contrario 

Pur proponendo di respingere la mozione, il Consiglio federale si è detto dal canto suo preoccupato per la forte diffusione delle puff. “Queste sigarette elettroniche, grazie soprattutto alla varietà di aromi e alla confezione colorata, sono estremamente attraenti per i giovani, ma, cosa più grave, li rendono fortemente dipendenti”, ha dichiarato la ministra dell’interno Elisabeth Baume-Schneider nel suo intervento davanti al Consiglio degli Stati. 

Il Governo avrebbe preferito adottare provvedimenti alternativi, evitando l’introduzione di divieti. “Ad esempio, vietando gli aromi caratterizzanti, rendendo i prodotti meno attraenti oppure, come in Finlandia o nei Paesi Bassi, introducendo una misura fiscale, ha precisato Elisabeth Baume-Schneider. Le sigarette elettroniche usa e getta sono già tassate, è vero, ma si potrebbe intraprendere un’azione politica molto più incisiva”. 

Un’idea che non ha convinto la maggioranza dei consiglieri e delle consigliere agli Stati. Toccherà ora al Governo presentare una proposta di legge. 

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