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Soldi alla Libia anche dalla Svizzera

La Confederazione ha contribuito con un milione di franchi per l’equipaggiamento della guardia costiera libica nel quadro dell’accordo con Tripoli per fermare i migranti sulle coste africane.

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La somma è versata all’Organizzazione internazionale per le migrazioni che poi la gira alla Libia, stando a quanto indica domenica il settimanale svizzero tedesco SonntagsblickCollegamento esterno. I soldi servono per l’acquisto di giubbotti di salvataggio, set di primo soccorso, torce elettriche…

“Questo sostegno ha per obiettivo di professionalizzare il lavoro [della guardia costiera] e di far sì che vengano applicati standard conformi ai diritti dell’uomo”, rileva la portavoce della Segreteria di Stato della migrazione Emmanuelle Jaquet von Sury.

La cooperazione con la guardia costiera libica suscita però numerose critiche. Da più parti, la Libia è descritta come un inferno per i migranti: le detenzioni illegali, le torture e gli abusi sono all’ordine del giorno. Inoltre, secondo Beat Stauffer, giornalista e esperto del Nord Africa citato dal SonntagsBlick, “la guardia costiera libica è totalmente imprevedibile; non è un’autorità statale organizzata e nessuno sa cosa faccia”.

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Un gruppo di migranti fotografato a Roma, fuori dalla clinica mobile di Medu.

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Un altolà in Libia pagato a caro prezzo

Questo contenuto è stato pubblicato al “Considero la Libia come il vero confine a sud dell’Europa”. Con queste parole – in occasione della tradizionale conferenza stampa di ferragosto – il ministro degli Interni Marco Minniti, ha chiarito le posizioni dell’Italia sulla questione dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale. “Si intravede la luce in fondo al tunnel”. Così Minniti ha proseguito rassicurando…

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