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Quale futuro per l’italiano in Svizzera?

La decisione di mercoledì del Tribunale federale, che permette alla popolazione grigionese di esprimersi in votazione sull’insegnamento delle lingue alle elementari, ha rilanciato il dibattito sul plurilinguismo elvetico, sull’importanza dell’inglese e sul futuro della lingua di Dante nella Svizzera non italofona.

 
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Quella di mercoledì è stata una giornata nera per le lingue latine in Svizzera. Nel canton Turgovia il parlamento ha deciso di posticipare l’insegnamento del francese alle scuole medie, mentre la massima istanza giuridica della Confederazione, il Tribunale federale, ha dichiarato ricevibile un’iniziativa che chiede che agli allievi delle elementari del canton Grigioni sia insegnato solo un altro idioma oltre alla propria lingua madre. Il tedesco nelle regioni di lingua italiana e romancia e l’inglese nella parte germanofona del cantone.

La preoccupazione è viva fra i difensori del plurilinguismo, ma se da un lato c’è chi teme per il futuro dell’italiano in Svizzera, dall’altro c’è chi vede un’opportunità per rilanciare la lingua di Dante. Se infatti il popolo grigionese dovesse esprimersi contro l’iniziativa, l’italiano ne uscirebbe rafforzato e legittimato, come d’altronde già successo nel 2005. Allora era stata respinta la rivendicazione che chiedeva fosse l’inglese l’unica lingua straniera insegnata alle elementari.

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