Nella giungla ticinese dei bassi salari
Per sondare il mercato del lavoro in Ticino, scovare chi sfrutta i dipendenti e capire in che modo, il settimanale della Radiotelevisione svizzera RSI per i consumatori Patti chiari ha seguito una sua telespettatrice alla ricerca di un impiego, chiedendole di presentarsi due volte: come residente e come frontaliera. Ecco cosa ha scoperto.
Questo contenuto è stato pubblicato il 27 ottobre 2019 - 18:30Dopo due anni alla disperata ricerca di un impiego (ben 865 candidature per rispondere ad altrettanti annunci apparsi sui giornali, pubblicati su Internet, proposti dalle agenzie), Anna Bernaschina si è rivolta a Patti chiari. Un'occasione per indagare il mondo del lavoro e la faccia nascosta di chi sfrutta i lavoratori, che la redazione non si è lasciata sfuggire.
Anna non è una sprovveduta: ha un diploma di commercio, parla tre lingue, vanta una esperienza pluriennale in banca come segretaria amministrativa, ma per lei non c'è lavoro. Tutt'al più, delle offerte indecenti: salari da fame e condizioni non rispettano i contratti collettiviLink esterno, proposti senza ritegno.
Con Patti chiari, Anna ha realizzato anche un test. Per un mese ha risposto a varie offerte presentandosi sia come svizzera, sia come frontaliera, scoprendo che in Ticino ci sono aziende che propongono lavori pagati in euro. Sapete qual è la paga oraria? Guardate.
Qui, invece, le testimonianze di lavoratori sfruttati: tra sotterfugi e trucchetti sono pagati ancora meno del già basso salario dichiarato.
Sulla pagina di Patti chiariLink esterno del sito della RSI, il dettaglio degli ospiti in studio e le prese di posizione scritte da parte di due aziende citate nell'inchiesta.
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