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Salari minimi cantonali rimessi in discussione dal Parlamento

cameriera ai tavoli
Il problema della divergenza tra salario minimo cantonale e salario minimo previsto nei contratti collettivi di lavoro si pone solo in alcuni settori, ad esempio in quello della ristorazione. Keystone

Le disposizioni dei contratti collettivi di lavoro devono prevalere sulle disposizioni in materia di salario minimo adottate da alcuni Cantoni: è quanto prevede una mozione accolta mercoledì da una Commissione della Camera bassa del Parlamento svizzero.

La decisione non è ancora definitiva, poiché deve ancora essere accettata dal plenum, ma il segnale inviato mercoledì è chiaro: per i salari minimi cantonali i tempi si annunciano burrascosi.

Per undici voti contro dieci, la Commissione dell’economia del Consiglio nazionale ha accettato una mozioneCollegamento esterno del consigliere agli Stati dell’Alleanza del Centro Erich Ettlin che chiede che le disposizioni dei contratti collettivi di lavoro (CCL) nazionali, dichiarati vincolanti dal Governo federale, prevalgano sulle norme previste dal diritto cantonale in materia di salario minimo.

Contrariamente al Governo, che aveva chiesto di respingere la mozione, la maggioranza della Commissione ritiene che i salari minimi cantonali creino incertezza nei negoziati tra le parti sociali. L’attuazione della mozione porrebbe fine all’incertezza giuridica e rafforzerebbe il collaudato partenariato sociale.

Una minoranza sostiene invece che, sotto il profilo istituzionale, è problematico anteporre i CCL, che sono accordi tra parti private, al diritto cantonale. Sarebbe inoltre problematico scavalcare le decisioni espresse dall’elettorato cantonale.

“Sabotaggio”, secondo l’USS

L’Unione Sindacale Svizzera (USS) ha reagito immediatamente. Secondo l’organizzazione sindacale, l’attuazione della mozione Ettlin violerebbe la Costituzione federale. Quest’ultima stabilisce che i Cantoni hanno il potere di emanare leggi sulla politica sociale. Ciò significa che possono decidere che i salari devono coprire il minimo vitale. Il Tribunale federale ha confermato questa competenza.

La mozione comprometterebbe anche il partenariato sociale. Potrebbe portare alla distorsione dei CCL e indebolire ulteriormente il già fragile diritto del lavoro, ha sottolineato l’USS. È fuori discussione che i CCL possano essere utilizzati come strumenti per ridurre i salari legali.

Un problema soprattutto nel settore della ristorazione

Negli ultimi anni, alcuni Cantoni hanno introdotto dei salari minimi. Neuchâtel è stato il primo nel 2017, seguito da Giura, Ginevra, Basilea-Città e Ticino. Gli importi variano da un Cantone all’altro, ma si aggirano attorno ai 20 franchi all’ora (circa 20 euro).

In Ticino, il salario minimo di 19 franchi all’ora è entrato in vigore il primo gennaio 2021. L’importo sarà progressivamente aumentato, fino a raggiungere nel 2025 una somma compresa tra 19,75 e 20,25 franchi.

Il problema di un conflitto tra salario minimo previsto nel CCL e salario minimo cantonale si pone però solo in pochi settori, in particolare in quello della ristorazione, e non in tutti i Cantoni.

Nel ramo della ristorazione, ad esempio, il CCL prevede un salario minimo per alcune categorie di lavoratori e lavoratrici (ad esempio chi non ha effettuato un apprendistato) di poco meno di 20 franchi, inferiore quindi a quello contemplato in alcuni dei cinque Cantoni menzionati. A Ginevra, ad esempio, il salario minimo è di 23 franchi all’ora.

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