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In piazza in Ticino a difesa del salario minimo

Keystone / Georgios Kefalas

Alcune centinaia di persone (circa 400 secondo il Tg della Rsi) hanno partecipato alla manifestazione indetta a Mendrisio dai sindacati Unia e Ocst contro i contratti di lavoro stipulati in alcune aziende dalla nuova organizzazione dei lavoratori TiSin, vicina alla Lega dei Ticinesi, che prevedono salari inferiori al nuovo minimo legale di 19 franchi all'ora che entrerà in vigore nel cantone dal primo di dicembre.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 ottobre 2021 - 15:29
tvsvizzera.it/spal

Alla dimostrazione hanno preso parte, oltre a politici ticinesi e ai lavoratori che hanno preso la parola a più riprese, anche i sindacati italiani CGIL Como e UIL frontalieri.

I manifestanti si sono dati appuntamento sabato mattina sulla piazza del mercato coperto, per poi dirigersi davanti alla sede della Plastifil, una delle tre aziende finite nella polemica.

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Il salario minimo si applicherà infatti a tutti i lavoratori ad eccezione dei settori nei quali è già in vigore un contratto collettivo di lavoro. E di recente tre aziende del Mendrisiotto - sotto il cappello della neonata "Ticino Manufacturing" - avevano stipulato con l'Organizzazione TiSin un CCL con appunto un salario minimo inferiore ai 19 franchi all'ora.

TiSin ha difeso il proprio CCL, mentre i sindacati storici Unia e Ocst negli scorsi giorni avevano lanciato l'allarme, preoccupate dall'interessamento di una ventina di altre aziende e da un effetto domino. Dal canto suo il Cantone ha già fatto sapere che da dicembre per i CCL stipulati in maniera scorretta potranno arrivare delle sanzioni.

“Evidentemente questa era una prima manifestazione ed era di carattere regionale, quindi la soddisfazione per la partecipazione c’è” ha commentato ai microfoni della RSI il segretario regionale dell’OCST Mendrisiotto Giorgio Fonio.

“Credo che oggi da Mendrisio sia partito un messaggio forte e chiaro, ossia che questo modo di fare impresa non troverà terreno fertile sul nostro territorio. I lavoratori e le lavoratrici, ma anche tutte le persone che sono qui oggi o che la pensano come noi, rivendicano un Mendrisiotto senza questo vergognoso modo di approcciarsi al lavoro” ha concluso Fonio.

A fine mese è stata indetta un’ulteriore manifestazione a Bellinzona.

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