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In Sicilia l’Etna continua ad eruttare

L'Etna continua a eruttare. Un'altissima colonna di cenere lavica è emessa dal nuovo cratere di Sud-Est dell'Etna. La nuova fase ha fatto chiudere la notte scorsa l'aeroporto internazionale di Catania.

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Le spazzatrici hanno ripulito la pista dalla cenere lavica, ma la situazione resta critica. È invece aperto lo scalo di Comiso (Ragusa). Il codice Vona Rosso, allerta rosso sugli spazi aerei, è stato emesso dall’ Ingv di Catania che monitora l’attività del vulcano che prosegue con la stessa energia di ieri: dal nuovo cratere di Sud-Est continua l’attività ‘stromboliana’ con boati, esplosioni, fontane di lava, emissione di cenere e di una colata lavica. 

All’origine dell’esplosione

È stato il contatto tra la lava incandescente della colata e la neve presente ad alta quota a provocare l’esplosione di sull’Etna iniziata alcuni giorni fa.

Un fenomeno conosciuto dagli esperti come ‘esplosione freatica’, che ha causato il ferimento di una decina di persone, colpite dal materiale piroclastico lanciato lontano sotto forma di schegge. Tra i feriti anche un ricercatore dell’istituto di geofisica e vulcanologia (Ingv).

La nuova fase eruttiva dell’Etna è cominciata alcuni giorni fa, con delle esplosioni dal nuovo cratere di sud-est. Poi ha subito un incremento ieri mattina, generando una colata lavica sommitale. E infine l’esplosione, a 2700 metri di quota, sul fronte della colata lavica, nel Belvedere che si affaccia sulla Valle del Bove.

Attualmente la lava avanza con una temperatura superiore ai 1000 gradi centigradi in una zona ricoperta di neve. Quest’ultima al contatto con la lava si scioglie, formando delle pozze d’acqua che possono venire ricoperte dal magma in avanzamento. In quel caso, l’acqua sotto la colata lavica tende a vaporizzare, e può causare esplosioni freato-magmatiche.
Nell’esplosione è stato coinvolto un vulcanologo dell’Osservatorio Etneo dell’Ingv, Boris Behncke. “Il collega sta bene – assicura Neri – è solo un po’ scosso”. “Lui al momento dell’esplosione era impegnato in un’osservazione, quindi era molto vicino – continua Neri -, ma per fortuna ha riportato solo una piccola escoriazione. Mentre il gatto delle nevi che era ad una distanza di 150 metri ha il tetto sfondato”.
“Sono fenomeni che mettiamo in conto, che possono accadere – conclude Neri -. L’Etna è un vulcano buono, ma è pur sempre un vulcano attivo, e bisogna tenersi a debita distanza”

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