Quando Milano cede il passo a Roma

La stampa svizzera ha dato ampio risalto all’acquisizione di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena. Tra i temi in evidenza anche il testamento di Giorgio Armani e la nuova legge che regola l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Divertente, infine, la storia di Manuel Locatelli, calciatore della Juventus, che ha vissuto una settimana ad altissima intensità.
Il centro finanziario italiano si sposta da Milano a Roma
Tempi difficili per Milano, come sottolinea la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno (NZZ). Dopo aver visto lo scudetto del calcio sfuggire all’Inter per finire a Napoli, la città è ora scossa da uno scandalo di corruzione nel settore immobiliare che ne mina l’identità. A questo si aggiunge una notizia di grande impatto per la finanza italiana: la relativamente piccola Monte dei Paschi di Siena (MPS) ha acquisito la ben più grande Mediobanca, considerata da sempre un gioiello della finanza milanese.
La NZZ ricorda che fino a pochi anni fa MPS era sull’orlo del fallimento. Nazionalizzata nel 2017, è tornata in utile solo nel 2023 sotto la guida dell’amministratore delegato Luigi Lovaglio. Nonostante la recente cessione di quote, lo Stato italiano detiene ancora l’11% del capitale.
L’offerta di MPS era stata inizialmente accolta con scetticismo, a causa di sinergie ritenute limitate e di una logica industriale poco convincente, visto che le due banche operano in mercati differenti. Ma l’acquisizione è ormai realtà. È stata concessa una proroga fino al 22 settembre per raccogliere ulteriori adesioni, con l’obiettivo di raggiungere il 67% del capitale, soglia necessaria per le delibere straordinarie.
Il quotidiano zurighese sottolinea il forte sostegno del Governo Meloni all’operazione, interpretata da molti come una vittoria del “capitalismo romano” – più interventista – su quello milanese, tradizionalmente più aperto e internazionale. Lo Stato, che ha venduto le sue quote in MPS, ha voluto favorire investitori italiani strategici. come Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin (la holding della famiglia Del Vecchio), oggi principali azionisti dopo lo Stato.
L’obiettivo dichiarato del Governo, secondo la NZZ, è la creazione di un terzo grande polo bancario nazionale, in grado di competere con Unicredit e Intesa Sanpaolo. In quest’ottica, l’esecutivo ha anche ostacolato un’eventuale acquisizione di Banco BPM da parte di Unicredit, proteggendo così il proprio disegno strategico.
Con il sostegno politico, MPS e Mediobanca hanno ora campo libero. Le conseguenze – scrive la NZZ – si faranno sentire anche su Generali, dove Caltagirone e Delfin detengono già partecipazioni significative. Il Governo guarda con sospetto alla possibile joint venture tra Generali e la francese Natixis, temendo che il patrimonio italiano finisca sotto controllo straniero.
In questo scenario, la destra italiana mostra la sua impronta più marcata, imponendo il principio di “sovranità finanziaria”. Citando Affari Italiani, la NZZ conclude: “Il centro finanziario si sposta da Milano a Roma”.
Ogni settimana proponiamo un riassunto dei temi che riguardano l’Italia di cui si è occupata la stampa della Svizzera tedesca e francese. Se vi interessa riceverla comodamente nella vostra casella di posta elettronica, potete abbonarvi alla nostra newsletter gratuita “La selezione della settimana”.

Armani apre le porte ai colossi della moda
La scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta il 4 settembre all’età di 91 anni, ha lasciato un vuoto profondo nel mondo della moda. Ma ha anche tracciato con chiarezza il futuro del suo impero. Come riporta il portale svizzero WatsonCollegamento esterno, citando fonti della stampa italiana, lo stilista ha disposto nel suo testamento che il 15% della sua azienda venga ceduto, entro 12-18 mesi, a un grande gruppo internazionale come LVMH, EssilorLuxottica o L’Oréal.
Una svolta storica per un marchio che ha sempre fatto dell’indipendenza il suo tratto distintivo. L’attuazione del piano è affidata alla Fondazione Armani, nominata erede universale della società. Watson precisa che il testamento prevede anche un percorso a lungo termine: entro tre-cinque anni, il nuovo azionista potrà salire fino al 54,9% del capitale, assumendo così il controllo del gruppo. In alternativa, è prevista la quotazione in Borsa, con la fondazione che manterrebbe una quota di minoranza qualificata del 30,1%.
La governance futura è già definita. La Fondazione sarà guidata da Leo Dell’Orco – compagno e braccio destro di Armani – e dai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana. A Dell’Orco spetterà il 40% dei diritti di voto, mentre i due nipoti ne avranno il 15% ciascuno. La fondazione controllerà il 10% delle azioni e il 30% dei diritti di voto.
Nel testamento, Armani ha voluto lasciare un’eredità che va oltre il valore economico, indicando i principi che dovranno guidare il marchio: etica, integrità morale, sobrietà, eleganza e innovazione.
Oltre all’impero della moda, Watson ricorda che Armani ha lasciato un vasto patrimonio immobiliare. Le sue proprietà – situate in località esclusive come Saint-Tropez, Saint-Moritz, Antigua e Pantelleria – sono state assegnate alla sorella Rosanna e ai nipoti, mentre a Dell’Orco è stato garantito l’usufrutto.
Il gruppo Armani, attivo dalla haute couture agli hotel di lusso, vale diversi miliardi di euro. La notizia dell’apertura a colossi internazionali ha suscitato grande attenzione, anche se l’azienda, per ora, non ha rilasciato commenti ufficiali.
Secondo Watson, con questa mossa Giorgio Armani ha voluto garantire continuità e solidità al suo marchio, pur aprendo a una partnership internazionale che potrebbe ridefinire gli equilibri nel mondo del lusso globale.

L’Italia approva la prima legge nazionale sull’Intelligenza Artificiale
Con una mossa definita storica, il Parlamento italiano ha dato il via Con una mossa definita storica, il Parlamento italiano ha dato il via libera definitivo alla prima legge nazionale sull’intelligenza artificiale. Come riporta la SRFCollegamento esterno, questa iniziativa legislativa posiziona l’Italia come il primo Paese dell’Unione Europea a dotarsi di una normativa organica in materia, anticipando di fatto l’attuazione del più ampio AI Act europeo.
Il testo, composto da 28 articoli, stabilisce un quadro normativo che, secondo le analisi della SRF, mira a bilanciare innovazione e tutela dei diritti fondamentali. Tra i punti più significativi vi è l’introduzione del reato di deepfake. La nuova legge prevede pene severe, fino a cinque anni di reclusione, per chiunque diffonda immagini, video o audio falsificati tramite IA senza il consenso della persona ritratta, con l’intento di ingannare sulla loro autenticità. Questa misura, sottolinea la SRF, è una risposta diretta alla crescente preoccupazione per la diffusione di contenuti manipolati, spesso a sfondo pornografico, che ledono la dignità e la reputazione delle persone.
La legge, nel suo approccio antropocentrico, pone l’essere umano al centro dello sviluppo tecnologico. I principi cardine, evidenziati anche dalla SRF, includono la trasparenza degli algoritmi, la responsabilità diretta degli sviluppatori, la non discriminazione e la protezione dei dati personali.
Per quanto riguarda la governance, il provvedimento assegna un ruolo di vigilanza a due enti chiave: l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). Saranno loro, secondo quanto appreso dalla SRF, a supervisionare l’applicazione della legge e a promuovere un utilizzo sicuro e trasparente delle tecnologie di intelligenza artificiale nel Paese. Una delle critiche che viene fatta alla legge è che non vi è alcun organo di controllo indipendente dal Governo.
Il Governo avrà ora dodici mesi di tempo per emanare i decreti attuativi necessari a definire nel dettaglio l’applicazione della legge nei diversi settori, dalla sanità alla giustizia. Con questa legge, conclude la SRF, l’Italia non solo si adegua al futuro normativo europeo, ma si propone come un modello di riferimento per gli altri Stati membri.

Tre partite, ventiquattro gol, emozioni da infarto
Manuel Locatelli – scrive blue News Collegamento esterno– ha vissuto in otto giorni un concentrato di calcio spettacolare e imprevedibile, tra nazionale e Juventus. Un’esperienza che ha messo a dura prova non solo il suo cuore, ma anche quello dei tifosi bianconeri e degli Azzurri.
Tutto è cominciato con la sfida contro Israele, l’8 settembre, valida per le qualificazioni mondiali. Blue News ricorda che dopo un netto 5-0 all’Estonia, l’Italia aveva bisogno di un’altra vittoria. Ma al 16’ Locatelli segna un clamoroso autogol. Gli Azzurri reagiscono, pareggiano, vanno di nuovo sotto, poi ribaltano fino al 4-2. Sembra fatta, ma un altro autogol (Bastoni) e una doppietta israeliana riportano il punteggio sul 4-4. Solo al 91’ Tonali firma il 5-4 finale. Una partita da cardiopalma.
Poi è la volta del Derby d’Italia. Tornato in Serie A – continua il portale online – Locatelli ritrova Bastoni nel big match contro l’Inter. La Juve parte forte e chiude il primo tempo avanti 2-1. Ma nella ripresa l’Inter ribalta il risultato. A pareggiare è Kephren Thuram, fratello di Marcus, davanti agli occhi del padre Lilian. Il 19enne Adžić, con un gran tiro da fuori, regala il 4-3 finale. Torino esplode.
Infine, la Champions League. Contro il Borussia Dortmund, la Juve vive un’altra notte folle. Dopo un primo tempo senza reti, la ripresa è un’altalena: Dortmund segna, la Juve risponde. Locatelli entra al 69’. Al 74’ i tedeschi tornano avanti, poi segnano ancora su rigore all’86’. Ma la Juve non molla: Vlahović accorcia al 93’, Kelly pareggia al 96’. Finisce 4-4. Un’altra rimonta, un altro spettacolo.
Cuore bianconero sotto stress. In otto giorni, Locatelli – riassume blue News – ha vissuto tre partite con un totale di 24 gol. In tutte, la sua squadra ha segnato nei minuti di recupero. Per un centrocampista cresciuto nel culto dell’equilibrio, è un’esperienza fuori dal comune. Per i tifosi juventini, abituati ai solidi 1-0, è un cambio di paradigma. E – conclude blue News – forse anche un invito a prenotare una visita dal cardiologo.

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