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Milano-Cortina 2026, l’accesso a Livigno un peso per i Grigioni 

Il portale di Zernez del tunnel Munt la Schera.
Il tunnel privato a una sola corsia che collega Zernez in Engadina e Livigno. Keystone / Gian Ehrenzeller

Tra tunnel privati, passi chiusi e molti spettatori e spettatrici in arrivo, il Canton Grigioni si trova al centro di una sfida logistica e politica in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. A preoccupare è l’accesso a Livigno, sede delle gare di snowboard e freestyle.  

Mentre lo Snow Park sul pendio del Mottolino a LivignoCollegamento esterno prende forma in vista delle gare olimpiche (dal 6 al 22 febbraio 2026) di snowboard e freestyle, il Canton Grigioni si prepara a gestire un flusso di pubblico senza precedenti. Dei 12’000 spettatori attesi giornalmente, circa 4’000 transiteranno dalla Svizzera per raggiungere Livigno. E lo faranno attraverso l’unico accesso disponibile in inverno dalla parte grigionese: il tunnel del Munt la Schera. 

Il Governo grigionese ha confermato martedì la strategia: niente apertura straordinaria del passo della Forcola di Livigno, e gestione del traffico affidata a sistemi park and ride e trasporto pubblico. Ma restano aperti interrogativi politici e finanziari, sollevati anche da un’interpellanza della della parlamentare cantonale Anita Mazzetta: chi pagherà per un evento che non si svolge in territorio svizzero? E come evitare che l’Engadina e le altre regioni già sotto pressione vengano ulteriormente sovraccaricate? 

L’unico accesso invernale

Il tunnel del Munt la Schera fu costruito tra il 1962 e il 1965 dalla società Engadiner Kraftwerke AG (EKW) per facilitare il trasporto dei materiali necessari alla costruzione della diga di Punt dal Gall, situata al confine tra Svizzera e Italia. La diga, completata nel 1968, ha dato origine al Lago di Livigno ed è tuttora utilizzata per la produzione di energia idroelettrica.  

L’unico accesso invernale è un tunnel privato, a corsia unica e dalle dimensioni limitate

In seguito, il tunnel fu aperto al traffico pubblico, diventando un collegamento strategico tra l’Engadina e Livigno, soprattutto durante l’inverno, quando la Forcola di Livigno è chiusa. Lungo circa 3,4 km, la sua struttura a corsia unica e le dimensioni limitate (larghezza massima 2,5 m, altezza 3,6 m) riflettono il fatto che non era stato pensato per un uso stradale regolare, ma per esigenze logistiche legate alla costruzione.  

Il traffico oggi è regolato da semafori che alternano la direzione ogni 15 minuti, e il transito è soggetto a pedaggio. Il tunnel è infatti una strada privata, e la sua apertura al pubblico è subordinata a regolamenti specifici gestiti dalla EKW. 

L’alternativa della Forcola di Livigno

L’altro accesso, la Forcola di Livigno, che collega la Valposchiavo al comune lombardo, normalmente rimane chiuso durante la stagione invernale. Nel contesto delle discussioni sull’accessibilità, era emersa anche l’ipotesi di aprire il passo durante l’inverno, per facilitare il transito verso le sedi olimpiche. La proposta è stata avanzata dal sindaco di Livigno che aveva suggerito un “baratto” tra l’apertura del passo e una maggiore condivisione di posti letto tra Livigno e la Valposchiavo. 

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Tuttavia, la proposta non ha trovato consenso sul versante svizzero. Il consorzio turistico Valposchiavo Turismo, guidato da Kaspar Howald, ha respinto l’idea, sottolineando l’importanza di mantenere una strategia coerente basata su un turismo sostenibile. “Non possiamo lamentarci del traffico durante l’estate e poi cedere alla tentazione di aprire la Forcola durante l’inverno per un eventuale guadagno una tantum”, ha dichiarato Howald. 

Anche il Cantone dei Grigioni non ha previsto modifiche alla consueta chiusura invernale del passo. L’apertura straordinaria è rimasta una suggestione non formalizzata, e il tunnel del Munt la Schera resta dunque l’unico accesso praticabile dalla Svizzera verso Livigno durante i Giochi. 

Park and ride e trasporto pubblico

Per evitare ingorghi e garantire una mobilità fluida, il Cantone ha elaborato diverse varianti di gestione del traffico. In primo piano c’è il sistema park and ride con parcheggi a Zernez e in Val Monastero, ovvero a nord e a sud del tunnel, da cui i visitatori saranno trasportati a Livigno tramite bus attraverso la galleria.  

È stata anche valutata l’opzione di un parcheggio a Landquart, con un sistema di trasporto intermodale: i visitatori lascerebbero l’auto in questa località facilmente raggiungibile dalla Svizzera interna, per poi proseguire in treno fino a Zernez grazie alla Ferrovia retica. Da lì, verrebbero trasferiti a Livigno tramite bus navetta attraverso il tunnel del Munt la Schera. Questa soluzione punta a ridurre il traffico privato nelle zone alpine più sensibili, sfruttando le infrastrutture ferroviarie esistenti e alleggerendo la pressione sulla rete stradale engadinese. 

Secondo l’ingegnere cantonale Reto Knuchel, l’accesso al tunnel sarà limitato ai bus e ai mezzi autorizzati, mentre la popolazione locale e i fornitori potranno continuare a transitare. Le infrastrutture esistenti verranno sfruttate al massimo, e se necessario si ricorrerà a campi aperti per allestire posteggi temporanei. 

L’interpellanza di Anita Mazzetta: “Non sono i nostri Giochi, ma paghiamo noi?”

Sul fronte politico, la questione ha sollevato forti perplessità. La granconsigliera dei Verdi Anita Mazzetta, insieme ad altri 29 deputati, ha presentato un’interpellanzaCollegamento esterno al Governo grigionese chiedendo chiarezza sul concetto di traffico e sui costi legati alla gestione dell’afflusso olimpico. Inoltrato il 30 agosto 2025, il testo attende ancora la risposta del Governo retico. 

Si vuole sapere come il Cantone intenda gestire l’afflusso di migliaia di persone verso Livigno e Bormio, e quali misure siano state pianificate. 

Un punto centrale riguarda l’Engadina, già soggetta a forti pressioni viarie durante l’inverno. Mazzetta chiede quali misure specifiche siano previste per alleggerire il carico su questa regione durante il periodo olimpico. 

Un’interpellanza chiede chi coprirà i costi: “si vuole evitare che il Cantone debba farsi carico di spese per un evento che non ha voluto ospitare”

Anita Mazzetta, I Verdi

Un tema molto delicato è la sicurezza del tunnel Munt la Schera., L’interpellanza chiede quali misure siano previste per garantire l’incolumità dei viaggiatori, tenuto conto che la galleria non dispone di un tunnel di sicurezza. 

Un altro nodo cruciale riguarda i costi: quanto costerà l’intero piano di gestione del traffico e della sicurezza? E soprattutto, chi sarà chiamato a finanziare queste misure? Il Cantone dovrà sostenere spese per un evento che non si svolge sul suo territorio? 

 Mazzetta chiede se esistano accordi o impegni formali da parte degli organizzatori italiani – in particolare la FondazioneCollegamento esterno Milano Cortina 2026 – per coprire i costi sostenuti dal Canton Grigioni. Si vuole evitare che il Cantone debba farsi carico di spese per un evento che non ha voluto ospitare. Il popolo grigionese, ricordiamo, ha bocciato per ben quattro volte l’idea di ospitare i Giochi olimpici invernali, l’ultima volta nel 2017 proprio per l’edizione del 2026. 

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Traffico generato da tifosi svizzeri

Oltre all’impatto logistico sulle infrastrutture grigionesi, va considerato che una parte significativa del traffico sarà generata da spettatori svizzeri, attratti dalle competizioni di snowboard e freestyle ski che si svolgeranno a Livigno.  

La SvizzeraCollegamento esterno è tra le nazioni favorite in queste discipline, grazie a una squadra di alto livello (6 medaglie nelle ultime Olimpiadi). Tra i nomi più attesi c’è Andri Ragettli, specialista dello slopestyle e big air, già vincitore di medaglie in Coppa del Mondo e ai Mondiali. Nel halfpipe, Jan Scherrer, bronzo a Pechino 2022, rappresenta un’altra concreta speranza di medaglia. Senza dimenticare naturalmente Mathilde Gremaud, campionessa olimpica in carica di slopstyle. 

La presenza di questi campioni potrebbe attirare migliaia di tifosi elvetici desiderosi di assistere alle gare dal vivo, contribuendo ulteriormente alla pressione sul tunnel del Munt la Schera e sulle strade dell’Engadina. Il coinvolgimento emotivo e sportivo della popolazione svizzera, dunque, rende ancora più urgente una pianificazione efficace del traffico e una chiara definizione delle responsabilità finanziarie. 

Verso una decisione finale

Il Governo dovrebbe presentare entro fine ottobre la variante definitiva del piano di traffico. Con poco più di tre mesi all’inizio dei Giochi, le autorità assicurano che c’è ancora tempo per allestire le infrastrutture necessarie. Ma resta aperto il nodo dei costi e della responsabilità finanziaria. Per avere ragguagli in tal senso si deve attendere la risposta dell’Esecutivo all’interpellanza Mazzetta.  

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