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Lo stop italiano alla cannabis light suscita interrogativi anche in Svizzera

piante di canapa
Keystone-SDA

Il giro di vite dato dal Governo italiano alla coltivazione e alla vendita della canapa a basso tenore di THC riecheggia anche nella Confederazione. I giornali della Svizzera tedesca e francese si interessano anche alle manovre nel settore bancario italiano, al bonus di 6'000 euro offerto dalle autorità varesine e a una nuova offerta ferroviaria extralusso.

Italia, stop alla cannabis light: duro colpo a un settore da 2 miliardi

La Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno si interessa questa settimana al giro di vite dato dal Governo italiano alla coltivazione e alla vendita della cannabis light. Il nuovo decreto sicurezza approvato in giugno la equipara alla canapa con un tenore di THC che provoca effetti stupefacenti. “Il Governo ha piegato l’evidenza scientifica ai propri scopi propagandistici”, scrive il giornale, riportando le parole di Matteo Salvini, che ha dichiarato che “ogni droga significa la morte di una persona” e che “come ministro e padre non voglio accettare uno Stato che spaccia”. Il leader della Lega e vicepremier – sottolinea la NZZ – dimentica o fa finta di dimenticare che la canapa con un tenore di THC inferiore allo 0,2% (il limite stabilito in Italia per la cannabis light) non ha alcun effetto psicotropo.

Il provvedimento getta nell’incertezza un settore in piena espansione: in soli sette anni, la filiera della canapa industriale aveva generato 2 miliardi di euro di fatturato e creato 20’000 posti di lavoro. “Già prima dell’entrata in vigore della legge, la campagna del Governo aveva messo sotto pressione il settore, rileva il quotidiano. Giovani imprenditori hanno abbandonato spaventati le loro attività. Aziende più grandi hanno iniziato a trasferire la produzione nei Paesi vicini. I titolari di negozi – solo a Roma ne erano stati aperti 300 – hanno chiuso per paura”.

Mattia Cusani, presidente dell’associazione dei produttori e fondatore della startup Jurefarm in Calabria, denuncia: “In uno Stato di diritto non si può vietare il basilico con una legge sulle droghe”. Cusani sottolinea che il testo di legge è volutamente ambiguo e che nessuna azienda è stata formalmente chiusa. La lobby del settore sta ora cercando di far valere l’inapplicabilità del divieto a livello giuridico, anche in base al diritto europeo. Nonostante tutto, Cusani resta ottimista: “Il mestiere dell’artigiano della cannabis deve ancora nascere”. Se il Governo lo vorrà, l’Italia ha tutte le carte in mano. “Grazie alle condizioni climatiche e al know-how agricolo, oggi gli italiani dominano l’80% del mercato europeo della cannabis senza effetto stupefacente. Il settore sviluppa ogni anno 1’000 varianti genetiche con nuovi aromi e sapori”.

edifico storico
Keystone-ATS

Le grandi manovre nel settore bancario italiano 

Ancora la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno, che ha sempre un occhio di riguardo su quanto succede nella Penisola, punta i riflettori su ciò che sta avvenendo nel settore bancario italiano. La Monte dei Paschi di Siena (MPS), un tempo simbolo della crisi bancaria nel Paese, è protagonista di un’importante offensiva finanziaria: il 14 luglio partirà infatti un’offerta pubblica di scambio da 13,2 miliardi di euro per acquisire Mediobanca, la prestigiosa banca d’affari milanese.

Un tempo definita il “salotto buono” dell’industria italiana, Mediobanca si trova ora al centro di una battaglia che potrebbe ridisegnare gli equilibri del potere finanziario in Italia. “La più antica banca del mondo è passata da essere un problema a diventare un predatore della finanza milanese”, scrive la NZZ.

Il piano di acquisizione è sostenuto da azionisti influenti come la famiglia Del Vecchio (EssilorLuxottica) e l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, che controllano già circa il 30% del capitale di Mediobanca. Ma soprattutto, MPS gode del pieno appoggio del Governo Meloni, che punta a creare una “terza forza bancaria” nazionale, alternativa ai colossi Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Il Ministero dell’economia italiano detiene ancora l’11,7% di MPS, mai completamente privatizzata dopo il salvataggio statale del 2017. La banca è diventata uno strumento politico per rafforzare l’influenza statale nel settore finanziario, osserva in sostanza il quotidiano svizzero.

Il CEO di MPS, Luigi Lovaglio, ha ottenuto il via libera sia dalle autorità antitrust italiane che dalla Banca Centrale Europea, anche nel caso in cui l’offerta non raggiungesse la maggioranza assoluta. La soglia minima è fissata al 35%. Nel frattempo, il CEO di Mediobanca, Alberto Nagel, è passato a sua volta all’offensiva per cercare di difendere l’indipendenza del suo istituto, offrendo 6,4 miliardi per acquisire Banca Generali, la filiale bancaria dell’omonimo gruppo. Ha però dovuto ritirarla per mancanza di sostegno tra gli azionisti e per l’opposizione del Governo. “Nagel ha perso l’appoggio di molti azionisti italiani, soprattutto quelli legati a concessioni statali”, si legge nell’articolo.

Il vero obiettivo strategico, secondo la NZZ, non è solo Mediobanca, ma il gruppo Generali, il colosso assicurativo triestino con oltre 800 miliardi di euro in gestione. Mediobanca è il principale azionista di Generali, e il controllo della banca milanese è visto come un passaggio obbligato per influenzare la governance del gruppo assicurativo. “Il duello tra MPS e Mediobanca mostra quanto stiano cambiando i rapporti di forza nella finanza italiana”, conclude la NZZ, sottolineando che l’offerta pubblica si chiuderà l’8 settembre, lasciando a Nagel poche settimane per tentare una controffensiva.

vagone letto
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Il leggendario Orient Express rinasce in Italia

“È uno di quei nomi che attraversano i secoli senza invecchiare. Orient-Express”. Il settimanale economico svizzero Bilan Collegamento esternodedica un articolo alla rinascita del leggendario treno, simbolo del viaggio di lusso, rilanciato grazie a una partnership tra LVMH e Accor. Il nuovo treno, battezzato La Dolce Vita einaugurato nel 2025, non collega però più Parigi a Istanbul, bensì attraversa l’Italia lungo otto itinerari esclusivi, da Torino a Palermo, con fermata d’obbligo a Roma, dove è stato aperto anche il primo hotel a marchio Orient-Express.

L’articolo ripercorre naturalmente l’affascinante storia del treno, nato nel 1883 grazie all’ingegnere belga Georges Nagelmackers. Il giornalista Georges Boyer, citato da Bilan, descriveva così il primo viaggio: In 66 ore al posto di 111, avevamo compiuto il tragitto da Costantinopoli a Parigi, e ciò senza la minima fatica, in condizioni di comfort assoluto”. Le carrozze offrivano un lusso senza precedenti: “Riscaldamento centrale, bagni con acqua calda, camerieri tirati a lucido” e per la prima volta “si cenava e si viveva come in un hotel”, scrive Bilan. L’Orient-Express divenne così un simbolo dell’arte di viaggiare, frequentato da aristocratici, politici e scrittori.

Dopo il declino causato dalle guerre e dall’aviazione, il treno fu rilanciato negli anni Ottanta da James Sherwood con il Venezia Sempione – Orient-Express, oggi gestito da Belmond (LVMH). Nel 2021, Accor ha acquisito i diritti esclusivi sul marchio, ma nel 2024 è nata una joint venture con LVMH per rilanciare insieme il mito.

Bilan sottolinea l’ambizione dell’alleanza, ovvero ridare all’Orient-Express il posto che merita sulla scena mondiale del lusso”. L’obiettivo è di non limitarsi all’Italia. Accor sta infatti restaurando 17 carrozze originali per far rivivere il collegamento Parigi-Istanbul entro il 2026.

Il treno è solo un aspetto dell’offerta. Il marchio comprende infatti anche il nuovo albergo La Minerva a Roma e l’anno prossimo il veliero Corinthian, primo yacht da crociera firmato Orient-Express, solcherà i mari con “una silhouette futuristica, vele spettacolari e propulsione ibrida”. Come afferma Tyler Branco, citato da Bilan, “non è più solo la destinazione a contare, ma il viaggio in sé”. L’Orient-Express è pronto a scrivere un nuovo capitolo, tra rotaie, hotel e onde.

persone davanti a una fontana
Varese e i suoi Giardini Estensi. Tipress

La proposta di Varese per lottare contro la carenza di manodopera

La notizia del bonus di 6’000 euro offerto dalle autorità di Varese a chi si trasferisce a vivere (e a lavorare) nella provincia è rimbalzata anche sui media d’Oltralpe. I giornali del gruppo Tamedia Collegamento esternodedicano un approfondimento all’iniziativa, di cui avevamo parlano anche noi in questo articolo, promossa dalla Camera di commercio locale nell’ambito della campagna “Vieni a vivere a Varese”.

Nonostante la presenza di due università e un tasso di occupazione del 94% tra i laureati tecnici, Varese fatica a trattenere le giovani generazioni: “Su dieci giovani che si laureano qui, quattro decidono di trasferirsi altrove”, afferma Mauro Vitiello, presidente della Camera di commercio. E “altrove” significa prima di tutto la Svizzera (in particolare il Ticino), ma anche Milano o la Germania, dove i salari d’ingresso sono più competitivi. La proposta prevede il versamento di 6’000 euro a chi, sotto i 40 anni, decide di trasferirsi nella provincia lombarda per lavorare in un’azienda locale.

Con il bonus, le autorità vogliono creare una nuova dinamica e offrire un’alternativa concreta: “Diciamo a chi sceglie di venire a Varese: c’è un territorio che si prende cura di te, ti offre lavoro, ma anche servizi, un bel contesto ambientale e qualità della vita”, sottolineaVitiello.

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