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La Svizzera rilancia la sua presenza a Palazzo Trevisan a Venezia

Palazzo Treviasan.
Keystone / Gaetan Bally

Doveva essere venduto ma invece un nuovo capitolo si apre per Palazzo Trevisan degli Ulivi. Dal primo gennaio 2026, il piano nobile dell’edificio veneziano diventerà una piattaforma svizzera per la cultura, la ricerca, l’innovazione e la sostenibilità.

L’annuncio ufficiale, atteso, è stato dato venerdì 9 maggio a Venezia dai consiglieri federali Ignazio Cassis ed Elisabeth Baume-Schneider. La presenza di due consiglieri federali ben fa capire l’importanza dell’evento per la Confederazione.

Palazzo Trevisan, sede storica della presenza svizzera a Venezia, si prepara dunque a un’evoluzione significativa sotto la direzione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE): da simbolo culturale si trasformerà in una piattaforma strategica per l’innovazione e la sostenibilità.

In futuro ospiterà non solo come oggi iniziative artistiche, ma anche progetti scientifici, accademici e imprenditoriali. L’annuncio arriva in occasione della firma di un Memorandum of Understanding da parte dei consiglieri federali Ignazio Cassis ed Elisabeth Baume-Schneider.

>> Intervista al consigliere federale Ignazio Cassis:

L’iniziativa, frutto della collaborazione tra DFAE e Dipartimento federale dell’interno (DFI), intende rafforzare il ruolo della Svizzera a Venezia, città che da anni unisce un eccezionale patrimonio artistico a un crescente impegno nel campo della sostenibilità. E proprio sulla sostenibilità punta la Confederazione.

A partire dal 2021, infatti, la nascita della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della SostenibilitàCollegamento esterno – promossa dal Governo italiano con il coinvolgimento di istituzioni, università e imprese – ha trasformato la città lagunare in un laboratorio internazionale per lo sviluppo sostenibile.

“Palazzo Trevisan è promesso a un grande avvenire”, ha dichiarato Ignazio Cassis a Venezia. “Vogliamo consolidarne la funzione culturale e trasformarlo anche in una vetrina delle nostre eccellenze nei settori della ricerca, dell’innovazione e dell’ambiente”.

L’edificio accoglierà attori culturali, scientifici e imprenditoriali, diventando un punto d’incontro tra enti svizzeri e internazionali, pubblici e privati. Una nuova segreteria amministrativa, sotto l’egida del DFAE, assicurerà la coerenza delle attività in linea con gli obiettivi della Strategia di politica estera 2024–2027 e del Messaggio sulla cultura 2025–2028. Pro Helvetia continuerà a gestire il programma culturale e a offrire consulenza strategica, in coordinamento con l’Ambasciata svizzera a Roma e il Consolato generale di Milano.

Altri sviluppi

Tra i primi sostenitori del progetto figura il Cantone Ticino, rappresentato a Venezia dalla consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti, che ha espresso “grande soddisfazione per una soluzione che rafforza l’identità plurilingue e multiculturale della Svizzera anche all’estero”.

Un Palazzo con una storia svizzera

Palazzo Trevisan degli Ulivi, acquisito dalla Confederazione Svizzera nel 1966, è da decenni un simbolo della presenza culturale svizzera a Venezia. Fino al 2000, ha ospitato il Consolato elvetico, per poi essere trasformato in Consolato onorario e centro culturale. Dal 2002 al 2012, la gestione è stata affidata all’Istituto svizzero di Roma, responsabile anche di altre strutture di prestigio come Villa Maraini e il Centro culturale svizzero di Milano. Dal 2012, la gestione è passata a Pro Helvetia, la fondazione che promuove la cultura svizzera all’estero, e che dal 2005 è anche responsabile del padiglione elvetico alla Biennale di Venezia.

Ogni anno, Pro Helvetia organizza eventi culturali di grande rilievo nel palazzo, soprattutto in parallelo alla Biennale, e dal 2022 ha introdotto un programma di residenze per artisti. E questo spesso in collaborazione con il Consolato generale di Milano. Tuttavia, in un contesto di riduzione dei finanziamenti pubblici, la fondazione è costretta a razionalizzare le risorse.

Negli ultimi anni i tagli al budget federale hanno minacciato la sostenibilità delle attività. La riduzione dei fondi previsti per il quadriennio 2025–2028 ha riacceso il dibattito sulla possibilità di vendere l’edificio. Un’ipotesi, ora scongiurata, che ha suscitato preoccupazioni tra esponenti politici e culturali.

Un palazzo storico

Il palazzo, situato sulla Fondamenta delle Zattere nel sestiere di Dorsoduro, è un raffinato esempio di architettura gotica veneziana, attribuito a Bartolomeo Bon. Costruito nel XV secolo dalla nobile famiglia Trevisan, ha sempre rappresentato un crocevia tra potere economico, cultura e apertura internazionale – valori che oggi la Svizzera intende rinnovare e rilanciare in chiave contemporanea.

L’ampliamento delle attività di Palazzo Trevisan risponde non solo a esigenze di valorizzazione culturale, ma anche a una strategia diplomatica più ampia, volta a rafforzare i legami bilaterali con l’Italia in ambiti chiave come la ricerca scientifica, la sostenibilità e la cooperazione economica. “Con questo nuovo assetto – ha sottolineato Cassis – consolidiamo la nostra presenza in un Paese con cui condividiamo profondi legami culturali, economici e sociali”.

La trasformazione di Palazzo Trevisan conferma dunque la volontà della Svizzera di investire in una presenza attiva e visibile in uno dei principali crocevia culturali e scientifici d’Europa, mantenendo vivo lo spirito di apertura che ha sempre contraddistinto questo luogo straordinario.

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