La stampa svizzera mette in dubbio i buoni rapporti tra Meloni e Trump

Guardando ai dazi imposti dagli USA all'Unione Europea, cosa resta dei buoni rapporti tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente statunitense Donald Trump? È questa la domanda che la stampa svizzero-tedesca e francese si pone offrendo inoltre uno sguardo esterno su un'Italia alle prese con sfide economiche e sociali complesse. Dai "prezzi folli" nelle aree di servizio autostradali, allo scandalo che ha colpito il prestigioso marchio Loro Piana, fino al trionfo della nazionale femminile di calcio che a Ginevra, sostenuta da una foltissima presenza di "italiani di Svizzera" sugli spalti, si è guadagnata le semifinali europee.
Meloni sotto pressione per i dazi di Trump: “Dove sono finiti i buoni rapporti?”
Cosa resta dei buoni rapporti di Giorgia Meloni con Donald Trump? È la domanda che si ponte il corrispondente a Roma del quotidiano zurighese Tages AnzeigerCollegamento esterno. La presidente del Consiglio italiana – scrive il quotidiano – si trova in una posizione delicata dopo l’annuncio di Donald Trump d’imporre dazi del 30% all’Unione europea a partire dal 1° agosto. L’opposizione italiana, guidata da Elly Schlein del Partito Democratico, attacca duramente la premier chiedendosi dove siano finiti i presunti ottimi rapporti con il presidente statunitense.
Meloni appare in difficoltà – si legge nell’articolo – e cerca di mantenere un equilibrio diplomatico, evitando dichiarazioni pubbliche troppo nette e preferendo i canali riservati. Dal suo entourage trapela che la premier sia in contatto diretto con Trump, suggerendogli che dazi del 10% sarebbero sostenibili per l’economia italiana, ma che oltre questa soglia diventerebbe problematico per il terzo Paese economico dell’UE.
La strategia di Meloni – spiega il corrispondente del Tages Anzeiger – punta sui negoziati dell’ultimo minuto, mantenendo rapporti cordiali sia con Washington che con Bruxelles. Tuttavia, questa linea moderata crea tensioni all’interno della coalizione di governo. Il vicepremier Matteo Salvini della Lega spinge per una rottura con l’UE e negoziati diretti con Trump, mentre Antonio Tajani di Forza Italia mantiene una posizione europeista e moderata.
Nonostante le critiche e le frizioni interne, i sondaggi mostrano che Meloni mantiene il consenso e – azzarda l’autore dell’articolo – potrebbe essere una delle poche premier italiane a completare l’intera legislatura, consolidando la sua posizione politica anche in questa fase delicata dei rapporti transatlantici.

Aree di servizio autostradali: “Prezzi da ristorante stellato” per un semplice caffè
Sorseggiare un espresso o mangiare un panino in un’area di servizio autostradale italiana sta diventando sempre più costoso. Lo rilevano le associazioni italiane per la tutela dei consumatori citate dal portale d’informazione online WatsonCollegamento esterno.
Le aree di servizio autostradali italiane continuano a praticare prezzi esorbitanti, trasformando una semplice pausa caffè in un salasso per gli automobilisti. Lo denuncia un’indagine dell’associazione Altroconsumo che ha analizzato 16 aree di servizio nei dintorni di Milano, Napoli, Roma e Venezia.
I dati ripresi da Watson sono impietosi: l’acqua costa in media 3,18 euro al litro, cinque volte il prezzo del supermercato, mentre un cornetto arriva a 2 euro, con un aumento del 16% rispetto al 2024. Il caffè espresso, simbolo della cultura italiana, costa 1,46 euro in autostrada contro 1,20 euro nei bar cittadini, con un rincaro del 21%. Ancora più salato il conto per chi desidera un panino con bibita: si arriva a spendere fino a 16 euro.
Particolarmente significativo il caso dei gelati: un semplice gelato su stecco ricoperto di cioccolato costa 3 euro in autostrada contro gli 1,30 al supermercato. La testata “Il Fatto Quotidiano”, citata dal portale d’informazione online, ha commentato sarcasticamente: “Mangiare in autostrada? Prezzi da ristorante stellato!”
L’indagine conferma che, nonostante lievi riduzioni su alcuni prodotti, il divario di prezzo tra autostrade e città rimane inaccettabile. Watson conclude con un consiglio ai viaggiatori attenti al portafoglio: meglio uscire dall’autostrada per le pause, scoprendo magari piccoli locali che offrono specialità locali a prezzi più ragionevoli.

Loro Piana sotto amministrazione giudiziaria: giacche da 3’000 euro prodotte a 80 euro in condizioni disumane
Il prestigioso marchio del lusso Loro Piana, di proprietà del gruppo francese LVMH, è stato posto sotto amministrazione giudiziaria dal Tribunale di Milano per aver facilitato lo sfruttamento del lavoro nella sua catena di fornitura. L’inchiesta – scrive il corrispondente a Roma della Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno (NZZ) – ha rivelato un sistema di subappalti che portava la produzione di giacche di cashmere da migliaia di euro in laboratori cinesi alla periferia milanese, dove le lavoratrici e i lavoratori erano sfruttati in condizioni disumane.
Gli investigatori – spiega il foglio zurighese – hanno scoperto tre aziende cinesi dove 21 dipendenti, prevalentemente in situazione irregolare, lavoravano per salari da fame anche di notte e nei giorni festivi, senza dispositivi di sicurezza alle macchine e dormendo in locali privi di certificati di abitabilità. Il caso è emerso dalla denuncia di un impiegato cinese picchiato dal datore di lavoro per aver richiesto il pagamento di salari arretrati.
Il paradosso economico è impressionante, scrive il quotidiano economico NZZ: le giacche di cashmere vendute nei negozi Loro Piana di Via Montenapoleone e Galleria Vittorio Emanuele a Milano a prezzi tra 1’000 e 3’000 euro venivano prodotte per soli 80 euro nei laboratori clandestini. Il tribunale non accusa direttamente Loro Piana di sfruttamento, ma di aver “colpevolmente facilitato” le violazioni attraverso “una generale mancanza di modelli organizzativi e un sistema di controllo interno difettoso”.
Come ricorda il giornalista, questo non è un caso isolato nell’industria del lusso italiana: negli ultimi anni, pratiche simili sono state scoperte anche nelle catene di fornitura di Armani, Dior e Valentino. I pubblici ministeri milanesi parlano ormai di “una pratica illegale radicata” che rappresenta “parte di una più ampia politica aziendale mirata esclusivamente all’aumento del profitto”, mettendo in discussione – conclude la NZZ – l’intera mitologia del lusso made in Italy.

Europei di calcio femminili: l’Italia vola in semifinale dopo 28 anni grazie a Girelli con il sostegno degli italiani in Svizzera
Il BlickCollegamento esterno ha dedicato molto spazio alla Squadra Azzurra femminile che ha conquistato la qualificazione alle semifinali dell’Europeo battendo la Norvegia 2-1 allo Stade de Genève, davanti a un pubblico di 26’671 persone in delirio. Protagonista assoluta della serata, Cristiana Girelli, che a 35 anni ha realizzato una doppietta decisiva, portando a tre i suoi gol nel torneo.
“Sono i due gol più importanti della mia carriera, senza alcun dubbio”, ha dichiarato l’attaccante della Juventus, che ha approfittato di due assist di Sofia Cantore per regalare all’Italia la prima semifinale dopo 28 anni. Girelli – ricorda il Blick – aveva una media di un gol ogni due partite in nazionale. Ora ha accelerato nel momento decisivo del torneo.
Ma il quotidiano più diffuso in Svizzera e particolarmente attento allo sport, sottolinea che il sostegno degli “italiani di Svizzera” è stato determinante: migliaia di tifose e tifosi si sono mobilitati creando un’atmosfera magica che ha toccato profondamente le giocatrici. “C’erano così tanti italiani nello stadio, abbiamo sentito molto bene il loro supporto”, ha testimoniato Girelli, visibilmente emozionata.
L’allenatore Andrea Soncin, conclude il quotidiano, ha espresso tutto il suo orgoglio: “Il mio cuore è pieno di soddisfazione. Guidando questa squadra sono in paradiso. Ho trovato con queste ragazze una purezza nel calcio che non voglio più lasciare”.
La semifinale si giocherà martedì 22 luglio, sempre allo Stade de Genève, contro l’Inghilterra in uno stadio che ormai sembra casa per le Azzurre.

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