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La Corte dei Conti italiana boccia il ponte sullo Stretto di Messina

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
Keystone-ATS

Questa settimana i quotidiani elvetici hanno dato particolare risalto a diverse vicende italiane, offrendo uno sguardo esterno su temi politici, sociali e culturali. Dalla strategia della premier Giorgia Meloni per conquistare l'elettorato cattolico allo stop imposto dalla Corte dei Conti al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. La stampa svizzera si è occupata anche del coraggioso impegno anti-camorra di Don Maurizio Patriciello a Caivano, nella periferia di Napoli, e della polemica contro l'attrice Kasia Smutniak. 

La Corte dei conti italiana boccia il Ponte sullo stretto di Messina

La stampa svizzera ha dato ampio risalto alla bocciatura del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina da parte della Corte dei Conti italiana. Numerosi quotidiani, tra cui il Blick, La Liberté e il Tages Anzeiger, hanno riportato la notizia, evidenziando la dura reazione del Governo Meloni e le controversie che circondano l’opera. 

Il BlickCollegamento esterno titola “Il progetto faraonico non passa la rampa”, sottolineando come la Corte dei Conti abbia respinto un’opera da 13,5 miliardi di euro (coperture finanziarie incerte, stime di traffico poco affidabili, non conformità alle normative ambientali e antisismiche e superamento del 50% dei costi iniziali) e riportando la condanna del Governo, che definisce la decisione “un’ingerenza giudiziaria nelle scelte politiche”. Anche La LibertéCollegamento esterno riporta la notizia in termini simili, evidenziando come la premier Giorgia Meloni, che considera il ponte un simbolo della “forza di volontà dell’Italia”, abbia immediatamente condannato la decisione. Entrambi i giornali citano l’opposizione, in particolare Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi e Sinistra, che ha salutato la decisione come una “vittoria della giustizia e del diritto”. 

Il quotidiano di Zurigo, Tages AnzeigerCollegamento esterno, inquadra la notizia in una prospettiva più ampia, definendolo un “progetto di prestigio” e ricordando la lunga e travagliata storia dell’opera architettonica, discussa da decenni e già abbandonata nel 2012 a causa degli alti costi. Il giornale menziona anche le controversie che la circondano, in particolare le preoccupazioni degli ambientalisti per le conseguenze ecologiche di quello che definiscono un “megaprogetto”. 

Tutti i resoconti evidenziano la reazione combattiva dei vertici del Governo. Il Ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, viene citato per aver definito la decisione “un grave danno per il Paese” e una “scelta politica”, mentre la premier Meloni ha parlato di “ennesima ingerenza della giurisdizione nelle decisioni del Governo e del Parlamento”. Nonostante la bocciatura, i media elvetici sottolineano come il progetto non sia definitivamente archiviato, poiché il Governo italiano sembra determinato a procedere, esplorando ogni via possibile per superare le obiezioni dei magistrati contabili. 

Ogni settimana proponiamo un riassunto dei temi che riguardano l’Italia di cui si è occupata la stampa della Svizzera tedesca e francese. Se vi interessa riceverla comodamente nella vostra casella di posta elettronica, potete abbonarvi alla nostra newsletter gratuita “La selezione della settimana”.

Papa Leone e Giorgia Meloni.
Papa Leone XIV e Giorgia Meloni durante un incontro del luglio 2025. EPA VATICAN MEDIA

Giorgia Meloni insegue l’elettorato cattolico 

Secondo l’analisi di Luzi Bernet, inviato a Roma per la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno (NZZ), la premier italiana Giorgia Meloni starebbe mostrando un inaspettato interesse per il cattolicesimo. L’articolo della NZZ sottolinea come Meloni stia tentando di aprire il suo partito, Fratelli d’Italia, di radici post-fasciste, a un elettorato cattolico conservatore. Una mossa che, secondo il quotidiano svizzero, non è affatto disperata, nonostante la crescente secolarizzazione della società italiana. 

Il quotidiano zurighese evidenzia come la premier abbia recentemente cercato di conquistarele persone di fede cattolica con gesti e discorsi significativi. Un esempio citato è il suo intervento del 4 ottobre in occasione della festività di San Francesco d’Assisi, reintrodotta con il forte sostegno del suo Governo. In quell’occasione, Meloni ha definito San Francesco come l’incarnazione del “genio italiano”, trasformando la celebrazione in “una decisione identitaria, un atto d’amore per l’Italia”. Un altro evento significativo, riportato dalla NZZ, è stata la sua partecipazione al meeting di “Comunione e Liberazione” a Rimini, dove si è presentata come una “democristiana 2.0”, conservatrice e atlantista, più vicina a Merkel che a Orban. 

L’articolo della NZZ riporta anche il commento di Massimo Faggioli, professore di ecclesiologia, che interpreta la mossa di Meloni come parte di una “trasformazione ideologica” del suo partito in una nuova forma di partito “cattolico o filocattolico”. Tuttavia, Faggioli, citato dal foglio zurighese, specifica che si tratterebbe di un “cattolicesimo politico” con una forte connotazione “nazional-religiosa”, diverso da quello della Democrazia Cristiana. Per Meloni, il cattolicesimo rappresenterebbe un elemento unificante dell’identità nazionale. La sua biografia, come ricorda la NZZ, rivela un legame con la fede fin dalla giovinezza, con una particolare ammirazione per Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, del quale elogia il discorso di Ratisbona. 

La NZZ, attraverso le parole del suo inviato, si interroga sulla precisa collocazione politica di Meloni all’interno del mondo cattolico. L’articolo evidenzia come la premier cerchi di mantenere un equilibrio, coltivando la base di estrema destra e, allo stesso tempo, aprendosi al centro-destra, dove si presume si trovino i cattolici “dispersi”. In conclusione, la Neue Zürcher Zeitung suggerisce che, in un’Italia politicamente polarizzata, puntare sull’elettorato cattolico potrebbe essere una strategia per conquistare il centro politico, un’area che al momento appare frammentata e priva di una leadership forte. 

Don Maurizio con dei carabinieri.
Don Aniello Patriciello, il parroco anticamorra noto per il suo impegno nella lotta contro le organizzazioni criminali. binews.it

La storia di don Maurizio che combatte la Camorra alla periferia di Napoli

Sempre la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno (NZZ) dedica un ampio e dettagliato reportage alla figura di Don Maurizio Patriciello e alla sua coraggiosa lotta contro la Camorra a Caivano, nella periferia settentrionale di Napoli. Il quotidiano elvetico apre il suo racconto con l’ultimo, eclatante episodio di intimidazione subito dal sacerdote: un proiettile da 9 millimetri consegnatogli durante la distribuzione della comunione. Un gesto che, come sottolinea la NZZ, rappresenta un chiaro e inequivocabile avvertimento da parte della criminalità organizzata, infastidita dall’impegno del prete a fianco dello Stato. 

L’articolo descrive con efficacia il contesto desolante di Parco Verde a Caivano, definito un “deserto moderno” e una “città fantasma”, un quartiere sorto in fretta e senza un’anima dopo il terremoto del 1980. In questa “periferia senza speranza”, la Camorra ha trovato terreno fertile, trasformando l’area in una delle più grandi piazze di spaccio d’Italia. Don Patriciello, già noto a livello nazionale per la sua battaglia contro lo smaltimento illegale di rifiuti tossici nella cosiddetta “terra dei fuochi” – una lotta che gli è valsa una citazione nel bestseller “Gomorra” di Roberto Saviano – è diventato un simbolo di legalità e resistenza. 

Il punto di svolta, racconta la NZZ, è avvenuto nell’agosto 2023, dopo il brutale stupro di due ragazzine. Questo evento ha spinto Don Maurizio a inviare un messaggio diretto alla premier Giorgia Meloni: “Giorgia, vieni a vedere cosa succede qui”. La visita del Governo ha portato al “Decreto Caivano”, un pacchetto di misure volte a ripristinare la presenza dello Stato. La NZZ evidenzia i primi risultati tangibili, come la costruzione di un moderno centro sportivo sulle ceneri di una struttura abbandonata. 

Tuttavia, il quotidiano zurighese non manca di sottolineare le complessità e le incertezze del futuro. L’arresto dei vecchi boss ha creato un vuoto di potere, e le recenti intimidazioni potrebbero essere il segnale che nuovi clan stanno cercando di affermarsi. La NZZ riporta anche le voci critiche, come quella di Roberto Saviano, che definisce il “modello Caivano” pura retorica. Don Maurizio, però, replica dalle pagine del quotidiano zurighese, affermando che “Parco Verde era come un moribondo. Ora è di nuovo in piedi e inizia a camminare lentamente con le stampelle”. 

Kasia Smutniak a Locarno.
L’attrice polacca Kasia Smutniak in Piazza Grande a Locarno nel 2021. Keystone / Urs Flueeler

La Madonna di Smutniak e la polemica dei media polacchi

Il sito di informazione svizzero WatsonCollegamento esterno riporta una forte polemica sollevata dai circoli cattolici conservatori in Polonia contro l’attrice Kasia Smutniak, polacca di origine ma cresciuta artisticamente in Italia. La critica, come spiega Watson, nasce dalla scelta del regista Mel Gibson di affidare a Smutniak il ruolo della Vergine Maria nel suo nuovo film La Resurrezione, sequel de La Passione di Cristo (2004)

La controversia, innescata da un articolo sul sito PolskiiRadi.pl, si concentra sulle posizioni dell’attrice. Watson sottolinea che Kasia Smutniak si è espressa pubblicamente a favore del diritto all’aborto. Questa presa di posizione è considerata dai media conservatori polacchi incompatibile con l’interpretazione di una figura sacra come la madre di Gesù. 

Secondo quanto riportato da Watson, la polemica ha raggiunto anche la sfera politica: il partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia (PiS) avrebbe inviato una lettera di protesta alla produzione del film. L’articolo ricorda inoltre la legislazione molto restrittiva sull’aborto in Polonia, permessa solo in casi di grave pericolo per la vita della donna o a seguito di una violenza. La scelta di Gibson di un’attrice nota in Italia ma con radici polacche ha quindi innescato un acceso dibattito nel suo paese d’origine, mettendo in luce lo scontro tra valori tradizionali e posizioni più progressiste. 

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