Il settore farmaceutico italiano rischia grosso coi dazi USA

La stampa svizzera analizza questa settimana gli effetti del nuovo accordo doganale tra USA e UE nei vari Paesi europei. In Italia a essere messo sotto pressione potrebbe essere uno dei settori trainanti dell’economia. Sui giornali elvetici si parla anche dei 1'000 giorni di Governo di Giorgia Meloni, di Sergio Mattarella e della febbre del Nilo occidentale.
Dazi USA, “la locomotiva della crescita italiana potrebbe incepparsi”
L’accordo sui dazi doganali tra Stati Uniti e Unione Europea è questa settimana su tutte le prime pagine dei giornali svizzeri. Mentre nella Confederazione si attende con impazienza di conoscere la posizione di Washington sulle tariffe che saranno applicate ai prodotti elvetici (una decisione dovrebbe giungere entro venerdì primo agosto), la stampa rossocrociata analizza, tra le altre cose, l’effetto che le nuove tariffe doganali avranno sulle principali economie europee. L’Italia – rilevano diversi giornali – dovrebbe essere meno toccata rispetto alla Germania. Tuttavia, l’impatto varia molto da un settore all’altro e in Italia, così come in Francia, l’agroalimentare, i prodotti vitivinicoli e il comparto del lusso rischiano di farne le spese. “Gli statunitensi sono abituati a consumare prodotti Made in France e Made in Italy, ma potrebbero apprezzarli molto meno se i prezzi aumentassero per effetto dei dazi doganali”, osserva arcinfo.chCollegamento esterno.
Vi è però un altro settore dell’economia italiana che rischia di essere fortemente messo sotto pressione, ovvero quello farmaceutico. “La locomotiva della crescita italiana potrebbe incepparsi”, titola la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno, sottolineando come questo comparto sia tra i più forti in Europa. “Un dazio del 15% causerebbe danni per 2-2,5 miliardi di euro”, avverte Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, citato dalla NZZ.
Il settore pesa 56 miliardi di euro e impiega 300’000 persone, ma è fortemente dipendente dall’export. Alcune aziende, come Diasorin, sono meno esposte grazie a stabilimenti negli USA. “Diasorin non prevede impatti significativi e stima una crescita del 7% nel 2025”, scrive il giornale.
Non sono però solo i dazi a far planare minacce sulla farmaceutica italiana. Pesano anche il calo del dollaro, l’aumento dei costi e la carenza di personale. Marcello Cattani critica anche l’UE: “Dobbiamo eliminare le barriere commerciali indirette che costano 3 miliardi alle imprese americane”. Nonostante le sfide, il settore resta uno dei pochi in crescita in Italia. “Il numero crescente di brevetti dimostra che il successo è dovuto soprattutto all’innovazione”, conclude il presidente di Farmindustria.
Ogni settimana proponiamo un riassunto dei temi che riguardano l’Italia di cui si è occupata la stampa della Svizzera tedesca e francese. Se vi interessa riceverla comodamente nella vostra casella di posta elettronica, potete abbonarvi alla nostra newsletter gratuita “La selezione della settimana”.

Giorgia Meloni, 1’000 giorni da presidente del Consiglio
La prima ministra italiana Giorgia Meloni “rassicura l’UE pur sfidando i contropoteri, coltiva la moderazione a livello internazionale e la fermezza nel proprio Paese”. Mille giorni dopo il suo arrivo al potere, il giornale Le TempsCollegamento esterno traccia un ritratto “del regno ambiguo della leader di un Governo dai tratti autoritari”. E lo fa partendo dalla vicenda di Caivano, la città in periferia di Napoli dove a fine agosto 2023 furono violentate due bambine. Meloni si recò subito sul posto, ricorda Le Temps, dichiarando: “Siamo qui per riaffermare la presenza seria, legittima e costante dello Stato italiano”. Da allora, Caivano è diventato un simbolo della sua politica in materia di sicurezza e del suo modo di governare, attraverso in particolare la decretazione d’urgenza.
Se in patria Giorgia Meloni si dimostra autoritaria, all’estero – prima di tutto in Europa – cerca di rassicurare. “Si presenta come sovranista, ma pro-europea”, scrive il giornale. Secondo la politologa Nadia Urbinati, “la sua visione dello Stato non è quella di una democrazia costituzionale, ma di un potere esecutivo verticalizzato”. Malgrado il “linguaggio divisivo utilizzato sulla scena interna”, la sua popolarità resta alta anche grazie alla debolezza dell’opposizione e alla solidità della coalizione con Forza Italia e Lega. “Il suo governo, uno dei cinque esecutivi i più duraturi nella storia contemporanea della Penisola, prospera in una tensione permanente tra immagine e realtà, comunicazione e autorità”, sottolinea Le Temps.
La Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTSCollegamento esterno propone dal canto suo un’analisi del politologo francese Marc Lazar, secondo il quale la stabilità dell’attuale Governo è “incontestabilmente” merito di Giorgia Meloni e non è da imputare a un cambiamento del sistema politico italiano. Cosa seduce in lei? “Gioca molto sull’italianità, sull’idea che l’Italia è tornata. E ha tutta una retorica per cercare di convincere la popolazione italiana e affermare la sua credibilità internazionale”, osserva Lazar. All’orizzonte si stagliano però anche alcune nuvole: “Debito massiccio, mancanza di competitività, calo demografico, disuguaglianze persistenti tra nord e sud, ritardo nella ricerca e nello sviluppo e un sistema universitario poco efficiente, a parte alcuni poli di eccellenza”.

Mosca accusa Mattarella di essere un “predicatore d’odio”: l’Italia insorge
L’Italia è in subbuglio dopo che il Ministero degli Esteri russo ha inserito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lista di politici occidentali accusati di usare un “linguaggio dell’odio” contro Mosca. La notizia, pubblicata in modo discreto sul sito del ministero russo, ha suscitato un’ondata di indignazione bipartisan nel Paese, rileva la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno.
“Proprio lui, Sergio Mattarella, il politico più amato d’Italia, considerato da molti un esempio di integrità e saggezza”, scrive la NZZ.
Il motivo dell’accusa risale a un discorso tenuto da Mattarella a febbraio all’Università di Marsiglia, in occasione del conferimento di una laurea honoris causa. In quell’intervento, il presidente aveva criticato il ritorno delle “sfere d’influenza” nella geopolitica mondiale, paragonando l’aggressione russa all’Ucraina ai progetti espansionistici del Terzo Reich: “Negli anni Trenta anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”, scrive la NZZ citando le parole del capo dello Stato.
La reazione russa non è nuova: già dopo il discorso, Mosca aveva protestato. Ma l’inserimento ufficiale nella lista ha provocato una risposta istituzionale compatta. Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha convocato l’ambasciatore russo, definendo l’iniziativa “una provocazione contro la Repubblica e il popolo italiano”, mentre la premier Giorgia Meloni ha parlato di “un’altra azione propagandistica per distogliere l’attenzione dalle gravi responsabilità di Mosca”.
Anche in ambienti tradizionalmente più indulgenti verso la Russia, come quelli che avevano recentemente tentato di invitare il direttore d’orchestra e amico di Putin, Valery Gergiev, per un concerto a Caserta, la difesa di Mattarella è stata unanime. “Quando si tratta del presidente, l’Italia si compatta”, osserva la NZZ.
Mattarella, noto per il suo stile sobrio e il ruolo di garante della Costituzione, non ha ritenuto necessario replicare. “Il Colle è il punto di equilibrio della politica italiana”, scrive la NZZ, ricordando come il presidente abbia più volte costretto il governo Meloni a rivedere leggi ritenute incompatibili con la Costituzione o il diritto europeo.

Virus del Nilo occidentale: cresce la preoccupazione in Italia
Dopo i decessi (nove secondo l’ultimo bilancio di Rai NewsCollegamento esterno) registrati negli ultimi giorni a causa della febbre del Nilo occidentale, la diffusione del virus sta destando una certa preoccupazione in Italia e l’eco risuona anche in Svizzera. Il portale watson.chCollegamento esterno rileva che l’area più colpita è la provincia di Latina, attraversata da numerosi canali agricoli che, uniti all’aumento delle temperature, creano un ambiente ideale per la proliferazione delle zanzare.
Il virus può essere trasmesso anche in spiaggia, dove le persone sono più esposte e i gabbiani fungono da ospiti intermedi, spiega l’articolo. A differenza della dengue, trasmessa dalla zanzara tigre, il virus del Nilo occidentale si diffonde tramite la comune Culex pipiens, presente in tutta Europa.
La maggior parte delle persone infettate (circa l’80%) non manifesta sintomi. Il restante 20% può sviluppare sintomi simili all’influenza – febbre, brividi, dolori muscolari – che in genere scompaiono in 5-7 giorni. Tuttavia, “le persone anziane e immunodepresse sviluppano talvolta encefalite e meningite”, scrive watson.ch, con conseguenze potenzialmente gravi o letali.
Non esistono vaccini né cure specifiche. L’Istituto Spallanzani di Roma, specializzato in malattie infettive, raccomanda l’uso di abiti lunghi e repellenti per insetti. La regione Lazio ha alzato il livello di allerta e avviato campagne di disinfestazione nei comuni più colpiti.
Oltre al Lazio e alla Campania, casi sono stati segnalati anche in Piemonte, Veneto e Lombardia. Le vittime erano tutte persone sopra gli 80 anni con patologie pregresse. La diffusione del virus è osservata con attenzione anche in Ticino. L’agente patogeno è stato ritrovato in zanzare catturate nel Cantone, ma finora non sono stati registrati casi. Intervistato dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana RSICollegamento esterno, Enos Bernasconi, viceprimario del reparto di medicina interna all’Ospedale Civico e infettivologo di Lugano, afferma che “la possibilità di infezioni in Ticino esiste”.

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