La televisione svizzera per l’Italia

Il modello Albania di Giorgia Meloni, costi esorbitanti ma politicamente vincente

struttura recintata vista dall'alto
Il centro nel porto di Shengjin. Keystone-SDA

La Neue Zürcher Zeitung ritorna questa settimana sui centri per le persone migranti in Albania voluti dal Governo Meloni. La stampa svizzera si interessa anche a una corsa mitica, a uno dei cuochi più noti d’Italia e, in tempo ormai di vacanza, propone diversi reportage su mete turistiche italiane.

Il modello Albania fa scuola in Europa

Il progetto di Giorgia Meloni di creare centri per il rimpatrio dei e delle migranti in Albania si sta rivelando estremamente costoso e finora inefficace. Eppure, politicamente, rappresenta un successo per la premier italiana, sottolinea questa settimana la Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno. Come rivela un’inchiesta della piattaforma investigativa olandese Follow the Money, il centro di Gjader è costato 74,2 milioni di euro, pari a 72’461 euro per posto letto, oltre undici volte il costo di un centro simile a Modica, in Sicilia.

Nonostante la spesa esorbitante, l’iniziativa non ha danneggiato Meloni. Al contrario, la sua linea dura sull’immigrazione “è ormai entrata nel mainstream europeo” e il progetto è guardato con interesse dalle altre capitali, “poiché finora nessuno Stato dell’UE è riuscito ad aprire centri di asilo in un Paese terzo”. Al recente vertice UE, il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz ha partecipato per la prima volta a un incontro informale convocato da Meloni sul tema, segno che le sue posizioni sono sempre più condivise.

Il cosiddetto “modello Albania” prevedeva inizialmente che le persone migranti sbarcate in Italia venissero trasferite nei centri di Gjader e Shengjin per un esame accelerato delle richieste d’asilo. Tuttavia, problemi legali hanno impedito la detenzione delle e dei richiedenti, costringendo il Governo a trasformare i centri in strutture per la registrazione e il rimpatrio dei migranti respinti.

“Meloni ha sfruttato abilmente la situazione – prosegue la NZZ. La cosa interessante del rapporto di Follow the Money è che giustifica il raddoppio dei costi per la costruzione dei centri con la fretta di Roma di aprirli. Evidentemente, perché il Governo era consapevole del potere simbolico del progetto”.

Meloni ha anche promosso accordi con Tunisia ed Egitto per bloccare le partenze, in cambio di aiuti finanziari. Questi accordi sono stati duramente criticati da ONG e osservatori internazionali per le violazioni dei diritti umani.

Eppure, i numeri parlano per lei: nel 2024 gli arrivi sono crollati del 60%. “Meloni è diventata l’attrice più influente in Europa sulle politiche migratorie”, afferma Luca Barana dell’Istituto Affari Internazionali, citato dal quotidiano. Il “modello Albania” ha rafforzato la sua immagine di leader determinata in un’Europa sempre più orientata a destra.

auto d'epoca
Keystone-SDA

Il fascino intatto della Mille Miglia

La Mille Miglia è un evento che continua a suscitare passioni anche in Svizzera. Il SonntagsBlickCollegamento esterno dedica un reportage alla mitica corsa lunga 1’600 km da Brescia a Roma e ritorno. Un evento, scrive il settimanale, che “è molto più di una gara di auto d’epoca”. “Nel 1927, quando si svolse la prima edizione della Mille Miglia, l’Italia era un Paese frammentato, economicamente e culturalmente. Questa gara divenne presto qualcosa di più di un evento sportivo. Unì il nord e il sud, attraversando città ricche e province povere. E soprattutto: chiunque poteva partecipare”.

L’autore dell’articolo ha partecipato in prima persona alla gara, come navigatore da Brescia a Bologna a bordo di una Mercedes 300 SL “Ali di gabbiano”, auto che nel 1955 Stirling Moss e Denis Jenkison avevano portato al successo, coprendo il tragitto alla media record di oltre 157 km/h. Due anni dopo la corsa fu soppressa, in seguito a un incidente che fece 11 morti. Rinacque nel 1977, sottoforma però di gara di regolarità, riservata alle auto storiche che avevano partecipato ad almeno un’edizione della corsa originale. Niente più velocità, quindi. Ma poco importa, poiché l’entusiasmo del pubblico è sempre presente: “Le case sono decorate con il tricolore, le strade gremite di migliaia di persone, anziane e giovani, uomini e donne”.

“Ci sentiamo in un altro mondo, lontano da attivisti climatici e persone che si lamentano per il rumore. È un’esperienza che da noi sarebbe probabilmente impossibile”, scrive il giornalista. “In Italia, invece, non è affatto un problema. La gente è felice quando centinaia di auto da corsa rumorose e puzzolenti sfrecciano a velocità eccessiva attraverso vicoli troppo stretti, sfiorando i tavolini dei caffè, appositamente sistemati per l’occasione”.

Uomo in cucina
Gambero Rosso

Giorgione, il cuoco “in cui tutto è grande: la salopette, le porzioni, la personalità”

La fama di Giorgio Barchesi, in arte Giorgione, uno dei volti più noti delle trasmissioni di cucina Made in Italy varca le Alpi. La Neue Zürcher ZeitungCollegamento esterno dedica infatti un ritratto al popolare cuoco umbro, “antitesi degli chef patinati emersi negli ultimi anni, che diversamente da Bottura, Cannavacciuolo o Cracco, non vuole modernizzare la cucina italiana, non crea piatti che sembrano opere d’arte”.

“La dieta è per me la pausa di riflessione tra due pasti”, afferma con ironia. La sua cucina, che lui stesso definisce “laida e corrotta”, è un inno alla semplicità e alla generosità: porzioni abbondanti, ingredienti locali e stagionali, e nessuna pretesa di perfezione. “Non sono uno chef, sono un oste”, precisa, rifiutando l’etichetta dei cuochi stellati.

I suoi corsi di cucina, organizzati nella campagna umbra o a Roma, attirano turisti da tutto il mondo. L’esperienza va oltre la preparazione dei piatti: è un’immersione in uno stile di vita. “In un mondo dove la cucina è sempre più tecnica e perfetta, Giorgione propone l’opposto: semplicità, spontaneità, istinto”, sottolinea il giornalista.

Il suo successo televisivo nasce da un format senza copione, senza pubblicità, girato in ambienti autentici come stalle, orti o cucine di casa. “Parlo come mi viene, la gente apprezza la mia sincerità. Non porto maschere”, spiega Giorgione.

Il momento clou dei suoi corsi è la tavolata finale, dove si mangia, si ride e si raccontano storie. “Come può nascere l’amicizia, se non ci si siede più insieme a tavola?”, si chiede. E tra un piatto e l’altro, condivide aneddoti, come quello della nonna che gli chiese di radersi la barba prima di morire – salvo poi vivere altri dieci anni.

lago
Wikipedia

Tempo di vacanze

In Svizzera è ormai in tutti i Cantoni tempo di vacanze e i reportage a carattere turistico si moltiplicano sulle pagine di molti giornali elvetici. L’Italia è una delle destinazioni preferite dai turisti e dalle turiste rossocrociate e così questa settimana il BundCollegamento esterno si interessa a una destinazione piuttosto ai margini dei grandi flussi di vacanzieri: Pantelleria. Crocevia tra due continenti, battuta dal vento, questa isola vulcanica è un luogo fuori dal tempo, dove “la natura è protagonista e il turismo di massa non ha attecchito”.

Famosa per i suoi capperi, considerati tra i migliori al mondo, per lo Zibibbo o per alcune meraviglie naturali come lo Specchio di Venere (nella foto), Pantelleria è stata sotto dominio arabo per diversi secoli e questo è ancora visibile nei nomi dei villaggi, che si chiamano Bukkuràm, Khàmma o Khagiàr. “Lo si nota anche nelle abitazioni – scrive il Bund. I dammusi sono cubi di pietra lavica con cupole bianche ben visibili, che sembrano emergere direttamente dalla terra grigio-nera. Le spesse mura mantengono freschi gli ambienti interni, e anche i tetti arrotondati non sono un vezzo architettonico, ma un tempo erano indispensabili per la sopravvivenza: convogliavano la preziosa acqua piovana in cisterne sotterranee. Sull’isola di Pantelleria non ci sono fiumi e quasi nessuna sorgente di acqua dolce. Ogni goccia raccolta è fondamentale”.

Il BlickCollegamento esterno porta i suoi lettori e lettrici alla scoperta del Lago di Garda, presentando quelle che definisce con entusiasmo “le bellezze nascoste” del più grande specchio d’acqua dolce in Italia. Nascoste – aggiungiamo noi – non è però forse il termine più adatto per le località vantate dal tabloid elvetico: Sirmione, Salò, Gardone, Verona e Gargnano sono talmente segrete che in certi periodi dell’anno bisogna fare lo slalom tra la massa di turisti per scoprirle…

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