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Gli italiani dominano la classifica dei super ricchi in Svizzera

Una nave cargo della MSC della famiglia Aponte.
La famiglia Aponte, proprietaria della compagnia MSC, resta saldamente nella top ten delle famiglie più ricche residenti in Svizzera. EPA/JOHN G MABANGLO

L'annuale classifica stilata dalla rivista svizzera Bilanz rivela un patrimonio record per i 300 più ricchi residenti nella Confederazione. Tra le prime posizioni, accanto a colossi del lusso e della farmaceutica, spicca una forte e crescente presenza italiana, che domina i settori della finanza, della logistica e dell'industria.

Come ogni anno, la rivista economica svizzero-tedesca Bilanz ha pubblicato la sua attesa classifica dei 300 individui e famiglie più ricche residenti in Svizzera. L’edizione 2025 segna un nuovo record assoluto: il patrimonio complessivo ha raggiunto la cifra stratosferica di 851,5 miliardi di franchi, con un incremento di 18 miliardi rispetto all’anno precedente.

Tra dinastie industriali, magnati della finanza e nuovi miliardari della tecnologia, spicca una nutrita e potente presenza italiana: famiglie che, sommate, detengono un patrimonio stimato di quasi 100 miliardi di franchi.

La Top 10 dei super ricchi in Svizzera

Analizzando la vetta della piramide, si scopre un’élite nella quale, come detto, l’influenza italiana è tutt’altro che marginale, con ben tre nomi nella top ten, protagonisti di ascese folgoranti e di consolidate posizioni di potere. La vetta della classifica 2025 è un mix di dinastie storiche e nuovi imprenditori.

1.Gérard Wertheimer e famiglia: con un patrimonio stimato tra 33 e 34 miliardi di franchi, i proprietari del marchio del lusso Chanel si confermano al primo posto.

2.Famiglie Hoffmann, Oeri e Duschmalé: gli eredi del colosso farmaceutico elvetico Roche si posizionano saldamente al secondo posto, con un patrimonio che si attesta tra i 30 e i 31 miliardi.

3.Andrea Pignataro: la vera, grande novità dell’anno. L’imprenditore italiano debutta direttamente sul podio con una fortuna stimata tra i 27 e i 28 miliardi di franchi.

4.Famiglia Aponte: la dinastia italiana a capo del gigante della logistica marittima e delle crociere MSC si conferma tra le più potenti, con un patrimonio tra i 24 e i 25 miliardi.

5.Famiglia Safra: la storica famiglia di banchieri mantiene una posizione di vertice con un patrimonio che si aggira tra i 24 e i 25 miliardi.

6.Klaus-Michael Kühne: nonostante una flessione, l’imprenditore della logistica tedesco rimane ai vertici con una ricchezza stimata tra i 21 e i 22 miliardi.

7.Famiglia Bertarelli: la celebre famiglia di origine italiana, con interessi che spaziano dalla finanza agli investimenti, si colloca nella top ten con un patrimonio tra i 17 e i 18 miliardi.

8.Jorge Lemann: l’investitore brasiliano, grande azionista del colosso della birra AB InBev, possiede una fortuna stimata tra i 16 e i 17 miliardi.

9.Andrey Melnichenko: imprenditore russo-emiratino. Ha fondato EuroChem (fertilizzanti) e SUEK (carbone ed energia), due colossi industriali globali. In passato ha creato MDM Bank. Patrimonio stimato tra i 15 e i 16 miliardi di franchi.

10.Famiglie Schindler e Bonnard: grazie all’ottima performance del titolo di Schindler Group, gli eredi del produttore di ascensori entrano nella top ten con un patrimonio tra i 15 e i 16 miliardi.

Forte presenza italiana

Se la presenza italiana è sempre stata una costante nella classifica di Bilanz, l’edizione 2025 segna un’accelerazione, con nuovi ingressi di peso e patrimoni in crescita.

Analizzando i settori in cui gli italiani hanno costruito le loro fortune in Svizzera, emerge un quadro variegato che riflette l’evoluzione dell’economia globale: dalla finanza tecnologica alla logistica marittima, fino al settore medtech e farmaceutico.

Non mancano i settori tradizionali: l’industria manifatturiera e il patrimonio immobiliare e finanziario. Infine, la robotica e l’innovazione tecnologica, fino alla frontiera dell’intelligenza artificiale applicata alla logistica

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Ecco nel dettaglio chi sono i 16 italiani che figurano nella lista di Bilanz:

Andrea Pignataro (27-28 miliardi di franchi): il re della finanza tecnologica. È la vera sorpresa del 2025, la sua è la storia dell’anno. Partito da Bologna (laurea in economia alla Bocconi e dottorato in matematica all’Imperial college di Londra), questo ex trader ha costruito dal nulla un impero, la ION Group nel 1997, diventata leader mondiale nel software e nei dati per i mercati finanziari. La sua ascesa è stata tanto rapida quanto silenziosa. Con un patrimonio di 27-28 miliardi di franchi e una residenza a St. Moritz, in Engadina, Pignataro (55 anni) incarna la nuova generazione di miliardari che hanno saputo unire finanza e tecnologia, creando un monopolio di fatto in una nicchia cruciale per l’economia globale. Pignataro è stato coinvolto in un contenzioso con il fisco italiano. L’Agenzia delle entrate gli contestava imposte non versate per circa 500 milioni di euro (poi salite a oltre 1 miliardo con sanzioni), ma nel 2025 la vicenda si è chiusa con un accordo: Pignataro ha accettato di pagare 280 milioni di euro in cinque anni, senza riconoscere alcuna colpevolezza (sostenendo che ha sempre avuto il domicilio all’estero, prima nel Regno Unito poi in Svizzera) per evitare un lungo processo.

La Famiglia Aponte (24-25 miliardi): i dominatori dei mari, originaria di Sorrento. La famiglia Aponte ha trasformato la Mediterranean Shipping Company (MSC), fondata da Gianluigi Aponte (75 anni), nel più grande operatore di container al mondo e in un colosso del settore crocieristico. Con il quartier generale a Ginevra, la famiglia, oggi guidata dal figlio Diego, non solo gestisce un impero logistico, ma esercita anche un’influenza significativa nelle relazioni economiche internazionali, come dimostra la sua partecipazione alla delegazione di imprenditori svizzeri che ha incontrato il presidente Trump alla Casa Bianca per negoziare la riduzione dei dazi doganali sulla Svizzera.

La Famiglia Bertarelli (17-18 miliardi): dalla farmaceutica alla finanza con la passione per la vela. Una dinastia che ha saputo reinventarsi. La fortuna della famiglia Bertarelli (Ginevra) nasce dalla vendita dell’azienda farmaceutica Serono a Merck nel 2007. Da allora, Ernesto Bertarelli e la sua famiglia hanno reinvestito i proventi attraverso il loro family office, diversificando in settori come l’immobiliare, la sanità e la finanza. Il nome di Ernesto Bertarelli (60 anni) è inoltre indissolubilmente legato all’impresa sportiva di Alinghi, il team che ha portato per la prima volta in Europa la prestigiosa America’s Cup, vincendola per ben due volte, nel 2003 e nel 2007.

I miliardari dell’industria e della tecnologia

Giancarlo Devasini (7,5 miliardi di franchi): il nuovo re delle criptovalute. Giancarlo Devasini (61 anni) ha iniziato la sua carriera come medico, specializzato in chirurgia plastica. Dopo aver abbandonato la professione medica, si è dedicato al trading e alla finanza. È il CFO e principale azionista di Tether, la più grande stablecoin al mondo (criptovalute progettate per mantenere un valore stabile, solitamente ancorato a un asset di riferimento), e di Bitfinex, importante exchange di criptovalute. Devasini ha però recentemente trasferito il domicilio fiscale dal Ticino a El Salvador, Paese che nel 2021 aveva adottato il Bitcoin come valuta legale. Una decisione revocata nel 2025.

La famiglia Perfetti (6,5 miliardi): il potere delle gomme da masticare. La famiglia Perfetti, guidata dai fratelli Augusto (74 anni) e Giorgio Perfetti (58 anni), è proprietaria di Perfetti Van Melle, il terzo produttore mondiale di dolciumi e uno dei leader globali nel settore delle gomme da masticare. Il gruppo italo-olandese è nato dalla fusione tra l’italiana Perfetti e l’olandese Van Melle, creando un colosso con marchi iconici conosciuti in tutto il mondo. Augusto e Giorgio risiedono tra il Ticino e l’Ungheria, dove il gruppo ha importanti stabilimenti produttivi.

I fratelli Giuliani (3,3 miliardi): gli eredi di una delle più importanti dinastie farmaceutiche italiane. La loro fortuna ha origini nel 1937, quando nasce lo Stabilimento Farmaceutico Chimico-biologico Dott. A&M Giuliani a Milano, fondato dal padre. L’azienda diventa famosa per prodotti come l’amaro medicinale. La svolta patrimoniale è arrivata con l’investimento in Royalty Pharma, la più grande società al mondo specializzata nell’acquisizione di royalty farmaceutiche. Mario (53 anni) e Gianmaria (47 anni) risiedono stabilmente nel Canton Zugo, hub finanziario svizzero.

La famiglia Siccardi (2,8 miliardi): dal cuore del Ticino il successo nella tecnologia medica. La famiglia Siccardi ha costruito un gioiello della tecnologia medica. La loro Medacta, fondata in Ticino da Alberto Siccardi (81 anni, nel frattempo diventato cittadino svizzero ma originario Corneliano d’Alba, Cuneo) e oggi guidata dal figlio Francesco, è un’azienda leader nella produzione di protesi articolari. Nonostante la quotazione in borsa, la famiglia mantiene saldamente il controllo, dimostrando come l’eccellenza manifatturiera italiana possa prosperare in Svizzera.

Pietro Gussalli Beretta (2,8 miliardi): l’erede di una dinastia industriale arrivata alla 15esima generazione. Un nome che evoca secoli di storia industriale italiana (è la più antica dinastia industriale del mondo). Pietro Gussalli Beretta (63 anni) è l’erede della celebre fabbrica d’armi Beretta, un marchio simbolo del Made in Italy nel mondo attiva dal 1526. La sua presenza nella classifica di Bilanz si giustifica con la sua residenza nel Canton Vallese e dimostra come anche l’industria manifatturiera tradizionale, se gestita con una prospettiva globale, continui a generare immense fortune.

La famiglia Zegna (2,3 miliardi): la bellezza e ricchezza dei tessuti. Nato a Torino, Gildo Zegna (70 anni) è l’attuale CEO del Gruppo Ermenegildo Zegna, una delle più prestigiose case di moda maschile al mondo. L’azienda fu fondata nel 1910 dal bisnonno Ermenegildo a Trivero (Biella), in un villaggio alpino dove ancora oggi si trova la sede storica e produttiva. Gildo vive in Ticino da anni, dove il gruppo ha anche importanti sedi produttive a Stabio e Mendrisio.

La famiglia Agnelli de Pahlen (2,3 miliardi): l’ereditiera in lite con i figli. Margherita Agnelli (70 anni), figlia dell’avvocato Gianni Agnelli, vive da molti anni nel Canton Vaud, in una villa sul Lago di Ginevra con il secondo marito, il conte russo Serge de Pahlen, sposato nel 1985. Il suo patrimonio è legato alla complessa e combattuta eredità della dinastia Fiat (oggi Stellantis). La sua vicenda giudiziaria per la successione della madre Marella, morta nel 2019, con i figli John (presidente di Stellantis), Lapo e Ginevra Elkann è una delle saghe familiari più seguite in Italia negli ultimi anni.

I milionari della finanza

Giuseppe Zocco (950 milioni): alta finanza, alti guadagni. Giuseppe Zocco (60 anni), di Siracusa, ha studiato alla Bocconi e ha iniziato come consulente per McKinsey & Company. Zocco rappresenta l’eccellenza italiana nel mondo del venture capital internazionale, avendo contribuito a creare nel 1996, con due soci, uno dei fondi di investimento più influenti in Europa (Index Ventures), con particolare focus su tecnologia e scienze della vita. Nel 2016 ha contribuito alla creazione di Medicxi, fondo focalizzato su investimenti nel settore life sciences, dove oggi è senior advisor. Vive e lavora a Ginevra.

Angelo Mastrolia (550 milioni): dal latte alla finanza. Angelo Mastrolia (61 anni), dal Ticino guida Newlat Food, secondo gruppo alimentare italiano con 18.000 dipendenti. Dopo aver imparato il mestiere negli anni ’80 nell’azienda di famiglia (Piana del Sele Latteria), nel 2004 fonda TMT Finance e inizia una serie di acquisizioni. Il colpo da maestro arriva nel 2008: rileva Newlat per un euro simbolico dal fallimento di Parmalat. Da lì, 25 acquisizioni in vent’anni, tra cui la divisione pasta di Buitoni. Recentemente ha rilevato i punti vendita di Carrefour in Italia. Un impero che spazia dal latte alla pasta, costruito dalla Svizzera per conquistare i mercati globali.

Boris Collardi (225 milioni): dalle banche alla passione per il calcio. Boris Collardi (51 anni), italo-svizzero di Lecce domiciliato a Ginevra, ex CEO di Julius Bär ed ex partner di Pictet, ha dimostrato il suo fiuto per gli investimenti con EFG Bank di Zurigo: entrato tre anni e mezzo fa con il 3,6%, ha più che raddoppiato il valore della sua partecipazione, oggi 180 milioni di franchi. Ma Collardi non investe solo in finanza: sostiene con passione la squadra di calcio di Lecce (in Serie A) ed è socio della tenuta vodese Bec d’Or, i cui pregiati vini (annate 2023-2024 già esaurite) sono serviti nei migliori hotel di Ginevra.

I top manager e l’innovatore della robotica

La lista di Bilanz evidenzia anche come si possa diventare super-ricchi non solo come imprenditori, ma anche come manager di successo.

Giovanni Caforio (100-150 milioni): italo-americano di 60 anni, ha accumulato la sua fortuna come CEO del colosso farmaceutico americano Bristol Myers Squibb. Oggi, come presidente del consiglio di amministrazione di Novartis, risiede a Basilea, portando la sua esperienza ai vertici di una delle più grandi aziende svizzere.

Mario Greco (100-150 milioni): da nove anni al timone di Zurich Insurance, Mario Greco (66 anni) è uno dei manager italiani più influenti nel panorama finanziario globale. La sua lunga permanenza in Svizzera (Zurigo) e il suo successo alla guida del colosso assicurativo gli sono valsi un posto nella prestigiosa classifica.

Raffaello D’Andrea (100-150 milioni): è la storia di un genio della robotica. Italiano di nascita (58 anni), ha studiato in Canada e ha fondato Kiva Systems, l’azienda che ha rivoluzionato la logistica dei magazzini con i suoi robot, poi venduta ad Amazon per una cifra esagerata. Oggi, dal Canton Svitto, guida Verity, uno spin-off del Politecnico federale di Zurigo, che utilizza droni per l’inventario dei magazzini.

Un patrimonio collettivo che pesa

Sommando i patrimoni dei 16 italiani presenti nella lista, si arriva a una cifra stimata di poco inferiore ai 100 miliardi di franchi svizzeri. Per dare un’idea della portata di questa ricchezza, si tratta di una somma che supera il PIL di interi Paesi europei.

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