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Brexit, proteste contro la chiusura del parlamento

Alcune migliaia di britannici hanno manifestato sabato, da Londra a Belfast, per denunciare la discussa decisione di Boris Johnson di chiudere il parlamento alcune settimane per impedire che si pronunci sulla Brexit.

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Giunto al potere in luglio l’ex sindaco di Londra ha promesso che il divorzio con l’Ue si consumerà il 31 ottobre, con o senza accordo. Il provvedimento ratificato dalla Regina Elisabetta II di sospendere per più di un mese i lavori parlamentari, da metà settembre al 14 ottobre, priva gli avversari della Brexit di uno strumento per scongiurare tale evento.

Oltre duemila dimostranti si sono riuniti al numero 10 di Downing Street gridando “Johnson bugiardo, vergognati” mentre su uno striscione c’era scritto “#StopTheCoup. Difendiamo la nostra democrazia, salviamo il nostro futuro”. A Belfast un centinaio di persone ha invece manifestato davanti al Municipio.

Da parte sua l’esecutivo Johnson ha sottolineato che è consuetudine sospendere i lavori parlamentari prima che un nuovo esecutivo presenti il suo programma nel tradizionale discorso della Regina che il premier ha fissato per il 14 ottobre. Ma i suoi avversari denunciano il tentativo di pregiudicare il dibattito sulla Brexit e di sospendere l’attività parlamentare per un periodo inaccettabile in periodo di crisi. 

Martedì, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva i deputati dell’opposizione tenteranno di impedire la sospensione e cercheranno di prendere provvedimenti per scongiurare il No Deal.

Un ricorso contro la decisione di Johnson sarà esaminato la settimana prossima a Belfast mentre una corte di Edimburgo ha rigettato venerdì un’analoga opposizione.

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