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Zuffa a Palazzo federale, a rischio l’immunità dei consiglieri nazionali Aeschi e Graber

Il consigliere nazionale zughese Thomas Aeschi.
Il consigliere nazionale zughese Thomas Aeschi Keystone-SDA

I consiglieri nazionali dell'Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) Thomas Aeschi e Michael Graber, rimasti coinvolti in una zuffa a Palazzo federale lo scorso mese di giugno, potrebbero vedersi revocare l'immunità.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) chiede alla Commissione dell’immunità del Consiglio nazionale (CdI-N) di pronunciarsi su un’eventuale revoca dell’immunità dei consiglieri nazionali Thomas Aeschi (UDC di Zugo) e Michael Graber (UDC vallesano).

Questo in relazione alla zuffa dello scorso giugno a Palazzo federale durante la visita del presidente del Parlamento ucraino.

La Procura federale ha ricevuto una denuncia penale sui fatti e ha confermato di aver chiesto se è autorizzata a condurre un procedimento per il reato d’impedimento di atti dell’autorità. Vale la presunzione di innocenza. La notizia è stata divulgata inizialmente dal media online “Republik”.

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Zuffa a Palazzo federale, Beat Jans difende le azioni degli agenti

Questo contenuto è stato pubblicato al “I parlamentari avrebbero dovuto attenersi alle istruzioni della polizia”: il consigliere federale Beat Jans ha difeso l’operato degli agenti che hanno bloccato i due deputati democentristi che hanno cercato di accedere a un’area momentaneamente bloccata a Palazzo federale.

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La colluttazione, che aveva suscitato parecchio clamore, era nata a causa di una postazione di blocco istituita dagli agenti a margine di un servizio fotografico previsto con il presidente del legislativo di Kiev Ruslan Stefanchuk. Aeschi si era rifiutato di rispettare le disposizioni dei poliziotti appostati sulle gradinate all’interno di Palazzo federale e anche Graber era rimasto coinvolto nell’episodio.

Immagini video dell’incidente erano state pubblicate da diversi media e trasmesse sulla piattaforma X. Su quest’ultima Aeschi aveva confermato di essersi rifiutato di farsi “fermare”. Aveva sottolineato che “durante la sessione, i lavori parlamentari hanno la precedenza sulle visite di Stato estere”.

Il ministro della giustizia Beat Jans aveva poi sostenuto il lavoro dei poliziotti. “I parlamentari dovevano semplicemente prendere un’altra scala, quindi avrebbero potuto attenersi alle istruzioni della polizia”, aveva dichiarato il giorno dopo l’incidente.

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