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Via libera ad altri 4 miliardi per l’esercito svizzero

soldati svizzeri
Keystone / Peter Klaunzer

Dopo la Commissione delle finanze, anche quella della politica di sicurezza del Nazionale è a favore di un aumento di ulteriori 4 miliardi di franchi per il periodo 2025-2028.

Dopo la commissione delle finanze, anche quella della politica di sicurezza del Nazionale (CPS-N) è a favore di un aumento di ulteriori 4 miliardi di franchi destinati all’esercito per il periodo 2025-2028.

Lo ha dichiarato oggi davanti ai media la presidente della CPS-N, Priska Seiler Graf (PS/ZH), precisando che tale decisione, simile a quella del Consiglio degli Stati durante la discussione sul messaggio 2024 dell’esercito, è stata adottata per 15 voti a 8.

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Concretamente, rispetto al progetto del Consiglio federale, l’esercito dovrebbe disporre di 29,8 miliardi per il periodo 2025-2028, somma pari all’1% del PIL, invece di 25,8 miliardi. La maggioranza crede, secondo la presidente della commissione, che l’armata debba colmare in tempi più brevi le proprie lacune, rimediando agli errori commessi negli ultimi 30 anni, periodo durante il quale sono stati destinati mezzi insufficienti alla truppa.

Compensazione, decida il Governo

In merito alle compensazioni di questi 4 miliardi all’interno dell’amministrazione federale, la CPS-N ha preferito rinviare questa questione ad agosto, lasciando insomma al Consiglio federale il tempo per presentare un piano al riguardo.

La Commissione delle finanze del Nazionale aveva indicato lo scorso 13 giugno di auspicare decurtazioni alla cooperazione internazionale e ai costi del personale in tutti i dipartimenti. Il Consiglio degli Stati, durante la recente sessione estiva del parlamento, aveva addirittura fissato delle percentuali: il 50% degli tagli alla cooperazione allo sviluppo, il 35% alle spese non vincolate e il 15% all’interno dello stesso esercito.

Oltre al nuovo quadro finanziario, la CPS-N ha approvato anche una spesa di 660 milioni destinati all’acquisto di mezzi di difesa terra-aria a media gittata, ha aggiunto la consigliera nazionale zurighese. Tale spesa era prevista nel messaggio 2025 sull’esercito, ma la maggioranza ha deciso di anticiparla di un anno, come stabilito anche dalla camera dei Cantoni.

Materiale bellico

Un altro tema delicato affrontato dalla commissione riguarda la modifica della legge sul materiale bellico che dovrebbe agevolare la riesportazione di armi prodotte in Svizzera, specie verso l’Ucraina.

L’attuale normativa vieta attualmente il trasferimento di armamenti svizzeri in Ucraina. Per la maggioranza della CPS-N, la situazione attuale suscita incomprensione, ha specificato Seiler Graf. In futuro, invece, l’Ucraina dovrebbe poter ricevere indirettamente, e a determinate condizioni, equipaggiamenti elvetici, come prevede una modifica della legge – che si applicherà retroattivamente – accolta tuttavia col solo voto preponderante della presidente della commissione.

Ok export per autodifesa

Entrando nei particolari, Seiler Graf ha spiegato che materiale bellico venduto dalla Svizzera verrebbe sottoposto a un divieto di riesportazione di cinque anni. In seguito, potrebbe venir riesportato dal paese acquirente verso un terzo Stato solo se quest’ultimo rispetta i diritti umani e non è coinvolto in una guerra, “a meno che il Consiglio di sicurezza dell’ONU dichiari che vi è stata una violazione del divieto del ricorso alla forza e che lo Stato aggredito stia facendo uso del proprio diritto di autodifesa”.

In caso di stallo nel Consiglio di sicurezza, il paese primo acquirente dovrà certificare, mediante una propria analisi del diritto internazionale, che lo Stato che intende aiutare si stia difendendo da un’aggressione.

Per una minoranza, ha aggiunto la presidente della CPS-N Seiler Graf, invece, cambiare le regole nel bel mezzo di una guerra è sbagliato. Tale minoranza ha anche espresso preoccupazioni per la neutralità, ha concluso Seiler Graf.

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