Verzasca, lo spettacolo della diga che si svuota
C’è chi lo ritiene uno spettacolo affascinante, chi invece lo bolla come una visione deprimente. Comunque sia, nessuno resta indifferente davanti al bacino artificiale della Verzasca ormai completamente vuoto. I suoi quasi cento milioni di metri cubi d’acqua sono fuoriusciti e presto inizieranno i lavori di manutenzione straordinaria. L’evento sta attirando numerosi turisti, curiosi di vedere come era una volta il fondovalle solitamente ricoperto d’acqua.
Lo svuotamento del bacino della diga della Verzasca – iniziato a dicembre e che durerà fino a inizio marzo – permetterà la manutenzione straordinaria dell’impianto della centrale idroelettrica di Gordola, nel Locarnese. In particolare verranno rinnovate le protezioni delle condotte che portano l’acqua alle turbine della centrale idroelettrica e verrà eseguita una revisione totale delle due paratie di fondo. Per questo motivo, il lago artificiale verrà prosciugato completamente. Si tratta della prima volta da quando la diga è stata costruita, fra il 1960 e il 1965.
L’operazione sta attirando molti turisti in una valle che normalmente viene presa d’assalto d’estate per le sue acque cristalline (alcuni anni fa un video sulla valle Verzasca, le Maldive di MilanoCollegamento esterno, divenne virale). Si tratta di gente curiosa che vuole riscoprire come era una volta la valle. Così la diga della Verzasca è in queste settimane fra i luoghi ticinesi più frequentati e più fotografati.
Ma cosa si vede oggi (vedi video sopra), con il bacino lungo circa 6 chilometri pressoché vuoto? Lo scenario non è certamente quello di 55 anni fa, ricorda la storica locale Carla Rezzonico Berri. Allora il fondo valle era verdeggiante e abitato da molte famiglie. C’erano negozi, la posta, ristoranti e pensioni. Ma anche vigne e campi coltivati. Insomma, c’era vita.
Nella frazione di Pioda – oggi scomparsa – viveva una trentina di persone, ma furono ben 64 su 105 le famiglie di Vogorno ad essere toccate dal progetto. In valle – ricorda ancora Carla Rezzonico Berri – c’erano tanto dispiacere, malcontento e, dopo la tragedia del Vajont del 1963, proprio mentre si costruiva la diga della Verzasca, anche molta paura.
Oggi, chi guarda oltre la diga vede ben altro. Dal bacino artificiale riemergono la vecchia strada della valle e le tracce della presenza dell’uomo che erano sommerse dalle acque. Il paesaggio è brullo, grigio, lunare. Rimane qualche pianta fossilizzata, dei pezzetti della strada vecchia, un paio di ponti ancora intatti ma lo scenario di 60 anni fa era ben altro. Ora tutto è scomparso. Anche perché bosco e case sono stati abbattuti prima del riempimento del bacino.
Per chi viene da fuori valle invece, la diga è da sempre un luogo di attrazione. Quella della Verzasca è infatti una delle dighe più alte del mondo, resa poi indimenticabile dall’agente segreto di sua Maestà, James BondCollegamento esterno all’inizio di ”GoldenEye’ quando Pierce Brosnan si lancia dalla diga. Un’attrazione turistica estiva che ritrova il suo smalto ora anche d’inverno grazie allo svuotamento del bacino per i lavori di manutenzione.
Ivo Bordoli, oggi sindaco di Verzasca, allora era un ragazzino di una decina di anni. Bordoli ricorda quei momenti (lui abitante di Vogorno, comune contrario alla costruzione della diga) e guarda il bacino vuoto con tristezza: “Per me non è uno spettacolo”, sottolinea Bordoli che certamente non vede la sua valle, e quello che era un tempo, con gli stessi occhi dei tanti turisti che in questi giorni affollano la diga.
Una volta terminati i lavori di manutenzione, ci vorranno circa tre mesi per riempire nuovamente il bacino. Ma dipenderà molto dallo scioglimento delle nevi e dalle precipitazioni primaverili. Poi tutto tornerà come prima.
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