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Una prepagata per richiedenti l’asilo 

Una prepagata sarebbe, secondo la SEM, un "controsenso burocratico".
Una prepagata sarebbe, secondo la SEM, un "controsenso burocratico". KEYSTONE/© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

Piace anche in Svizzera l’idea che si sta attualmente sperimentando in Germania di fornire ai e alle richiedenti l’asilo una carta di debito al posto del denaro contante. 

Una carta di debito al posto del denaro contante per le persone richiedenti l’asilo. È la via che sta sperimentando la Germania con l’intenzione d’introdurre la misura a partire dall’estate. 

Una proposta che piace anche in Svizzera: l’Unione democratica di centro (UDC) pensa che potrebbe rendere la Svizzera meno attrattiva per i e le migranti ed evitare che venga inviato denaro all’estero. Il partito della destra conservatrice ha già chiesto la sua introduzione nei cantoni di San Gallo e Basilea Città.  

“Nel settore dell’asilo ci sono spese ingiustificate. C’è del denaro che viene spedito in patria, finisce ai passatori o viene usato per cose non necessarie”, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI il consigliere sangallese democentrista Walter Gartmann.  

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Una prepagata sarebbe “un controsenso burocratico”

Il partito intende portare avanti l’idea anche a livello federale. Lo scopo è evitare che del denaro finisca all’estero e rendere meno attrattivo venire nella Confederazione. Un’idea che però la Segreteria di stato della migrazione (SEM), che ha già esaminato l’ipotesi, non considera utile. 

“Finché i e le richiedenti l’asilo alloggiano nei centri federali, l’aiuto sociale viene corrisposto prevalentemente attraverso prestazioni materiali. In aggiunta ricevono 3 franchi al giorno (…) Il contante a disposizione non sembra poter bastare per un utilizzo abusivo oppure per un trasferimento all’estero”, scrive la SEM in una risposta alla RSI. 

Una carta prepagata non piace nemmeno all’Aiuto svizzero ai rifugiati e alla Caritas: “Già oggi i e le richiedenti l’asilo hanno bisogno di ogni centesimo per vivere poiché l’importo che ricevono è più basso del normale aiuto sociale, del minimo che serve a vivere. La preoccupazione che del denaro venga spedito all’estero non è giustificata. Per noi questa idea è un controsenso burocratico”, afferma il responsabile politico di Caritas Andreas Lustenberger. 

La Confederazione ha scartato l’idea di una prepagata, ma verrà valutata dai Cantoni ai quali dopo alcuni mesi vengono assegnati i e le richiedenti l’asilo.  

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