UBS: “Svizzera finora non minacciata da Trump, ma ci sono rischi sui dazi”
La Confederazione è per ora risparmiata dalle decisioni del presidente statunitense, ma...
Keystone-SDA
Sul fronte dei dazi la Svizzera non è finora stata direttamente minacciata dal presidente statunitense Donald Trump e complessivamente appare messa meglio di altri Paesi, ma i rischi - diretti e indiretti - della guerra commerciale in atto rimangono rilevanti.
Questo contenuto è stato pubblicato al
5 minuti
Keystone-ATS
È questo, in estrema sintesi, il succo di un’analisi proposta lunedì da UBS, che esamina in dettaglio le ripercussioni dei cambiamenti nei rapporti globali sugli attori che operano dalla Confederazione.
Trump ha introdotto dazi del 10% su tutto l’import cinese, del 25% per Canada e Messico (per il momento sospesi) e ha minacciato l’UE di tariffe doganali su semiconduttori, acciaio, rame, alluminio e prodotti farmaceutici. Sebbene la Svizzera non sia stata esplicitamente menzionata, non si può escludere che venga colpita indirettamente o direttamente, afferma UBS.
“Nel nostro scenario di base, ci aspettiamo una politica commerciale aggressiva in cui gli Stati Uniti probabilmente aumenteranno selettivamente i dazi. Consideriamo anche lo scenario di rischio di una politica commerciale molto aggressiva, in cui tutte le importazioni di beni negli Stati Uniti sarebbero soggette a dazi generali”.
Altri sviluppi
Altri sviluppi
“I dazi di Trump ci concernono direttamente, la Svizzera faccia un accordo con l’UE”
Questo contenuto è stato pubblicato al
I dazi imposti dall’amministrazione statunitense a Messico, Canada e Cina devono preoccupare anche in Svizzera, perché “ci concernono direttamente”.
Gli Stati Uniti sono un importante partner commerciale per la Svizzera: hanno rappresentato circa il 19% di tutto l’export di merci nel 2024. Si parla principalmente di prodotti farmaceutici (60%), di beni dell’industria metallurgica meccanica MEM (20%) – di cui l’8% sono macchinari, attrezzature ed elettronica e il 7% strumenti di precisione – e di orologi (8%).
Complessivamente la Svizzera esporta negli Stati Uniti più beni di quanti ne importi e quindi registra un’eccedenza commerciale. In passato Trump ha ripetutamente criticato i paesi che si trovano in questa posizione. Se questo dovesse diventare il fattore decisivo nella decisione di introdurre i dazi, anche la Confederazione si troverebbe in una posizione esposta. A questo contribuiscono anche le minacce di Trump all’industria farmaceutica: circa un terzo dell’export elvetico del ramo finisce negli Usa. L’industria in questione ha un significativo surplus commerciale con gli Stati Uniti.
Deficit nei servizi
Va però anche detto che l’avanzo commerciale della Svizzera di circa 22 miliardi di dollari è compensato da un deficit nei servizi di circa 20 miliardi di dollari (dati considerati quattro trimestri, con l’ultimo al terzo trimestre 2024). Nel novembre scorso il governo americano ha quindi certificato che la bilancia commerciale elvetica di beni e servizi è quasi in equilibrio: ma non è certo che l’amministrazione Trump utilizzerà il quadro stabilito sotto il presidente Joe Biden per valutare la situazione.
Secondo UBS la repubblica dei 26 cantoni si trova comunque in una situazione significativamente migliore rispetto all’Eurozona, al Giappone, a Taiwan, al Messico e al Canada. Inoltre la Svizzera ha un alto livello di investimenti diretti negli Stati Uniti, pari a 297 miliardi di franchi nel 2022, e le aziende elvetiche impiegano da 300’000 a 400’000 persone su suolo americano.
Stando agli specialisti di UBS i dazi statunitensi potrebbero avere un impatto sulla Svizzera attraverso vari canali, diretti e indiretti: prezzi più alti e quindi diminuzione della competitività negli Usa, spostamento di produzione, problemi per l’industria europea, di cui le aziende elvetiche sono fornitrici, rallentamento globale della congiuntura europea e globale.
Nello scenario di base la banca guidata da Sergio Ermotti prevede che l’economia svizzera si espanderà dell’1,5% nel 2025 (dato corretto per gli eventi sportivi) sullo sfondo di un’economia globale che crescerà solidamente nonostante i dazi selettivi. Nel caso di una politica commerciale molto aggressiva con dazi generalizzati è però probabile che sia l’economia globale che quella svizzera crescano molto più lentamente.
In uno scenario di guerra commerciale, il franco potrebbe apprezzarsi rispetto all’euro in virtù del suo status di bene rifugio. In tal caso la BNS eviterebbe però che il franco si apprezzi troppo. Nei confronti del dollaro è invece probabile che il franco si indebolisca. Negli Stati Uniti l’effetto inflazionistico dei dazi probabilmente impedirà infatti alla Federal Reserve di tagliare rapidamente i tassi di interesse, il che sosterrà la moneta americana. Un apprezzamento del dollaro rispetto al franco potrebbe quindi attenuare alcuni degli aumenti di prezzo delle esportazioni elvetiche legati di dazi.
Per il TAF la riduzione dei bonus dei quadri di Credit Suisse è stata illegittima
Questo contenuto è stato pubblicato al
La riduzione o l'annullamento dei bonus disposti dal Dipartimento federale delle finanze (DFF) per i tre massimi livelli di Credit Suisse era illegittima. Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha accolto il ricorso congiunto di dodici parti interessate.
Il clima di lavoro è più importante dello stipendio per la popolazione svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per i lavoratori svizzeri l'atmosfera sul luogo di impiego è più importante dello stipendio: è la conclusione di uno studio pubblicato mercoledì da Swissstaffing, associazione di agenzie di reclutamento di personale, in collaborazione con l'istituto di ricerca Gfs-zürich.
Accoltellamento di Berikon, “epilogo drammatico di un conflitto”
Questo contenuto è stato pubblicato al
La tragedia avvenuta a Berikon (canton Argovia), dove domenica una 15enne è stata presumibilmente uccisa da una 14enne, rappresenta un caso unico in Svizzera, e si può ipotizzare che sia l'epilogo drammatico di una disputa che si protraeva da tempo.
Migros riceve 60’000 firme contro gli alimenti OGM
Questo contenuto è stato pubblicato al
Oltre 60'000 consumatori e consumatrici hanno inviato una lettera di protesta alla Migros chiedendo che l'azienda si ritiri dall'associazione "Sorten für Morgen" ("Varietà di domani"), che si impegna in favore dell'ingegneria genetica.
In Germania una maxi operazione contro i “cittadini del Reich”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nella mattinata di martedì le autorità tedesche hanno condotto un vasta operazione contro i Reichsbürger ( i "cittadini del Reich"), gruppo messo al bando dal ministro degli Interni tedesco.
L’agricoltura biologica in Svizzera non progredisce più
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per la prima volta dal 2010 l'agricoltura biologica in Svizzera ha segnato una stagnazione lo scorso anno. Il numero di aziende bio e la superficie coltivata sono rimasti stabili rispetto al 2023, stando ai dati dell'UST.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il passo del San Gottardo riaprirà venerdì alle 11.00 dopo la chiusura invernale. In contemporanea entrerà in funzione anche il consueto prolungamento stagionale dell'uscita dall'A2 a Göschenen, comunicano oggi le autorità urane.
Parlamentari svizzeri e dell’UE discutono degli accordi negoziati
Questo contenuto è stato pubblicato al
Una delegazione di cinque membri delle Camere federali ha incontrato oggi a Bruxelles pochi deputati del Parlamento europeo. I parlamentari svizzeri hanno interpretato l'assenza dei loro omologhi in modi diversi.
Roche investe 700 milioni di dollari in una nuova unità produttiva negli USA
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nel pieno del dibattito sui dazi Roche e la sua filiale statunitense Genentech annunciano oggi che stanno progettando la costruzione di uno stabilimento nello stato americano della Carolina del Nord.
Dazi USA per 200 miliardi, Pechino: “è inaccettabile”
Questo contenuto è stato pubblicato al
La notizia, anticipata dai media americani, sarà ufficializzata nelle prossime ore e diverrà operativa non prima di un paio di mesi, periodo necessario per esperire le consuete verifiche amministrative. Alcuni giorni fa era entrato in vigore il primo pacchetto di dazi, per un importo di 34 miliardi di dollari, e lo stesso presidente Donald Trump…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per Berna il provvedimento di Washington, motivato con ragioni di sicurezza nazionale, “non è giustificato nei confronti del nostro Paese”, indica una nota del Dipartimento federale dell’economia (DEFR). La Svizzera, precisa sempre il DEFR, era intervenuta già nel mese di marzo presso le autorità statunitensi inviando una richiesta formale di essere esclusa da queste misure…
“I dazi di Trump ci concernono direttamente, la Svizzera faccia un accordo con l’UE”
Questo contenuto è stato pubblicato al
I dazi imposti dall'amministrazione statunitense a Messico, Canada e Cina devono preoccupare anche in Svizzera, perché "ci concernono direttamente".
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.