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UBS, raccolta firme per nazionalizzarla

Logo di UBS e Credit suisse su un edificio a Zurigo.
"Too big to fail"? Il peso finanziario di UBS dopo la fusione suscita preoccupazione. © Keystone / Michael Buholzer

Un'iniziativa popolare chiede di votare sulla nazionalizzazione parziale del gruppo UBS.

La cosiddetta iniziativa per le banche propone di modificare la Costituzione svizzera per affermare il principio che “le grandi banche di importanza sistemica devono essere gestite come società per azioni con la Confederazione come azionista di maggioranza in termini di capitale sociale”, secondo il sito web dell’iniziativa.

Il testo è attualmente all’esame delle autorità federali. Se verrà approvato, il comitato promotore avrà 18 mesi di tempo per raccogliere 100’000 firme a favore. Il Parlamento e il Governo dovranno poi esprimersi, prima che la questione possa essere sottoposta a votazione nazionale, un processo che probabilmente richiederà diversi anni. Le iniziative popolari sono una parte fondamentale del sistema svizzero di democrazia diretta. Anche laddove non hanno successo, spesso finiscono per influenzare il dibattito pubblico.

Too big to fail?

Dopo l’acquisizione dell’ex rivale Credit Suisse, gli attivi di UBS rappresentano ora circa il doppio dell’intera economia svizzera. Questo ha sollevato il timore che la banca sia troppo grande per essere salvata. UBS “è un rischio per la nostra economia”, ha dichiarato al settimanale SonntagsZeitung Bernhard Schmidt, il 58enne preside di una scuola vicino a Zurigo che guida l’iniziativa. “Alla prossima crisi, l’intero Paese potrebbe fallire”.

Finora il comitato dell’iniziativa è composto esclusivamente da amici e familiari di Schmidt, ha spiegato il giornale, ma il promotore spera che sostenitori e donatori si uniscano alla causa.

Una portavoce di UBS non ha voluto commentare.

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