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Swiss, più passeggeri ma meno utili

Un aereo di Swiss in volo.
Keystone / Gaetan Bally

Swiss ha trasportato più passeggeri nel primo semestre, ma beneficiando di un'accresciuta concorrenza i viaggiatori hanno pagato meno: per la compagnia aera questo si è tradotto in una redditività in calo a fronte di un fatturato in aumento.

Stando ai dati diffusi mercoledì in mattinata, nel periodo fra gennaio e giugno i ricavi si sono attestati a 2,7 miliardi di franchi, il 6% in più dello stesso periodo del 2023. L’utile di esercizio – unico dato diffuso in materia di profitti – è sceso del 22% a 264 milioni. I passeggeri trasportati hanno raggiunto 8,5 milioni (+12%), i voli quota 69’000 (+13%).

“La tendenza del primo trimestre verso una normalizzazione è proseguita più rapidamente di quanto previsto inizialmente”, spiega il responsabile delle finanze Dennis Weber, citato in un comunicato odierno. “Il bisogno di viaggiare delle persone rimane assai elevato e questo ci fa molto piacere: ma alcune compagnie aeree hanno già raggiunto o addirittura superato la loro capacità prepandemiche. Questo ha intensificato notevolmente la concorrenza, che si riflette in rendimenti medi più bassi rispetto all’anno precedente”.

A questo aspetto si è aggiunta anche la crescita dei costi, determinata dall’espansione delle operazioni di volo, dagli aumenti salariali negoziati in vari contratti collettivi di lavoro e dai maggiori oneri per la manutenzione. “Swiss ha inoltre migliorato ulteriormente l’esperienza del cliente per tenere ancora maggiormente fede al suo posizionamento premium”.

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“Le condizioni generali ci pongono attualmente di fronte a sfide importanti”, prosegue Weber. “Gli sviluppi geopolitici si ripercuotono sulle nostre operazioni di volo, così come le condizioni meteorologiche estreme e le strozzature di capacità nel controllo del traffico aereo in Europa. Inoltre, la normalizzazione della situazione dell’offerta nel nostro settore coincide con una fase di maggiore inflazione dei costi”.

“In questo contesto, possiamo ritenerci soddisfatti del risultato”, osserva il dirigente di nazionalità tedesca in forze a Swiss dal corrente 2024 e che fra non molto – dal primo ottobre – dovrà riferire al nuovo Ceo, Jens Fehlinger, pure lui tedesco. “La nostra costante disciplina dei costi, unita al contemporaneo aumento della produttività e dell’efficienza, ci ha aiutato a raggiungere questo solido risultato. Continueremo a fare altrettanto e sono fiducioso per la seconda metà dell’anno, che sarà stagionalmente più forte”. Concretamente l’azienda si aspetta per l’insieme del 2024 una crescita delle capacità del 10%, cosa che permetterà di raggiungere il 95% di quello che era il livello del 2019 prepandemico.

Swiss è nata nel 2002 dalle ceneri di Swissair, allora insolvente dopo il grounding del 2 ottobre 2001, come nuova compagnia che ha sfruttato l’involucro societario (oltre che le strutture e gli aerei) del vettore regionale Crossair, ben noto anche in Ticino per aver servito per anni l’aeroporto di Lugano-Agno. L’azienda – la cui ragione sociale completa è Swiss International Air Lines, con sede legale a Basilea ma guida operativa a Kloten (ZH) – è stata quindi acquistata nel luglio 2007 dal colosso tedesco Lufthansa. Oggi opera con 87 aerei propri (e alcuni altri in noleggio) per servire numerose destinazioni. L’organico (tutti i numeri arrotondati al centinaio) è di 8600 dipendenti, di cui 1300 piloti, 4200 assistenti di volo e 3200 impiegati a terra.

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