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Il CEO di Swatch: “Non è vero che cancello posti”

nick hayek accende un sigaro
Il CEO di Swatch respinge le critiche della NZZ. Keystone / Adrien Perritaz

Il patron di Swatch Nick Hayek, ha risposto alle critiche giunte da quello che definisce l'establishment finanziario zurighese, negando di stare cancellando discretamente degli impieghi.

“Non è vero che Swatch sta cancellando discretamente impieghi e la strategia del gruppo è buona, malgrado quanto dica la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), che agisce peraltro in malafede”. PArole del CEO di Swatch Nick Hayek.

“No, non esiste un programma di cancellazioni discrete, si tratta di una fluttuazione del tutto normale”, afferma il 69enne in un’intervista pubblicata lunedì dal Journal du Jura. “Nella relazione semestrale abbiamo indicato che avevamo lo 0,7% di dipendenti in meno. Probabilmente si tratta dei 250 posti di lavoro citati dalla NZZ”. Sabato il quotidiano di Zurigo aveva parlato di tagli presso Swatch “malgrado ami presentarsi come il difensore del mercato del lavoro locale”.

Non si sostituiscono i posti vacanti

Quello che succede è che l’impresa non sta sostituendo immediatamente le posizioni vacanti con nuovi dipendenti, ribatte Hayek. “L’andamento delle vendite è ancora difficile, soprattutto in Cina. È quindi normale e ragionevole aspettare in certi settori, prima di fare dei cambiamenti. Stiamo creando nuovi posti di lavoro altrove, non solo presso Swatch. Non è molto serio definire lo 0,7% dei cambiamenti del personale come un programma di riduzione discreto, e ancor meno lo è in un gruppo che impiega più di 33’000 persone in tutto il mondo”.

Che dire allora – chiede il giornalista – delle righe rosse tirate sul personale temporaneo? “Il motivo per cui abbiamo personale temporaneo è proprio quello di poter assorbire in modo flessibile le fluttuazioni della produzione, ad esempio se dobbiamo fare turni extra il sabato o la domenica. Rispetto al primo semestre del 2023, quando abbiamo registrato vendite record, nella prima parte del 2024 avevano naturalmente bisogno di molti meno turni extra. Anche prima di Natale o del Capodanno cinese necessitiamo di questa flessibilità. Non solo presso Swatch Group, ma nell’intero settore, sono necessari meno team di produzione speciali”.

Le accuse della NZZ

Nel suo articolo intitolato “Il mito di Swatch Group si sta sgretolando: l’azienda diventa la Migros dell’industria orologiera” la NZZ accusa Nick Hayek e gli altri componenti della famiglia di aver indebolito l’eredità del padre, di vivere più nel passato che nel presente. “Ci sono cose peggiori che essere paragonati a Migros”, ribatte l’intervistato che vanta anche un passato cinematografico (ha fra l’altro diretto e prodotto un film con Peter Fonda). “La cosa divertente è che ora ci rinfacciano di non essere abbastanza forti nel settore del lusso. Qualche anno fa ci criticavano ancora per aver trascurato la fascia bassa del mercato. Swatch sta invece andando molto bene”.

“Swatch segue la sua strada”

Come spiegare quindi le accese critiche della NZZ? “L’establishment finanziario di Zurigo si arrabbiava già con mio padre, perché Swatch Group segue la sua strada, nonostante la pressione del mercato azionario e del denaro facile. Queste critiche ci incoraggiano a perseguire la nostra strategia. Swatch è importante per l’industria orologiera svizzera, perché non siamo attivi solo nel settore del lusso. Quello che la NZZ sta facendo è davvero in malafede”, conclude.

Hayek è noto per avere un rapporto tutt’altro che idilliaco con il mondo della finanza, analogamente peraltro al padre e fondatore della società, l’imprenditore di origini libanesi Nicolas Hayek (1928-2010). Numerose sono le sue critiche alla mentalità di chi a suo dire cerca solo facili guadagni in Borsa e non sono mancate vertenze giuridiche importanti, fra l’altro con UBS, nonché polemiche sull’asserita vicinanza della giustizia zurighese al mondo bancario. Anche a livello politico il manager non è stato sempre in linea con quanto affermato dai suoi pari grado. Ad esempio nei confronti di Economiesuisse si è espresso in passato in modo critico e in materia di relazione con l’UE ha auspicato maggiore fermezza da parte della Svizzera: non lasciamoci ricattare, aveva detto per quanto riguarda l’accordo quadro.

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La settimana scorsa la famiglia Hayek ha approfittato del crollo in borsa di Swatch (-10% il corso) dopo la pubblicazione dei risultati semestrali per comprare in grande stile titoli dell’impresa, mostrando nel contempo di credere nel futuro del colosso orologiero. In due giorni tre persone che fanno parte della famiglia – il CEO Nick Hayek, la presidente del consiglio di amministrazione (CDA) Nayla Hayek (sorella di Nick) nonché un ulteriore membro del CDA, Marc Hayek (figlio di Nayla e nipote di Nick) – hanno acquistato azioni nominative, per un ammontare di circa 31 milioni di franchi.

Sebbene le nominative di Swatch abbiano un valore nominale cinque volte inferiore a quello dei titoli al portatore quotati nel listino SLI danno gli stessi diritti di voto. Grazie alle azioni nominative la famiglia Hayek è così in grado di controllare una larga fetta dell’azienda, pur disponendo di un capitale relativamente ridotto.

Gli ultimi mesi non sono stati positivi per Swatch in Borsa: dall’inizio di gennaio l’azione nominativa ha perso il 21% e sull’arco di un anno la performance è del -32%. Analogo è stato anche l’andamento del titolo maggiormente di riferimento, l’azione al portatore, che segna rispettivamente -22% e -34%.

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