Svizzeri pessimisti sulle finanze, ma alle vacanze non ci rinunciano
Anche se devono stringere la cinghia, gli svizzeri si tengono stretti le vacanze
Keystone / Bodo Marks
Sulla scia del rincaro dei premi della cassa malati e degli affitti quasi una persona residente in Svizzera su tre (29%) si aspetta un peggioramento della sua situazione finanziaria il prossimo anno.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Se rispetto al 2022 la quota di persone che prevede di avere meno soldi in tasca è aumentata di poco (era del 28%), nel confronto sul lungo periodo la crescita è molto più marcata: tra il 2017 e il 2021 la proporzione oscillava infatti tra il 13 e il 18%.
È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo condotto in novembre dall’istituto di ricerche di mercato Innofact per il sito di confronti internet Comparis, su un campione di 1’021 persone in tutte le regioni del paese. “A causa dell’aumento dei costi, molti svizzeri e svizzere devono stringere ancora di più la cinghia e questo si ripercuote sulla fiducia a livello finanziario”, commenta Michael Kuhn, esperto Comparis in finanze e consumi, citato in un comunicato odierno.
A incidere sarà la fattura dell’assicurazione sanitaria, addotta dall’83%, percentuale molto superiore a quella degli anni scorsi, nonché la progressione del costo dell’alloggio (pigioni o oneri ipotecari), messa in conto dal 51%.
C’è comunque anche chi è ottimista: il 26% delle persone interpellate ritiene che nel 2024 la propria situazione finanziaria migliorerà rispetto a quest’anno. Con una quota del 30%, gli uomini si rivelano molto più entusiasti sul futuro rispetto alle donne, tra le quali solo il 22% si aspetta un miglioramento. Nella fascia d’età tra i 18 e i 35 anni l’ottimismo è particolarmente pronunciato e arriva a toccare il 45%.
Attualmente il 5% delle persone si sente molto tranquillo a livello economico e afferma di non dover prestare attenzione alle spese. Una quota maggiore, pari al 19%, giudica in modo sereno la situazione e può permettersi quasi tutto quello che desidera; il dato è tuttavia inferiore rispetto al 2021 e al 2022, in cui si attestava al 23%. Il 50% dichiara di avere abbastanza risorse ma di non poter soddisfare tutti i propri desideri, dato superiore al 45% di dicembre 2022. La categoria che deve fare attenzione a ogni franco speso rimane relativamente stabile al 23%. Secondo Kuhn, la situazione finanziaria della maggior parte degli abitanti della Confederazione rimane buona, ma è in aumento il numero delle persone che deve rinunciare a qualche sfizio per motivi economici.
Il 4% delle persone intervistate ha dichiarato di non riuscire ad arrivare a fine mese: nella Svizzera italiana questo dato, che raggiunge l’11%, è sensibilmente più alto che nella Svizzera tedesca, dove è pari al 3%. Come ci si può aspettare le economie domestiche con un reddito fino a 4000 franchi sono molto più colpite dal problema (16%) rispetto a quelle con un reddito tra i 4000 e gli 8000 franchi (2%), nonché di quelle che dispongono di oltre 8000 franchi (0,5%).
Sì a tagli a spese inutili, ma alle vacanze non si rinuncia
Se obbligate a risparmiare, il 72% delle persone interrogate rinuncia a spese inutili e acquisti spontanei, risultato in linea con gli anni precedenti. Il 52% afferma di confrontare i prezzi di diversi offerenti e di optare per l’offerta più economica; si tratta di una percentuale maggiore rispetto al 44% del 2019 e al 47% del 2020. Anche la percentuale di persone che ricorre agli sconti ha visto un incremento, raggiungendo il 62%, superiore al 51% del 2019 e al 57% del 2020.
In caso di necessità le persone intervistate rinuncerebbero più facilmente (63%) a gadget ed elettronica di consumo. La disponibilità a fare a meno di viaggi e vacanze è invece diminuita sensibilmente: secondo l’ultimo sondaggio vi rinuncerebbe solo il 36%, il che denota un calo rispetto al 41% del 2022. Nella Svizzera italiana la quota sale però al 50%, un dato superiore rispetto alle regioni germanofone, dove si ferma al 35%. Ultimo dato, la popolazione svizzera non vuole fare a meno dell’auto: solo il 28% del campione è pronto a rinunciarci, un valore inferiore rispetto al 33% del 2022, ma anche in confronto al 2021 e al 2020.
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