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Speciale votazioni federali

Care lettrici e cari lettori,

Come ben sapete, spesso i risultati delle votazioni federali non riservano grosse sorprese. Nella maggior parte dei casi, le cifre che emergono nei sondaggi sono poi confermate nelle urne. Questo
fine settimana è andata altrimenti. Il testa a testa che si preannunciava tra favorevoli e contrari per l’abolizione dell’imposta sul valore locativo non c’è stato, mentre il risultato di quella che sembrava essere una votazione scontata – l’introduzione della carta d’identità elettronica – si è giocato per una manciata di voti.

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Il destino dell’e-Id è restato a lungo in bilico domenica. Keystone / Anthony Anex

Data come per praticamente acquisita nell’ultimo sondaggio di inizio settembre, con una proporzione di “sì” al 59%, la legge sull’identità elettronica (e-Id) è stata approvata per un soffio: poco più di 20’000 voti separano favorevoli e contrari.

Alla fine ha prevalso il “sì”, ma per ribaltare la tendenza che aveva dominato per tutto il pomeriggio — con il campo dei contrari costantemente in vantaggio — si è dovuto attendere l’arrivo dei risultati di due Cantoni urbani, Zurigo e Ginevra. La legge sull’identità elettronica è così stata accettata con il 50,4% di consensi. L’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE), secondo cui l’introduzione dell’e-Id faciliterà la vita alle persone espatriate, permettendo loro un accesso più semplice ai servizi dell’amministrazione federale, può tirare un sospiro di sollievo. Un “no” avrebbe inoltre verosimilmente rappresentato un freno agli sforzi in atto per dotare il Paese di un sistema di voto elettronico, cavallo di battaglia da anni dell’OSE.

Il voto mostra una Svizzera molto divisa, sia tra città e campagna, sia in misura un po’ minore tra la Svizzera francese e italiana e quella tedesca. Nelle zone rurali il “no” ha nettamente prevalso, mentre le aree urbane si sono dimostrate più fiduciose verso questa nuova tecnologia. Malgrado la sconfitta di misura, i promotori del referendum – riuniti intorno al Partito pirata e ai Giovani UDC – si sono detti soddisfatti del risultato raggiunto e hanno espresso la volontà di continuare a battersi affinché i cittadini e le cittadine possano continuare a vivere restando al di fuori dei radar digitali. Per la consigliera nazionale socialista Jessica Jaccoud, favorevole all’e-Id, il risultato sul filo di lana si spiega in parta con “il clima internazionale nel quale viviamo, che ha creato sfiducia nei confronti del mondo digitale”.

Se l’OSE può tirare un sospiro di sollievo, il consigliere federale socialista Beat Jans, che in veste di responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia era in prima linea nel difendere il progetto, può fare altrettanto. La prima proposta di introdurre una carta d’identità elettronica era infatti stata bocciata in votazione popolare il 7 marzo 2021. Questa volta, però, il Consiglio federale ha corretto il tiro, elaborando un progetto in cui l’e-Id è gestita dallo Stato e non dai privati, è facoltativa e introduce ulteriori protezioni per la privacy.

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In un Paese di inquilini come la Svizzera, il “sì” piuttosto netto di domenica rappresenta un po’ una sorpresa. Keystone / Laurent Gillieron

Dopo diversi tentativi alle urne, questa è stata la volta buona: il 57,7% degli elettori e delle elettrici svizzeri ha accettato l’abolizione dell’imposta sul valore locativo, dicendo sì alla nuova tassa immobiliare cantonale sulle abitazioni secondarie.

In futuro chi possiede un immobile in Svizzera non dovrà più dichiarare al fisco una rendita fittizia legata al valore della propria abitazione. Accettando l’introduzione di un’imposta cantonale sulle abitazioni secondarie, la maggioranza del popolo e dei Cantoni ha di fatto abrogato questa particolarità del sistema fiscale svizzero, introdotta nel 1915. Contrariamente a quanto era emerso dai sondaggi, che prevedevano un testa a testa tra il campo a favore e quello contrario alla riforma, il risultato è stato molto più netto del previsto: il “sì” l’ha infatti spuntata con il 57,7%.

La geografia del voto mostra un vero e proprio “fossato dei Rösti”: nei Cantoni della Svizzera tedesca il “sì” ha infatti prevalso nettamente praticamente dappertutto, con percentuali che sfiorano il 70%, mentre nella Svizzera romanda circa sei elettori ed elettrici su dieci hanno respinto questa riforma costituzionale. Il consigliere agli Stati vodese Pascal Broulis, che contrariamente al suo partito, quello liberale radicale, era contrario alla riforma, ha spiegato questa differenza nel comportamento di voto con gli “eccessi fiscali” praticati dai Cantoni svizzero tedeschi in materia di valore locativo.

Il risultato di domenica è piuttosto sorprendente, soprattutto per la sua entità, in un Paese come la Svizzera dove circa il 60% della popolazione vive in affitto. La riforma avvantaggia infatti soprattutto le persone proprietarie di case e in particolare quelle che hanno ipoteche basse. Il passaggio a un nuovo sistema potrebbe comportare una perdita di gettito fiscale per Confederazione e Cantoni se i tassi ipotecari resteranno, come ora, al di sotto del 3% circa. I Cantoni potranno compensare questi minori introiti con l’introduzione di un’imposta sulle seconde case.

pista da ballo
Nel Canton Turgovia si potrà ballare anche nei giorni di festività religiose. Keystone-SDA

Oltre alle due votazioni federali, in diversi Cantoni l’elettorato era chiamato alle urne anche per esprimersi su oggetti locali. Tra questi scrutini spicca il particolare il doppio “sì” in Ticino a due iniziative sui premi dell’assicurazione malattie obbligatoria di base. Un giro d’orizzonte.d

Il forte e continuo aumento dei premi delle casse malattie sembra decisamente essere una delle principali preoccupazioni dei cittadini e delle cittadine ticinesi. Questo fine settimana hanno infatti accettato due iniziative che emanano dal Partito socialista e dalla Lega volte ad alleggerire la fattura sanitaria per le economie domestiche. L’iniziativa del PS, che prevede un tetto massimo del 10% dell’importo dei premi sul reddito disponibile, è stata accolta con il 57% dei voti. Quella della Lega, che propone di rendere fiscalmente deducibile tutta la somma pagata per le casse malattie, ha ricevuto un consenso ancor più netto, ottenendo il 60,5% di consensi.

A Basilea Città la maggioranza dell’elettorato ha approvato, con il 64,5% di “sì”, un’iniziativa che mira a sancire nella Costituzione cantonale l’impegno del Cantone a favore di “relazioni buone e stabili” tra la Svizzera, l’UE e i Paesi confinanti. Nel Canton Vaud è invece stata respinta una modifica costituzionale per facilitare l’accesso al diritto di voto e di eleggibilità a livello comunale per i cittadini e le cittadine stranieri. Nel Canton Svitto il corpo insegnante avrà più soldi nelle tasche a fine mese: l’elettorato ha infatti approvato un aumento degli stipendi. Tra le altre votazioni in programma, menzioniamo ancora la soppressione nel Canton Turgovia del cosiddetto “divieto di ballare” (Tanzverbot) nei giorni festivi religiosi più importanti. La misura fa parte di una revisione della legge cantonale sui giorni di riposo che permetterà di organizzare eventi culturali e sportivi anche in queste feste, a condizione che si svolgano in luoghi chiusi e che non vi partecipino più di 500 persone.

A livello comunale, da segnalare ancora il “sì” dell’elettorato della città di Zurigo a una misura che limita l’uso dei soffiatori di foglie. Concludiamo con una curiosità: questo fine settimana, per la prima volta le quasi 24’000 persone che parlano romancio nei Grigioni hanno potuto votare nella loro lingua a livello federale. La Confederazione ha infatti stampato e spedito schede elettorali in questo idioma, una novità assoluta.

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