Riusciti i referendum popolare e cantonale contro la tassazione individuale
È ormai sicuro: si voterà contro la legge federale del 20 giugno scorso sull'imposizione individuale. I due referendum, uno dei Cantoni e l'altro popolare, sono formalmente riusciti. Lo comunica la Cancelleria federale.
Per il referendum popolare sono state depositate 66’764 firme, di cui 65’377 valide (necessarie 50’000). Il referendum dei Cantoni è stato sostenuto da San Gallo, Obvaldo, Vallese, Appenzello Interno, Svitto, Argovia, Uri, Nidvaldo, Turgovia e Appenzello Esterno. Si tratta del secondo referendum, riuscito, dei Cantoni dal 1874. I Cantoni che vi hanno fatto ricorso intendono soprattutto opporsi al maggior onere amministrativo che, sostengono, deriverà dalla fiscalità individuale.
Il referendum popolare è stato promosso da un’alleanza interpartitica. Questa alleanza sostiene che l’imposizione individuale crea nuove disuguaglianze e rappresenta un “enorme mostro burocratico”. Le coppie sposate dovrebbero compilare due dichiarazioni dei redditi, che rappresenterebbero circa 1,7 milioni di dichiarazioni supplementari all’anno. Ciò comporterebbe un enorme carico amministrativo, costi elevati e obbligherebbe ogni anno a una “fastidiosa” divisione dei beni tra i coniugi.
Altri sviluppi
Arriva la tassazione individuale per non penalizzare le coppie sposate
Referendum cantonale
Il referendum cantonale è stato utilizzato solo una volta finora, ossia nel 2003, quando undici cantoni si opposero a un pacchetto fiscale della Confederazione, temendo perdite ingenti. In votazione, il 16 maggio 2004, il progetto fu bocciato dal 65,9% dei votanti.
All’epoca, tale referendum cantonale non sarebbe stato neppure necessario, poiché erano già state raccolte più di 50 mila firme tramite la via tradizionale del referendum popolare. Le due forme di referendum sono tuttavia trattate in modo equivalente.
Lo strumento del referendum – quello dei cantoni e quello popolare – è disciplinato dall’articolo 141 Collegamento esternodella Costituzione federale. Questo precisa che 50’000 aventi diritto o otto Cantoni possono richiedere di porre in votazione le leggi federali, certi decreti federali e taluni trattati internazionali. La richiesta deve essere inoltrata entro cento giorni dalla pubblicazione ufficiale dell’atto.
A differenza delle votazioni federali dove è richiesta la doppia maggioranza, gli ex semicantoni (i due Basilea, Obvaldo e Nidvaldo, così come i due Appenzello) contano ciascuno come una voce cantonale intera. I dettagli relativi al referendum dei Cantoni sono disciplinati dalla Legge federale sui diritti politici. Questa prevede ad esempio che, salvo disposizione contraria del diritto cantonale, la decisione riguardante la partecipazione a un referendum spetta al Gran Consiglio.
La decisione va comunicata alla Cancelleria federale precisando in particolare il nome dell’atto normativo combattuto, l’organo cantonale responsabile, nonché la data e il risultato della decisione referendaria. Allo scadere dei 100 giorni, la Cancelleria federale verifica se ha ricevuto almeno otto lettere valide dai Cantoni.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.