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Previdenza vecchiaia, “Iva su e donne in pensione più tardi”

Con la generazione dei Baby boomers che si avvicina alla pensione il risanamento delle casse dell'Assicurazione vecchiaia e superstiti (Avs) è un problema urgente per il governo elvetico, che intende risolverlo con un aumento dell'Iva e dell'età pensionabile per le donne.

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Dopo due tentativi di riforma bocciati alle urne, nel 2004 e nel 2017, ci troviamo “in un momento delicato”, ha dichiarato il ministro dell’interno elvetico Alain Berset in una conferenza stampa a Berna. “Dopo 20 anni di sconfitte è ora di avere successo”, ha aggiunto.

L’Assicurazione vecchiaia e superstiti (Avs) è stata creata per garantire una rendita dignitosa a chi va in pensione, ma da qualche tempo a questa parte il sistema è in difficoltà.

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Secondo Berset è importante trovare “53 miliardi di franchi per stabilizzare l’Avs nei prossimi 10 anni”.

Alain Berset
La riforma dell’Avs, una difficile sfida per il ministro degli interni Alain Berset. Keystone

Il governo ha dunque presentato giovedì le linee guida del nuovo progetto di legge che verrà posto in consultazione prima di essere sottoposto al parere del Parlamento.

Esso prevede un aumento dell’Iva fino a un massimo di 1,5 punti e l’armonizzazione dell’età di pensionamento delle donne, attualmente fissata a 64 anni, con quella degli uomini, a 65 anni.

Con la nuova idea dell’esecutivo tutti dovrebbero poter andare in pensione in maniera flessibile fra i 62 e i 70 anni, ricevendo tutta o parte della rendita. La popolazione sarà comunque incentivata a lavorare oltre i 65 anni: le quotizzazioni versate dopo questa soglia di età permetteranno ad esempio di aumentare la rendita.

È difficile tuttavia che l’aumento dell’età pensionabile trovi il consenso della maggioranza e anche l’aumento dell’Iva sarà molto probabilmente contestato. Nel progetto Previdenza 2020, bocciato dal popolo nel settembre dello scorso anno, il governo aveva inizialmente puntato su un aumento del 2% prima di proporre l’1,5% al Parlamento. La Camera alta aveva ridotto l’incremento all’1%, la Camera bassa allo 0,6%. Questo non è però bastato a convincere la maggioranza degli svizzeri.

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