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Prostituzione, meno “professioniste” ed è cambiata l’offerta

Una donna in una camera per incontri.
La prostituzione si sposta negli appartamenti. KEYSTONE

Nella Svizzera Italiana sono diminuite intorno a 200 le prostitute legali e si è ridotto il numero dei postriboli. È però aumentato l’esercizio negli appartamenti privati, che solo in parte vengono notificati alle autorità cantonali.

Sono poco più di 200 le prostitute che esercitano legalmente la professione in Ticino. Il fenomeno è evoluto negli ultimi anni, si è assistito a un aumento della prostituzione in appartamento, ha spiegato al programma informativo SEIDISERA della radio pubblica RSI il commissario Gianluca Calà Lesina, capo della sezione della Polizia cantonale che si occupa di tratta e di sfruttamento di esseri umani.

I postriboli ancora attivi sono ormai meno di una decina. Una quindicina di anni fa, prima dell’operazione repressiva della Procura ticinese, i locali a luci rosse erano 35 e le prostitute oltre 600.

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Calà Lesina ha snocciolato le cifre precise del fenomeno: “Attualmente in canton Ticino risultano nove locali erotici autorizzati e 21 appartamenti notificati, all’interno dei quali è possibile esercitare la prostituzione.

Stando ai dati dell’ultimo fine settimana, presso i locali erotici risultavano registrate 186 persone, alle quali occorre aggiungere le 21 persone che esercitano nell’appartamento”. A queste bisogna aggiungere “evidentemente anche coloro che esercitano la prostituzione in maniera illegale”.

+ Prostituzione, la zona grigia degli appartamenti

SEIDISERA (RSI): La nuova legge sulla prostituzione già negli scorsi anni aveva portato a galla il problema, per chi esercita la professione, di trovare degli appartamenti adatti. Potrebbe essere ancora questa la causa e dell’ulteriore crescita di situazioni illegali?

Gianluca Calà Lesina: “Non direi che è un problema derivante dalla legge. Dal nostro osservatorio è un cambiamento dell’offerta”.

Ha parlato di cambiamento dell’offerta. Avete riscontrato casi particolari?

“In inchieste recentemente affrontate abbiamo riscontrato dei saloni di massaggi all’interno dei quali venivano fornite anche prestazioni sessuali che non erano autorizzate in quel luogo”.

Queste illegalità sono anche collegate a situazioni di sfruttamento della prostituzione e tratta di esseri umani?

“In termini generali, la Svizzera è considerata un Paese a basso rischio per quanto concerne la tratta degli esseri umani, dato che si conferma anche alle nostre latitudini. Per contro, sono state avviate delle indagini per il supposto reato di promovimento della prostituzione in Ticino e parte di queste sono già state giudicate”.

Mercoledì a processo alle correzionali a Lugano vi era anche una cittadina cinese ed è un fatto piuttosto nuovo per il Ticino, ma si tratta di un caso isolato. Siamo di fronte a una tendenza?

“In un recente passato abbiamo riscontrato un leggero aumento rispetto al passato di prestazioni sessuali fornite da cittadine cinesi. Ma non si tratta di un fenomeno dilagante. La maggior parte delle persone che sono attive legalmente nella prostituzione sono di origine rumene, seguite da italiane e spagnole”.

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