Le prospettive economiche stanno migliorando in Svizzera, sia nel settore industriale che nel ramo dei servizi.
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Keystone-ATS
È questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge dagli indici PMI elvetici, cioè dagli indicatori che illustrano il comportamento dei manager che, nelle imprese, si occupano degli acquisti aziendali. Gli indicatori sono peraltro migliori di quanto si aspettassero gli esperti.
Per quanto riguarda l’industria, il parametro si è attestato in agosto a 49,0 punti, confermandosi per il 20esimo mese consecutivo al di sotto della soglia di crescita fissata a 50. Il dato è però in netto miglioramento (+5,5 punti rispetto a luglio, +9,1 punti su base annua) ed è ai massimi da gennaio 2023, ha indicato lunedì UBS, istituto che l’anno scorso è subentrato a Credit Suisse (CS) nel pubblicare l’indicatore.
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Analisti meno fiduciosi sul futuro dell’economia svizzera
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Gli analisti finanziari sono meno fiduciosi riguardo al futuro dell’economia svizzera: è l’indicazione che emerge dall’indice sulle prospettive economiche calcolato da UBS e da CFA Society Switzerland.
Le specialiste e gli specialisti della banca guidata da Sergio Ermotti interpretano le informazioni raccolte, attraverso un sondaggio, dall’associazione di categoria Procure.ch. L’indice è superiore alle previsioni degli analisti interrogati dall’agenzia AWP, che andavano da 42,0 a 45,0 punti.
Non si canti ancora vittoria
“Malgrado il miglioramento è però ancora troppo presto per parlare di una ripresa sostenuta del settore industriale”, mettono comunque in guardia gli analisti di UBS. Il livello più alto dell’indice era stato raggiunto nel luglio 2021, quando erano stati registrati 70,0 punti, massimo assoluto da quando vengono raccolti i dati, cioè dal gennaio 1995. L’indicatore era poi sceso fino a 38,5 nel luglio 2023, minimo dal 2009.
Passando all’ambito dei servizi, il relativo indice PMI si è attestato in agosto a 52,9 punti, in progressione di 8,2 punti mensile e di 2,6 punti rispetto allo stesso mese del 2023. L’indicatore è quindi riuscito a tornare oltre la soglia di crescita e anche in questo caso ha superato le aspettative degli economisti, che andavano da 48,0 a 52,0 punti.
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In entrambi i settori – industria e servizi – può essere osservato con particolare attenzione il segmento dell’impiego: nel ramo secondario il relativo sottoindice è sceso a 45,7 (-0,2 punti) e anche nel terziario si mantiene sotto la soglia di crescita (48,6, +2,6 punti), che segnala quando le imprese sono in numero più numeroso a voler ampliare l’organico.
La versione svizzera dell’indice PMI si inserisce in una tradizione nata negli Stati Uniti che risale ai primi decenni del secolo scorso: è stato infatti nel 1931 che la National Association of Purchasing Management (NAPM) raccolse per la prima volta i dati degli acquisti. Oggi in tutto il mondo il PMI figura fra gli indicatori economici più seguiti per tastare il polso allo stato di un’economia. Normalmente gli indici vengono pubblicati il primo giorno feriale del mese, come è stato il caso oggi.
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