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Patto sulla migrazione, deve decidere il Parlamento

A decidere se firmare o meno il Patto globale dell’ONU sulla migrazione deve essere il Parlamento e non il Governo. Lo ha deciso giovedì il Consiglio degli Stati.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 novembre 2018
tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 29.11.2018)
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Il Patto dell’ONULink esterno è il primo strumento a livello internazionale che si prefigge di migliorare la gestione dei flussi migratori.

Nelle scorse settimane, il testo dell’ONU è stato criticato da più fronti, tanto che il Governo svizzero ha deciso di non partecipare alla conferenza internazionale in programma a Marrakech il 10 e 11 dicembre, durante la quale il Patto dovrà essere formalmente approvato. E questo nonostante sia stata proprio la diplomazia svizzera (e messicana) a portare avanti l’elaborazione del documento.

Il timore è che questo testo, malgrado non sia vincolante, leda la sovranità nazionale. Che sia incompatibile, ha affermato il ‘senatore’ Hannes Germann (Unione democratica di centro), con la gestione indipendente dell’immigrazione. Un’opinione già espressa da alcuni paesi: gli Stati Uniti, l’Austria, la Bulgaria, la Polonia, la Slovacchia o ancora la Cechia hanno indicato che non lo firmeranno. 

Anche la firma dell'Italia non è sicura: mercoledì, presentando il decreto sicurezza, Matteo Salvini ha infatti dichiarato che il Patto non sarà firmato finché non si esprimerà il Parlamento.

Agire con prudenza

È quanto vuole anche il Consiglio degli Stati (camera alta del Parlamento svizzero) che giovedì ha approvato due mozioni in tal senso.

Il liberale radicale Philipp Müller ha sottolineato che il testo si concentra solo sugli aspetti positivi della migrazione, senza spendere una sola parola sui problemi che può generare. Insomma, anche se non si tratta di un'intesa vincolante sul piano giuridico, è necessario agire con prudenza.

L'importanza del tema in discussione giustifica la necessità di sottoporre il trattato al vaglio del Parlamento, ha spiegato Filippo Lombardi (Partito popolare democratico) a nome della Commissione di politica estera. In questo modo si potranno conoscere in dettaglio i contenuti del patto e le conseguenze per la Svizzera. Questi chiarimenti saranno contenuti nel messaggio del governo a destinazione del Parlamento.

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