Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Questo fine settimana ho seguito i dibattiti del Consiglio degli Svizzeri all'estero a Palazzo federale. Nella Sala dei passi perduti, dove solitamente si aggirano parlamentari, risuonavano numerose conversazioni in inglese o in spagnolo e, naturalmente, nelle nostre lingue nazionali. Una diversità linguistica che rispecchia quella della comunità svizzera stabilita ai quattro angoli del mondo.
Nel bollettino odierno parliamo anche di disordini scoppiati a Losanna, torniamo sulla telefonata tra Karin Keller-Sutter e Donald Trump e della decisione della Posta di non accettare più invii per gli USA.
Buona lettura,
Nuova escalation nel conflitto doganale con gli Stati Uniti. La Posta Svizzera ha deciso questo lunedì di sospendere la consegna dei pacchi destinati negli Stati Uniti, seguendo l’esempio delle altre poste europee.
Il Governo statunitense ha deciso di sopprimere, a partire dal 29 agosto, la franchigia di 800 dollari statunitensi per l’importazione di merci, ha annunciato lunedì la Posta. Senza questa franchigia, ogni spedizione di merci – indipendentemente dalle dimensioni e dal valore – dev’essere dichiarata e sdoganata alla dogana statunitense.
Inizialmente, la misura doveva riguardare unicamente le spedizioni provenienti dalla Cina e da Hong Kong. L’obiettivo era contrastare gli invii massicci dei colossi del commercio online Temu e Shein. Ma la Casa Bianca ha deciso di generalizzare questo provvedimento. Ciò significa che i pacchi europei dovrebbero essere tassati al 15%. Per quanto riguarda la Svizzera, la percentuale sarebbe del 39%.
La Posta, come molte altre aziende postali nel mondo – in particolare i servizi tedeschi, spagnoli, austriaci e belgi – si vede quindi costretta a rifiutare le spedizioni di merci per gli Stati Uniti a partire da martedì. L’azienda afferma di aver preso questa decisione in stretta collaborazione con le autorità svizzere. Lettere, documenti e invii express non sono tuttavia interessati dal provvedimento.
Dopo la versione svizzera, la stampa domenicale ha riportato ieri la versione statunitense della famosa telefonata tra Karin Keller-Sutter e Donald Trump. Il presidente americano avrebbe deciso d’imporre dazi doganali del 39% alla Svizzera soprattutto perché la presidente della Confederazione lo avrebbe irritato.
Karin Keller-Sutter avrebbe “umiliato” il suo omologo statunitense il 31 luglio al telefono, secondo fonti americane citate dal giornale svizzero-tedesco SonntagsBlick. La presidente della Confederazione avrebbe sermoneggiato Donald Trump, impartendogli una lezione di economia politica di mezz’ora. “Non è più un problema di Paese, ma di personalità”, avrebbe detto il repubblicano.
In seguito a queste rivelazioni, anche parlamentari di destra si chiedono se sia ancora opportuno lasciare che Karin Keller-Sutter parli di nuovo con Donald Trump. Da parte dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), alcune voci chiedono che sia il ministro democentrista dell’Economia Guy Parmelin a negoziare con il presidente americano.
La Confederazione non è di questo avviso: il Dipartimento federale delle finanze afferma che Karin Keller-Sutter non è diventata persona non grata a Washington e sottolinea che i negoziati proseguono. Per gli ambienti diplomatici elvetici, potrebbe trattarsi di una tattica negoziale da parte degli Stati Uniti.
Anche fonti svizzere si erano espresse sulla stampa domenicale a inizio agosto. Secondo queste ultime, Donald Trump si sarebbe sentito offeso dal fatto che Karin Keller-Sutter non avesse proposto nulla per modificare il deficit commerciale della Svizzera. Tuttavia, non ci sarebbe stata alcuna lite.
Le strade di Losanna sono state, domenica sera, teatro di scene di caos viste raramente in Svizzera. Scontri tra giovani e polizia sono scoppiati dopo la morte di uno scooterista minorenne, inseguito dalle forze dell’ordine.
Un assembramento di un centinaio di giovani è degenerato a Losanna. Questi ultimi hanno incendiato cassonetti e un autobus del trasporto pubblico, hanno lanciato ordigni pirotecnici in direzione delle forze di polizia e scritto sui muri: “La polizia uccide”. Si erano radunati all’annuncio del decesso del minorenne.
Domenica verso le 4 del mattino, un giovane losannese di 17 anni ha perso la vita in un incidente in scooter dopo aver urtato un muro, mentre era inseguito dalla polizia. Lo scooter era stato rubato di recente. È stata aperta un’inchiesta penale.
Non è il primo decesso di questo tipo a verificarsi nella capitale vodese. A fine giugno, un’adolescente di 14 anni è morta in circostanze simili. Secondo 24 heures, sette persone sono decedute durante un fermo di polizia, un arresto o un inseguimento dal 2016 nel canton Vaud. Il giornale denuncia la mancanza di trasparenza del sistema cantonale di inchiesta sulle violenze poliziesche.
Circa 120 rappresentanti della diaspora si trovavano a Berna venerdì e sabato. Delegate e delegati giunti per partecipare al primo Consiglio degli Svizzeri all’estero della legislatura, nell’ambito degli SwissCommunity Days.
Questo primo Consiglio della legislatura ha segnato una svolta: per la prima volta, sono state organizzate elezioni dirette su larga scala in diversi Paesi. Il Parlamento della Quinta Svizzera aveva il compito di confermare le persone elette nella loro funzione. Risultato: più della metà dei 140 seggi ha visto un cambio di titolari, con una maggiore rappresentanza di donne e giovani.
Tuttavia, non tutto si è svolto senza intoppi. L’elezione dei 20 membri interni ha suscitato tensioni. Il comitato dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE) aveva proposto queste candidature, come previsto dagli statuti. Questa modalità di designazione, unita all’assenza di alcuni membri durante la scorsa legislatura, ha provocato scambi accesi. Un adeguamento del regolamento è ora allo studio.
Il Consiglio degli Svizzeri all’estero (CSE) ha inoltre adottato una risoluzione a favore dell’identità elettronica (e-ID), sottoposta al voto popolare il 28 settembre. Secondo i delegati e le delegate, essa permetterebbe a chi vive all’estero di accedere più facilmente ai servizi amministrativi e favorirebbe lo sviluppo del voto elettronico.
Infine, in un’intervista rilasciata a Swissinfo, il nuovo direttore dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero (OSE), Lukas Weber, ha sottolineato che le finanze dell’organizzazione rappresentano una preoccupazione di primo piano. “In futuro dobbiamo aspettarci una riduzione del sostegno da parte della Confederazione, che rappresenta l’83% del nostro budget”, ha dichiarato.
Foto del giorno
Un bambino sventola la bandiera nazionale ucraina durante una manifestazione organizzata per celebrare la festa dell’indipendenza dell’Ucraina, domenica a Ginevra.
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