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Fuochi d'artificio

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

L’immancabile polemica sui fuochi d’artificio non poteva mancare nella nostra selezione di notizie alla vigilia della Festa nazionale.

Leggeremo però anche di risultati semestrali della BNS, della “taglia” messa sulla testa del calabrone asiatico nella regione di Basilea e della posizione della Svizzera su un possibile riconoscimento della Palestina.

Buona lettura!

Edificio
La sede centrale della BNS, numero civico 1 di Piazza federale. Keystone / Urs Flueeler

I conti della Banca nazionale svizzera (BNS) sono in rosso. La banca centrale elvetica ha accusato una perdita di 15,3 miliardi di franchi nel primo semestre del 2025.

Lo ha comunicato oggi la stessa BNS indicando che il risultato negativo è riconducibile soprattutto alle posizioni in valuta estera. In particolare, è la debolezza del dollaro americano a pesare. Alla fine di marzo, prima che il presidente statunitense Donald Trump presentasse le sue decisioni in materia di dazi, un dollaro valeva poco più di 88 centesimi di franco. A fine giugno, era sceso a 79 centesimi.

Stando al comunicato diffuso giovedì, è stata registrata una perdita di 22,7 miliardi sulle posizioni in valuta estera, ma la BNS ha realizzato guadagni per 8,6 miliardi sulle riserve auree, rimaste invariate in termini quantitativi. Le posizioni in franchi hanno invece registrato una perdita di un miliardo di franchi.

Il risultato della BNS dipende prevalentemente dall’andamento dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali; pertanto, è soggetto a forti oscillazioni che rendono difficile trarre conclusioni per l’intero esercizio annuale, puntualizza l’istituto.

Monika Schmutz Kirgöz.
Monika Schmutz Kirgöz. Keystone / Anthony Anex

Di fronte alla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, dopo la Francia, anche il Canada ha annunciato che riconoscerà la Palestina, e altri Paesi sono pronti a fare altrettanto. Qual è la posizione della Svizzera?

“La posizione elvetica è chiara, non appena sarà istituito un processo di pace credibile, possiamo pensare se riconoscere la Palestina”, ha dichiarato Monika Schmutz Kirgöz, responsabile della Divisione Medio Oriente del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), alla SRF.

La Svizzera ritiene che il riconoscimento di uno Stato palestinese sia una delle premesse per una pace duratura basata sulla soluzione a due Stati”, si legge in un comunicato del DFAE rilasciato in seguito alla Conferenza sulla soluzione dei due Stati tenutasi a New York, dove la Confederazione era rappresentata da Schmutz Kirgöz.

“Potrebbe essere preso in considerazione se venissero adottate misure concrete per la sua attuazione, che garantiscano sia la sicurezza di Israele sia il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese”, precisa la nota.

Davanti ai 120 Paesi presenti a New York, Schmutz Kirgöz ha dichiarato che “la situazione è insostenibile e dobbiamo agire con urgenza”. Ai microfoni della RSI ha poi affermato che “sono mesi, da quando c’è questo blocco umanitario, che noi e il ministro degli esteri Ignazio Cassis diciamo agli israeliani che è inaccettabile”.

Bandierine svizzere e fuochi d'artificio
La Svizzera si sta disinnamorando dei fuochi d’artificio? Keystone / Jean-Christophe Bott

Domani è la Festa nazionale svizzera e i media elvetici restano fedeli a quella che ormai sembra essere diventata una tradizione: parlare dei fuochi d’artificio e delle polemiche che innescano.

“Sarà l’ultimo primo agosto con i fuochi artificiali?”, si chiede ad esempio il Blick, ricordando che è pendente un’iniziativa che chiede di proibirli, anche se non toccherebbe i grandi eventi di importanza nazionale. Il giornale sottolinea comunque che l’amore elvetico per i botti sembra scemare, con sempre meno fuochi artificiali in vendita nei negozi.

Dal canto suo, Watson elenca i Comuni che hanno già deciso di rinunciare agli spettacoli pirotecnici, perlomeno per quest’anno.

L’iniziativa è stata lanciata anche da associazioni animaliste, ma non sono solo gli animali a soffrire a causa dei botti, ricordano i giornali del gruppo Tamedia, i quali hanno raccolto la testimonianza di un 25enne che ne ha la fobia. Gli articoli citano un sondaggio secondo cui il 68% della popolazione sarebbe “abbastanza” o “chiaramente” a favore del divieto.

calabrone
Nella regione di Basilea sono stati trovati 80 nidi di calabrone asiatico solo quest’anno. Nel 2024 erano 14, scrive BZ Basel. Keystone/DPA/Boris Roessler

Sulla testa del calabrone asiatico pende una “taglia”. Per lottare contro questo insetto invasivo, le autorità di Basilea Città e Basilea Campagna ricompensano in denaro chi scova e segnala i nidi.

“Se, ad esempio, si osserva una forte presenza di questo insetto vicino a un’arnia, la si può segnalare all’Associazione apicoltori di Basilea”, spiega Gabriel Strebler dell’Ufficio protezione ambiente ed energia di Basilea Campagna. Loro manderanno una squadra di ricerca e se questa avrà successo, vale a dire trova il nido, chi ha effettuato la segnalazione riceverà una ricompensa di 100 franchi.

Il calabrone asiatico non ha nemici naturali nel continente europeo e quindi si diffonde molto rapidamente. In Svizzera è comparso nel Giura nel 2017 e ora è presente in almeno 14 Cantoni a nord delle Alpi.

I danni che provoca sono evidenti per l’essere umano soprattutto perché si nutre di api mellifere, ma “nel suo menù ci sono 1’400 specie di insetti, questo lo rende una minaccia per la biodiversità”, ricorda il giornale BZ Basel.

Bandiera gigante strappata
Keystone / Gian Ehrenzeller

Foto del giorno

Il 2025 si è rivelato essere uno di quegli anni in cui il maltempo non ha reso possibile appendere la più grande bandiera svizzera del mondo (80×80 m) sulla parete rocciosa del Säntis, nella Svizzera orientale, in vista del 1° agosto.

Si è deciso quindi di ancorarla sui prati sottostanti. Appena srotolata, una forte folata di vento l’ha però strappata. Nulla di grave, sembra, era già successo in passato.

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