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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Che l’AVS abbia bisogno di più soldi è risaputo. Oggi il Consiglio federale ha presentato i piani per la prossima riforma del sistema pensionistico. In breve: le entrate provenienti dalle attuali fonti di finanziamento dovrebbero essere aumentate, mentre l’età pensionabile dovrebbe rimanere a 65 anni.

Buona lettura!

La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider informa sull’orientamento della prossima riforma dell’AVS.
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider informa sull’orientamento della prossima riforma dell’AVS. Keystone / Anthony Anex

Che l’AVS abbia bisogno di più fondi non è un segreto. La ministra dell’interno Elisabeth Baume-Schneider ha presentato oggi i piani del Consiglio federale per la prossima riforma dell’AVS, denominata “AVS2030”.

Il Consiglio federale intende aumentare le entrate dell’AVS attraverso le attuali fonti di finanziamento, il che significa concretamente un aumento dell’IVA e dei contributi salariali. Questi aumenti dovrebbero essere limitati nel tempo, ovvero alla fase in cui la pressione dei baby boomer sulle finanze dell’AVS sarà più forte.

Inoltre, il Governo federale vuole incentivare maggiormente il lavoro oltre l’età di riferimento. In futuro, sarà possibile versare contributi AVS anche dopo i 70 anni e la franchigia di 1’400 franchi al mese verrà aumentata per chi continua a lavorare dopo i 65 anni. Dall’altro lato, i pensionamenti anticipati dovrebbero diventare meno attrattivi.

L’Esecutivo vuole al momento rinunciare a un aumento dell’età pensionabile – una decisione motivata dal “no” espresso alle urne lo scorso anno in merito a un innalzamento dell’età di pensionamento. Per ora, non verranno introdotte neanche nuove imposte.

E ora? In autunno, il Consiglio federale presenterà le linee guida della riforma “AVS2030”. All’inizio del 2026, un progetto sarà sottoposto a consultazione.

tribunale federale losanna
Il Tribunale federale celebra il suo 150° anniversario con una serie di eventi. Obs / Bundesgericht / Obs / Bundesgericht / Swissstaffing

Il massimo organo giudiziario della Svizzera celebra il suo 150° anniversario. Oggi si svolge la cerimonia ufficiale presso il Tribunale federale a Losanna.

In occasione dell’anniversario, i media svizzeri hanno raccolto le sentenze del Tribunale federale (TF) che sono entrate nella storia del Paese.

Ad esempio, nel 1986, la corte concluse la controversia legale tra il discount Denner e l’Associazione svizzera dei birrai (Denner non voleva rispettare gli accordi sui prezzi tra le birrerie, che reagirono con blocchi nelle forniture). In retrospettiva, quella sentenza segnò l’inizio della fine del cartello svizzero della birra.

Un’altra sentenza fondamentale fu emessa nel 1990. Dopo che gli uomini appenzellesi avevano votato per la terza volta contro il diritto di voto alle donne, il TF stabilì all’unanimità che le donne dell’Appenzello Interno dovessero avere gli stessi diritti politici degli uomini.

Il quotidiano Le Temps ha pubblicato una lunga intervista con il presidente del TF, François Chaix. Interrogato sull’indipendenza della giustizia nelle democrazie, ha dichiarato: “Sappiamo che lo Stato di diritto è una costruzione intellettuale che si basa essenzialmente sulla carta delle leggi, sulle nostre decisioni e sulla convinzione condivisa che i poteri si rispettino a vicenda. In realtà non si dovrebbero neanche dover richiamare questi principi evidenti, ma constatiamo che sono fragili”.

In Svizzera, tuttavia, si ha la fortuna di vivere in un vero Stato di diritto, dove “la convinzione del rispetto reciproco è condivisa“.

La direttrice generale della SSR, Susanne Wille, e il presidente dell’Associazione degli editori media svizzeri, Andrea Masüger, si presentano davanti ai media
La direttrice generale della SSR, Susanne Wille, e il presidente dell’Associazione degli editori media svizzeri, Andrea Masüger, si presentano davanti ai media. Keystone / Urs Flueeler

La SSR e l’Associazione degli editori media svizzeri raggiungono per la prima volta un accordo su misure comuni per rafforzare il polo mediatico svizzero.

In sintesi: la Società svizzera di radiotelevisione (SSR), a cui appartiene anche tvsvizzera.it, limiterà la sua offerta online, venendo così incontro alle aziende mediatiche private. Queste ultime, in cambio, respingono l’iniziativa dell’Unione democratica di centro per la riduzione del canone radiotelevisivo.

Il fulcro dell’accordo riguarda l’offerta online della SSR. Tra l’altro, i contributi testuali saranno più brevi, i formati interattivi resteranno un’eccezione e negli eventi sportivi trasmessi in esclusiva si rinuncerà ai liveticker testuali. Inoltre, la SSR continuerà a non inserire pubblicità nella sua offerta online.

La cooperazione tra la SSR e l’Associazione degli editori sarà rafforzata. Per gli eventi sportivi, la SSR si concentrerà su contenuti “non coperti dai fornitori commerciali e terrà maggior conto dei fornitori privati nella scelta dei diritti”, si legge nell’accordo.

Dal canto suo, l’Associazione degli editori media svizzeri conferma il proprio sostegno al finanziamento tramite canone della SSR e respinge l’iniziativa di riduzione del canone. L’unico grande gruppo mediatico svizzero che non ha firmato l’accordo è TX Group.

manicure
Lo studio dell’onicotecnica sarà presto visitato non solo per abbellire le unghie? Keystone-SDA

Senza portafoglio, con lo smartphone scarico, lo smartwatch a casa e davanti a voi un affare da non lasciar scappare? Un chip sull’unghia potrebbe essere la soluzione quando i metodi di pagamento tradizionali falliscono.

Dietro l’idea c’è l’azienda Smart Chip di Lucerna. In pratica, un chip viene applicato sull’unghia e collegato a un’app per smartphone e alla carta di credito. I primi partner, come la società di carte di credito statunitense Mastercard e la banca svizzera Cembra, sono già coinvolti, come riportano i giornali di CH Media.

In autunno inizierà la collaborazione con circa 30 studi per la cura delle unghie in diverse città svizzere. Il chip viene applicato sull’unghia in dieci minuti, al costo di 10-20 franchi. L’unico inconveniente è che le unghie crescono. Per evitare che il chip “esca”, dovrebbe essere rinnovato in media ogni due mesi.

Ma il pagamento non sarà l’unica funzione. “In futuro, il chip potrà essere usato senza problemi anche per il rilevamento delle presenze al lavoro, l’apertura di accessi controllati o l’identificazione personale, quasi come un biglietto da visita”, spiega il responsabile marketing Mike Wicki a CH Media.

diamante blu da 10,03 carati
Keystone / Martial Trezzini

Foto del giorno

Un diamante blu da 10,03 carati è stato venduto all’asta a Ginevra per 18 milioni di franchi.

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