
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
In un Paese in cui il ministro dell’economia è anche viticoltore, l’Ufficio federale dell’agricoltura si dice “preoccupato” del calo del consumo di vino, che imputa in particolare al cambiamento di abitudini delle giovani generazioni.
Oggi parleremo anche di due critiche nei confronti della Confederazione (una esterna, da parte di Amnesty international, una interna, stilata dal Controllo federale delle finanze) e di… Jackie Chan.
Buona lettura!

Nel suo rapporto annuale, pubblicato la scorsa notte, Amnesty International bacchetta la Svizzera, in particolare per l’erosione della libertà di manifestare nel Paese.
L’organizzazione per i diritti umani cita ad esempio il caso di Zurigo – dove una nuova legge richiede un’autorizzazione preventiva per le manifestazioni e consente di fatturare i costi della polizia all’organizzazione – e di Ginevra, dove un progetto di legge intende vietare determinate manifestazioni nel centro città.
Il Consiglio di Stato ginevrino ha deciso di intervenire in risposta all’aumento delle manifestazioni a sfondo politico, che causa l’esasperazione dei negozianti. Inoltre, indica Amnesty, gli studenti di diverse scuole sono stati minacciati di sanzioni e procedimenti giudiziari per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra a Gaza.
Il rapporto critica infine la Svizzera per la sua “esitazione” nel conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti umani (CEDU) a favore delle Anziane per il clima. Infine, in riferimento al dibattito parlamentare su un’eventuale sospensione del finanziamento elvetico all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), Amnesty mette in dubbio l’impegno elvetico per il diritto internazionale.
Data la sua tradizione umanitaria, il Paese dovrebbe “sempre e in modo inequivocabile, difendere il sistema globale di protezione dei diritti umani”, si legge.

La strategia federale anticorruzione non è abbastanza ambiziosa. È la conclusione a cui è arrivato un audit del Controllo federale delle finanze (CDF) che fa stato di diverse lacune.
Il rapporto rileva in particolare che la strategia – adottata nel 2020 dal Governo e in vigore da 3 anni – “non affronta in modo efficace, o non affronta affatto, i principali rischi di corruzione associati, ad esempio, alla lotta al riciclaggio di denaro o al lobbismo”. Lo scopo della strategia “rimane nebuloso e l’ambizione è mitigata”, scrive il CDF, che invita a effettuare seri cambiamenti.
L’organo superiore di vigilanza finanziaria sottolinea che la Svizzera possiede una buona base legale per lottare contro la corruzione. Tuttavia, esistono anche qui delle lacune, identificabili negli esami relativi alla Svizzera effettuati da altri Paesi in virtù degli accordi internazionali.
Sono carenze che “possono essere in parte spiegate dalle tensioni esistenti tra il potere esecutivo e quello legislativo, in particolare quando un progetto di legge del Consiglio federale non ottiene la maggioranza in Parlamento”, scrive il CDF, che fa l’esempio della protezione degli informatori nel settore privato e l’assoggettamento delle attività fiduciarie degli avvocati alla legge sul riciclaggio di denaro.

Cala fortemente il consumo di vino in Svizzera. Se ne rammarica oggi l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), in particolare perché a subire questa flessione sono soprattutto i prodotti elvetici.
Nel 2024 si è registrato un calo del consumo di quasi l’8% rispetto all’anno precedente, fissandosi a un totale di 218,4 milioni di litri. È una tendenza che l’UFAG, in un comunicato, definisce “preoccupante” e legata in particolare a un cambiamento delle abitudini delle nuove generazioni.
Nel dettaglio, a diminuire è stato sia il consumo di vini bianchi (-5,9%), sia quello di rossi, inclusi i rosati (-9%), e gli spumanti (-2,5%). Il calo colpisce in particolare i vini svizzeri: sommando bianchi e rossi, il loro consumo ha registrato una contrazione di ben il 20,7%, sottolinea l’UFAG. Di conseguenza, la quota di mercato dei vini elvetici è scesa di 3,4 punti percentuali, attestandosi al 35,5%.

“Nel cinema c’è un prima e un dopo Jackie Chan”. Lo afferma il direttore artistico del Locarno film festival Giona A. Nazzaro in un comunicato in cui la manifestazione annuncia che la star di Hong Kong sarà presente quest’anno in Piazza Grande per ricevere il Pardo alla carriera.
Il premio, si legge nella nota, “rende omaggio alla straordinaria carriera dell’attore, regista, nonché figura delle arti marziali”. “Jackie Chan è una figura chiave del cinema asiatico di tutti i tempi, la cui influenza ha rimodellato l’immaginario contemporaneo riscrivendo le regole del cinema hollywoodiano“, sottolinea ancora Nazzaro.
Nel corso del 78esimo Locarno film festival (che si terrà dal 6 al 16 agosto), saranno proiettate due pellicole in cui Chan riveste il doppio ruolo di regista e protagonista: Project A (1983) e il classico Police Story (1985). Il premio sarà consegnato il 9 agosto, mentre il 10 a è previsto un incontro con il pubblico.
Fra i vincitori passati del Pardo alla carriera, ricorda ancora il Locarno film festival, figurano Shah Rukh Khan, Tsai Ming-liang, Costa-Gravas, Francesco Rosi, Claude Goretta, Bruno Ganz, Mario Adorf, Jane Birkin e Fredi M. Murer.

Foto del giorno
Più rapidamente esplode la testa del Böögg durante la festività primaverile zurighese del Sechseläuten, più l’estate sarà torrida. Ieri sera il malcapitato pupazzo di stoffa ha bruciato per 26 minuti e 30 secondi prima del botto, preannunciando dunque un’estate relativamente piovosa. Non affrettatevi ad annullare i piani per le vacanze, però. Il Böögg, dopotutto, non ha studiato meteorologia.

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