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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Da sabato prossimo, la Svizzera vivrà a credito per coprire il proprio fabbisogno energetico. Uno studio mette in luce la sua dipendenza da altri Paesi.

Nel bollettino odierno andremo anche nella Ginevra internazionale, dove l’OMS ha annunciato il raggiungimento di “uno storico accordo” per contrastare future pandemie. Parleremo poi di come la Confederazione non intende rafforzare le regole sulla protezione dei dati del proprio corpo diplomatico negli USA e del rapporto finale di un inedito esperimento democratico.

Buona lettura!

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L’accordo di 32 pagine è stato approvato all’unanimità. Keystone / Martial Trezzini

A seguito di oltre tre anni di negoziati, i Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con sede a Ginevra, hanno raggiunto nella notte tra martedì e mercoledì un accordo volto a prevenire e contrastare al meglio le future pandemie.

“Le nazioni del mondo hanno fatto la storia oggi a Ginevra”, ha affermato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Il testo di 32 pagine è pensato soprattutto per evitare che si possano ripetere gli errori commessi durante la crisi legata al Covid-19.

L’intesa aveva rischiato di naufragare in particolare a causa delle divisioni sui criteri dei trasferimenti tecnologici verso i Paesi in via di sviluppo. Alla fine, gli Stati membri si sono impegnati a facilitare, “volontariamente e a condizioni reciprocamente concordate”, la fabbricazione di vaccini e l’implementazione di altre contromisure in tutte le regioni del mondo.

La Confederazione ha definito l’accordo “un successo” e ha promesso di rimanere “costruttiva” nelle prossime fasi, con l’approvazione formale della bozza il prossimo maggio e la sua successiva attuazione.

“Non solo è stato messo in atto un accordo generazionale per rendere il mondo più sicuro, ma i Paesi dell’OMS hanno anche dimostrato che il multilateralismo è vivo e vegeto e che nel nostro mondo diviso le nazioni possono ancora lavorare insieme“, ha sottolineato Ghebreyesus.

Traliccio e pannelli solari
Da sabato prossimo, la Svizzera vivrà a credito per coprire il proprio fabbisogno energetico. Keystone / Gian Ehrenzeller

Uno studio della Fondazione svizzera per l’energia (SES) descrive l’elevato livello di dipendenza del Paese, che importa oltre il 70% dell’energia che utilizza.

Le risorse nazionali sono sufficienti a coprire il fabbisogno energetico della Svizzera solo fino al 19 aprile, data che simboleggia il “giorno del superamento”, scrive oggi in una nota la SES. Dopo quel giorno, il Paese dipenderà interamente dal petrolio, dal gas o dal combustibile nucleare (uranio) proveniente dall’estero.

Con un tasso di indipendenza energetica stimato al 29,6% nel 2025, la Svizzera si colloca nella media a livello europeo. In vent’anni questa percentuale è leggermente aumentata, poiché il tasso non superava il 18,8% nel 2005.

La Confederazione spende in media quasi 8 miliardi di franchi all’anno per le importazioni di energia. Nel 2023, oltre l’87% proveniva da uno Stato dell’UE. Ma, avverte la SES, ad eccezione dell’elettricità, i Paesi dell’UE svolgono essenzialmente un ruolo di transito.

La maggior parte dell’energia fossile e nucleare importata in Svizzera attraverso l’UE proviene dal Medio Oriente, dall’ex Unione Sovietica, dagli Stati Uniti, dalla Norvegia e dal Regno Unito. Le barre di combustibile nucleare utilizzate in Svizzera, ad esempio, contengono ancora una percentuale significativa di uranio di origine russa.

Parmelin
Il ministro dell’economia svizzero Guy Parmelin dovrebbe recarsi negli USA a fine mese. Keystone / Alessandro Della Valle

La Svizzera non ha piani per incrementare la sicurezza informatica del proprio corpo diplomatico durante le visite negli Stati Uniti, nonostante l’UE abbia invece effettuato un giro di vite, fornendo, secondo il Financial Times, telefoni usa e getta per proteggersi da rischi di spionaggio.

La guerra commerciale scatenata dal presidente statunitense Donald Trump sta incrinando la fiducia dei Paesi partner europei. La Commissione Europea ha annunciato che modificherà le raccomandazioni di sicurezza per il personale UE che viaggia negli USA.

Secondo il Financial Times, le regole sulla protezione dei dati per i viaggi negli Stati Uniti saranno simili a quelle per le visite diplomatiche in Ucraina o in Cina. Sarebbero ad esempio utilizzati dei telefoni usa e getta, i cosiddetti “burner phones” che non contengono informazioni sensibili.

La Svizzera ha recentemente aumentato le sue attività diplomatiche negli Stati Uniti dopo l’introduzione da parte dell’amministrazione Trump di dazi del 31% per le importazioni elvetiche, poi ridotte temporaneamente al 10%. Tuttavia, la Cancelleria federale ha dichiarato che “al momento non sono previsti cambiamenti” sulle regole per la protezione dei dati. Le raccomandazioni attuali prevedono che le chat con informazioni classificate e confidenziali debbano essere cancellate prima di un viaggio e che l’accesso al telefono debba essere protetto da PIN.

Reparto frigo di un supermercato
Bevande zuccherate nel mirino dell’Assemblea cittadina. Keystone / Martial Trezzini

L’Assemblea cittadina – un organo sperimentale formato da cento membri estratti a sorte, rappresentativi per regioni, età, genere, formazione e opinioni politiche – ha presentato a Berna sei proposte a favore della salute, tra cui l’introduzione di una “tassa sullo zucchero”.

L’Assemblea cittadina è un esperimento democratico, finora inedito a livello nazionale, istituito dal Centro studi sulla democrazia di Aarau (ZDA). I suoi membri hanno discusso per cinque mesi come si potrebbero ridurre a lungo termine le spese per la sanità. Il rapporto sarà consegnato alla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider il 20 maggio.

Oltre alla tassa sullo zucchero, tra le altre riforme proposte vi è un incremento di quelle su alcol e tabacco. Stando al rapporto finale, l’idea che ha raccolto il maggior consenso è quella di accrescere l’educazione sanitaria lungo tutto l’arco della vita. A questo scopo dovrebbero essere create più offerte formative di modo che le persone siano meglio informate per prendere decisioni in materia di alimentazione, movimento e salute mentale.

Mani su banconote
Tra le altre cose, l’imputato avrebbe operato trasferimenti di denaro contante dalla Svizzera all’Italia. Keystone / Ti-Press / Alessandro Crinari

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha rinviato a giudizio un 58enne italiano residente nel Canton Argovia per partecipazione e sostegno alla ‘ndrangheta. Almeno da inizio 2001 e sino a luglio 2020, l’imputato avrebbe consapevolmente partecipato all’attività criminale dell’organizzazione malavitosa calabrese.

Secondo l’MPC, l’uomo avrebbe intrattenuto stretti rapporti con i vertici della cosca Anello-Fruci, già oggetto di inchieste italiane sfociate in condanne già cresciute in giudicato.

Titolare di un ristorante nel Canton Argovia, l’accusato avrebbe funto da intermediario per il traffico di stupefacenti e si sarebbe messo a disposizione, sempre come intermediario, per la vendita di armi e munizioni.

Avrebbe inoltre operato trasferimenti di denaro contante dalla Svizzera all’Italia, anche tramite terzi, destinato in parte o integralmente alle casse dell’organizzazione criminale. L’accusa verte anche sul deposito e l’offerta a terzi di banconote contraffatte da mettere in circolazione in Svizzera.

Militare
Keystone / Peter Klaunzer

Foto del giorno

Un soldato spinge un supporto sotto i cingoli di un carro armato Leopard 2 nell’area di addestramento militare di Thun. Circa 1’000 militari svizzeri con al seguito tonnellate di equipaggiamenti si stanno avviando verso la piazza d’esercitazione di Allensteig, in Austria, per partecipare all’esercitazione “TRIAS 25” a partire dal 18 aprile.

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