Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Patrouille Suisse, la squadriglia acrobatica ufficiale dell'esercito svizzero, compie domani 60 anni. Ma il suo futuro rischia di non essere roseo.
Secondo il Neue Zürcher Zeitung, gli F-5 utilizzati per i voli acrobatici costano all'esercito 30 milioni di franchi all'anno. Per mantenerli in servizio, sarebbero necessari investimenti per nove milioni. Inoltre, i costi per il personale e il carburante ammontano a quattordici milioni, sempre all'anno. Una spesa che l'esercito sembra non riuscire più a sostenere.
Vi lascio alle altre notizie del giorno.
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La Confederazione sta studiando la possibilità di personalizzare le proprie targhe automobilistiche dal momento che le classiche combinazioni di sei numeri scarseggiano.
All’inizio del mese di luglio, nel corso di un’asta online, la targa “ZH 24” è stata acquistata per la considerevole somma di 299’000 franchi. Per ora non si sa chi sia l’acquirente benestante ma di certo questi “primati” provano che numeri particolari di targhe suscitano un certo interesse tra i proprietari e le proprietarie di mezzi privati.
L’Ufficio federale delle strade (USTRA), che – soprattutto in Cantoni popolosi come Zurigo – sta esaurendo i numeri di placche disponibili, potrebbe ispirarsi proprio alla personalizzazione delle targhe per risolvere il problema.
In Germania, in Austria o in Belgio esistono già targhe personalizzate, ma ci sono alcuni requisiti e restrizioni. Ad esempio, è vietato utilizzare combinazioni che possano essere interpretate come oscenità o insulti . In alcuni casi, questa opzione ha stimolato la fantasia dei proprietari e delle proprietarie, come l’impresa di pompe funebri belga che per la propria placca ha scelto la scritta “amen”.
- Ne parlano il blick.chCollegamento esterno (in francese) e il cdt.chCollegamento esterno.
- Sempre il blick.ch riporta l’asta da 299’000 franchiCollegamento esterno.
- La conferma di una valutazione dell’USTRA nella rispostaCollegamento esterno al parlamentare Lorenzo Quadri.
Il Gruppo Hero ha annunciato che chiuderà la storica produzione svizzera di marmellata situata a Lenzburg, nel Canton Argovia.
Dopo la delocalizzazione delle fabbriche delle caramelle Sugus e del cioccolato Toblerone e Lindt, anche la fabbrica delle dolci conserve cambia sito e trasferisce la produzione all’estero, in questo caso in Spagna.
Il direttore di Hero Svizzera, Frederic Haas, commenta che la metà del volume finora prodotto in patria era comunque destinato al mercato europeo, come la Spagna e l’Italia. Con il rafforzamento del franco svizzero, questi prodotti stanno però diventando troppo cari per l’esportazione dalla Svizzera.
La delocalizzazione in Spagna delle marmellate Hero implicherà la soppressione di circa 40 posti di lavoro nel Canton Argovia.
- La notizia su TVS tvsvizzera.it.
- L’approfondimento della NZZCollegamento esterno (in tedesco).
- L’articolo relativo la delocalizzazione di Toblerone.
Entro il 2025, Bayer taglierà circa 150 posti di lavoro a tempo pieno nella propria sede di Basilea, che conta circa 1’000 impieghi.
Una portavoce del gruppo farmaceutico e agrochimico ha confermato all’agenzia di stampa AWP quanto riportato dalla Neue Zürcher Zeitung.
La crisi della società Bayer è nota. Dall’inizio dell’anno, l’azienda tedesca ha infatti tagliato più di 3’000 posti di lavoro in tutto il mondo. Alla fine di giugno, contava in totale poco meno di 96’600 posti di lavoro equivalenti a dei posti a tempo pieno.
Con questi licenziamenti, l’azienda mira a risparmiare due miliardi di euro all’anno a partire dal 2026 e 500 milioni di euro nell’anno in corso.
- L’articolo di RSI NewsCollegamento esterno.
- Nel 2021, un ridimensionamento globaleCollegamento esterno aveva portato a tagliare 12’000 posti.
Da Berna arriva il primo “sì” per un giro di vite al turismo della spesa. Il testo deve però ancora essere trattato dalle due Camere.
È stato approvato ieri dalla commissione competente del Consiglio nazionale il progetto del Governo svizzero di ridurre il limite di franchigia sull’imposta al valore aggiunto (IVA) da 300 a 150 franchi per cercare di frenare il turismo della spesa.
Oggigiorno, una persona residente in Svizzera che fa la spesa in Italia gode di due “vantaggi” inerenti l’IVA: ha la possibilità, da un lato, di richiedere la restituzione dell’IVA italiana a partire da acquisti per 70 euro; dall’altro lato, di non pagare quella svizzera se il valore complessivo della merce non supera i 300 franchi. Abbassando questo limite a 150 franchi, la speranza è di riuscire a frenare in parte il turismo della spesa.
Annualmente, gli svizzeri e le svizzere spendono infatti oltre 8,5 miliardi di franchi nel commercio al dettaglio dei Paesi limitrofi.
- La notizia su tio.chCollegamento esterno.
- I dettagliCollegamento esterno del voto di ieri della Commissione dell’economia del Consiglio nazionale.
- I numeriCollegamento esterno del “turismo dello shopping” raccolti da Swiss Retail Federation.
- Un approfondimento sul tema di TVS tvsvizzera.it.
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