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ragazzi sovrappeso a tavola

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

vi è già capitato di litigare con i vostri vicini? In patria o all'estero? Se la risposta è "sì", non siete da soli: secondo un recente sondaggio, quasi un terzo della popolazione elvetica è già entrato in conflitto con il vicinato, chi per rumori molesti, chi per problemi con la lavanderia, chi per i posteggi, chi per diatribe riguardanti la proprietà di terreni. E se i conflitti non riescono a essere risolti con il dialogo, interviene l'amministrazione. Oppure – ma non è una soluzione che consiglio – ci si arrabbia in silenzio, "mangiandosi le mani", come un quarto delle persone che hanno partecipato allo studio.  

E se proprio non si riesce più a sopportare i propri vicini, si può sempre scegliere una casa isolata nelle Alpi. Non a Verbier o St.Moritz, però. Il perché lo potete capire leggendo la prima delle notizie qui sotto. Buona lettura!

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chalet a verbier
Keystone / Gaetan Bally

Non c’è più la St.Moritz di una volta: le abitazioni nella località alpina grigionese non sono più le più care della Svizzera e dell’arco alpino (ma poco ci manca). Quella che è una delle mete preferite dai più ricchi del pianeta è stata superata dalla sua “concorrente” vallesana Verbier.  

Stando a un recente studio di UBS, un metro quadrato a Verbier costa in media 21’500 franchi, contro i “soli” 21’200 di St.Moritz. La terza posizione di questo podio del lusso è anch’essa vallesana, con i 19’900 franchi al metro quadrato di Zermatt. Seguono poi Gstaad (canton Berna), Andermatt (Uri), Flims/Laax (Grigioni) e, primo comune straniero di questa classifica, Kitzbühel (Austria). 

In media, nelle destinazioni svizzere prese in considerazione, i prezzi sono aumentati di poco meno del 4% su base annua. Dal 2019 c’è stato un incremento cumulativo del 30%, sulla scia della generale forte domanda di persone che volevano trascorrere le ferie in destinazioni montane nazionali, in tempi fra l’altro caratterizzati da Covid e restrizioni di viaggio, scrive l’agenzia Keystone-ATS. 

Un’impennata che però sembra essere destinata a subire un arresto: “Al momento molti elementi suggeriscono che l’attuale boom dei prezzi non continuerà“, afferma Maciej Skoczek, economista di UBS e autore principale dello studio, citato in un comunicato. “Il rallentamento congiunturale ridurrà la domanda di seconde case: i potenziali acquirenti probabilmente esamineranno i prezzi richiesti in modo più critico”. 

ragazzi sovrappeso a tavola
Keystone / Christian Beutler

Il sovrappeso e l’obesità fanno parte dei disturbi del nuovo millennio e a soffrirne sempre di più sono bambini e adolescenti. Secondo un monitoraggio che si riferisce all’anno scolastico 2022/23, un/a alunno/a su sei ha problemi con la bilancia

Si tratta di dati preoccupanti, ma al contempo anche di una buona notizia: rispetto all’anno scolastico 2021/2022, è stato infatti registrato un leggero calo. Più precisamente, indica in una nota odierna la fondazione Promozione Salute Svizzera, il 16,7% (-0,8 punti) degli scolari è affetto da problemi legati al peso. L’analisi, eseguita per la prima volta nel 2005/06, considera i dati delle scuole dell’infanzia, elementari e medie forniti dalle città di Basilea, Berna e Zurigo. 

Rispetto all’anno prima, è stata registrata una diminuzione del sovrappeso (-1,8 punti) soprattutto nel primo ciclo scolastico (scuola dell’infanzia, prima e seconda elementare), mentre nel secondo (classi di terza, quarta e quinta) e nel terzo (scuola media) i valori sono rimasti stabili. Le differenze fra maschi e femmine sono lievi, ma diventano notevoli in base all’estrazione sociale. Ad avere infatti problemi di peso sono soprattutto i bambini e le bambine i cui genitori non hanno una formazione post-obbligatoria e i figli e figlie di stranieri. 

Dal monitoraggio emerge inoltre che il fenomeno dell’obesità riguarda il 4,3% (-0,4 punti) della popolazione scolastica. Negli ultimi 20 anni questa quota è scesa solo di poco complessivamente, mentre si osserva un aumento a livello di scuola media

bambino seduto su lettino osserva il pediatra al computer
Keystone / Christian Beutler

I costi sanitari gravano sempre di più sul bilancio delle famiglie svizzere: praticamente inarrestabile da 30 anni, dovrebbe stabilizzarsi nei prossimi due, ma cosa succederà dopo, non è chiaro e dipenderà anche dai risultati della votazione federale del prossimo 9 giugno. Nel 1996, anno di entrata in vigore della LAMal, l’assicurazione sanitaria obbligatoria, i costi della sanità rappresentavano il 9% del PIL elvetico. Nel 2022 questa percentuale era dell’11,7%.  

Le ragioni sono molteplici: “Le aspettative sempre crescenti della società, i progressi tecnologici e l’invecchiamento della popolazione fanno lievitare irrevocabilmente i costi”, ha dichiarato a SWI Swissinfo.ch Stéfanie Monod, docente all’Università di Losanna ed esperta del sistema sanitario svizzero. 

Soluzioni miracolose, però, non ce ne sono e finché non si cambia il modo di finanziare il sistema sanitario, che attualmente si basa su un modello scelto 30 anni fa (contributi obbligatori versati in maniera uniforme tra le persone, senza tener conto dei loro redditi), la situazione non sembra essere destinata a migliorare drasticamente

La classe medio-bassa è quella che paga il prezzo maggiore di questa situazione: diverse famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese, come è emerso da una mia recente intervista ad alcune di loro, devono dedicare ai premi di cassa malati fino a un quarto delle entrate salariali.  

ombra di uomo in piedi
KEYSTONE

Le spie russe e altri agenti stranieri vanno allontanati sistematicamente dalla Svizzera se abusano della loro immunità diplomatica o mettono in pericolo la sicurezza interna o esterna della Confederazione. Lo chiede una mozione già approvata dal Nazionale, sostenuta oggi anche dal Consiglio degli Stati per 32 voti a 9 e due astensioni. Il dossier va ora al Consiglio federale. 

Stando alla relatrice della commissione, la socialista solettese Franziska Roth, le attività illegali commesse da queste persone, che non possono essere perseguite penalmente, mettono in pericolo spazi di dialogo offerti soprattutto nel contesto della Ginevra internazionale. Secondo la maggioranza, i meccanismi di espulsione per questi soggetti vanno rafforzati, senza tuttavia rinunciare a un esame dei casi specifici, ha sottolineato la consigliera agli Stati.  

Stando alla liberale radicale svittese Petra Gössi, invece, la mozione non apporta alcun valore aggiunto rispetto alla prassi attualmente applicata dal Consiglio federale. Secondo a PLR e UDC, le spie straniere vengono già espulse, ma con la prudenza che questo richiede. Non bisogna nemmeno dimenticare le probabili rappresaglie della Russia sotto forma di rinvii di diplomatici svizzeri

Secondo la ministra della difesa Viola Amherd, il Consiglio federale dispone già oggi dei mezzi per contrastare le attività di spionaggio sul proprio territorio, indipendentemente dal Paese che compie simili azioni. “Siamo favorevoli alla mozione, anche per inviare un segnale all’estero. In ogni caso – ha ricordato – dobbiamo tenere conto anche dei nostri interessi, economici per esempio, prima di prendere una decisione caso per caso“. 

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