Il Consiglio degli Stati ha approvato lunedì una mozione che prevede di rafforzare i meccanismi di espulsione per gli agenti stranieri.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
“Espellere sistematicamente le spie russe e le altre spie straniere”: è questo il titolo esatto della mozioneCollegamento esterno accolta lunedì per 32 voti a nove e due astensioni dalla Camera dei Cantoni e già sostenuta dal Consiglio nazionale.
Stando alla relatrice della commissione, la socialista Franziska Roth, le attività illegali commesse da queste persone, che non possono essere perseguite penalmente, mettono in pericolo spazi di dialogo offerti soprattutto nel contesto della Ginevra internazionale. Secondo la maggioranza, i meccanismi di espulsione per questi soggetti vanno rafforzati, senza tuttavia rinunciare a un esame dei casi specifici, ha sottolineato la consigliera agli Stati socialista.
Proprio in quanto sede di molte organizzazioni internazionali, la Svizzera è particolarmente attrattiva per questo genere di attività, che possono minacciare gli interessi diplomatici della Confederazione e le persone prese di mira, ha spiegato Roth sostenuta dal suo collega di partito Carlo Sommaruga. In aula, la senatrice solettese ha evocato le attività problematiche svolte dai russi in Svizzera (un agente dei servizi segreti russi su cinque in Europa è di stanza in Svizzera n.d.r) che godono di una copertura diplomatica. Il servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ha notato un aumento delle azioni di spionaggio che includono anche i cinesi.
Stando alla liberale radicale Petra Gössi, invece, la mozione non apporta alcun valore aggiunto rispetto alla prassi attualmente applicata dal Consiglio federale. Per il Partito liberale radicale e l’Unione democratica di centro, le spie straniere vengono già espulse, ma con la prudenza che questo richiede. Non bisogna nemmeno dimenticare le probabili rappresaglie della Russia sotto forma di rinvii di diplomatici svizzeri.
Per l’esponente del Mouvement Citoyen Génevois Mauro Poggia, pur comprendendo lo spirito della mozione, bisogna lasciare al Governo la risposta più appropriata. In questo campo ci vuole maggiore finezza nella risposta da dare a simili attività, secondo il “senatore” ginevrino, contrario a questa dimostrazione di forza del parlamento.
Per la ministra della difesa Viola Amherd, il Consiglio federale dispone già oggi dei mezzi per contrastate le attività di spionaggio sul proprio territorio, indipendentemente dal Paese che compie simili azioni. Siamo favorevoli alla mozione, anche per inviare un segnale all’estero. In ogni caso, ha ricordato, dobbiamo tenere conto anche dei nostri interessi, economici per esempio, prima di prendere una decisione caso per caso.
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