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La sedia vuota di Thomas Jordan.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

la storia ci insegna che le corporazioni e le accademie hanno a lungo rifiutato di ammettere le donne. Le artiste molto spesso provenivano già da famiglie di artisti o si erano formate autonomamente.

Una mostra al Kunstmuseum di Basilea ("Donne geniali. Le artiste e il loro entourage") – che apre domani – celebra 19 artiste attive tra il XVI e il XVIII secolo. L'esposizione riunisce opere in prestito da collezioni pubbliche e private, tra cui la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Rijksmuseum di Amsterdam e gli Staatliche Museen di Berlino.

La sedia vuota di Thomas Jordan.
KEYSTONE/© KEYSTONE / ENNIO LEANZA

Il presidente dalla Banca nazionale svizzera Thomas Jordan lascerà l’incarico a fine settembre

“Superate le svariate sfide degli ultimi anni, è giunto ora il momento giusto per dimettermi”: così si è espresso oggi Thomas Jordan, citato in una nota della Banca nazionale (BNS). Per il suo operato il Consiglio di banca e la Direzione generale hanno ringraziato Jordan per “lo straordinario impegno profuso in tanti anni nell’interesse di una politica monetaria votata alla stabilità”. 

Non sono mancate le sfide importanti che Jordan ha dovuto affrontare durante il suo mandato. Una su tutte, l’abolizione del cambio minimo tra franco svizzero ed euro a inizio 2015, con l’obiettivo di mantenere il controllo sulla propria politica monetaria, assicurandone l’efficacia. Vi è poi stato anche il crollo dell’economia mondiale provocato dalla pandemia nel 2020. 

Thomas Jordan, classe 1963, è entrato al servizio della BNS nel 1997. Nel gennaio 2012 è salito alla guida della Banca nazionale, dapprima in via temporanea e successivamente, dall’aprile dello stesso anno, in veste di presidente della Direzione generale. Era subentrato a Philipp Hildebrand, travolto dall’accusa di aver sfruttato conoscenze privilegiate in operazioni private sul mercato delle divise. 

In controluce alcuni manager di Credit Suisse durante l'ultima assemblea generale.
KEYSTONE/© KEYSTONE / MICHAEL BUHOLZER

La Commissione della concorrenza favorevole a un’indagine approfondita sulla posizione di mercato assunta da UBS.

Secondo fonti interne citate dall’agenzia di stampa internazionale Reuters la Commissione della concorrenza (Comco) sarebbe favorevole a un’indagine approfondita sulla posizione di mercato assunta da UBS in vari ambiti in seguito all’acquisizione di Credit Suisse (CS). 

Questa raccomandazione è stata suggerita dalla Finma, l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari, già alla fine del 2023. Da parte sua la Comco ha confermato alla stampa l’inoltro di un rapporto. Il documento sarà pubblicato solo dopo la decisione della Finma, a cui spetta la responsabilità per le fusioni bancarie. L’autorità della concorrenza può solo formulare raccomandazioni

La conferma è arrivata anche dalla Finma: “è in corso un esame degli effetti della fusione sulla concorrenza”. L’autorità non ha rilasciato dichiarazioni concrete sul dossier. La fusione delle due grandi banche è stata approvata a tempo di record fin dall’annuncio, il 19 marzo 2023, ed è stata completata legalmente il 12 giugno dello stesso anno. 

SOS dei contadini scritta con i trattori.
KEYSTONE/© KEYSTONE/ VALENTIN FLAURAUD

Il reddito nell’agricoltura diminuisce e permane al di sotto dei salari del settore secondario e terziario.

Da un rapporto adottato oggi dal Consiglio federale, realizzato dando seguito a un postulato approvato dal Parlamento, si evince che dopo sette anni, nel 2022, per la prima volta il reddito agricolo è diminuito. Nel periodo precedente, tra il 2015 e il 2021, il reddito agricolo era aumentato mediamente del 32%, attestandosi a 80’709 franchi, prima appunto del calo del 2022. 

Nel settore agricolo i guadagni variano notevolmente: un importante fattore d’influsso, oltre alle condizioni climatiche e topografiche, è la formazione degli agricoltori. I capoazienda con una solida istruzione in media guadagnano nettamente di più e negli ultimi anni hanno registrato un aumento più marcato del reddito rispetto a quelli con un livello di formazione inferiore. 

Va poi aggiunto che determinate attività sono più lucrative di altre: le colture speciali e la trasformazione, ad esempio, sono più remunerative della detenzione di vacche da latte e vacche madri. A pesare infine sul reddito finale ci sono anche le dimensioni dell’azienda, con quelle più grandi che tendenzialmente ottengono redditi più elevati.  

Una donna ripresa di schiena che lavora su un Pc da casa.
KEYSTONE/© KEYSTONE / CHRISTIAN BEUTLER

Il Governo svizzero vuole una nuova Legge federale sull’imposizione del telelavoro dei frontalieri

Nonostante la Svizzera abbia già degli accordi con Francia e Italia, affinché il telelavoro dei frontalieri possa continuare ad essere tassato in Svizzera si deve modificare la legislazione. Il Governo federale ha licenziato oggi il relativo messaggio, che si applica alle soluzioni già negoziate con Francia (i frontalieri possono lavorare da casa fino al 40% del tempo di lavoro annuale) e Italia (fino al 25%). 

Il ricorso al telelavoro è aumentato fortemente durante la pandemia. Una tendenza che, secondo il Consiglio federale, lascerà un segno duraturo sul mondo del lavoro. Questo vale anche per la manodopera frontaliera il cui lavoro a domicilio va però a cozzare contro il diritto fiscale.  

Le convenzioni per evitare le doppie imposizioni prevedono infatti che l’attività lavorativa dipendente venga tassata nello Stato in cui si è svolta fisicamente. Con il telelavoro sarebbe dunque competente il Paese di residenza dell’impiegato e non quello dove ha sede il datore di lavoro. Ora con la nuova legge si dovrebbe risolvere ogni dubbio: il telelavoro dei frontalieri verrà tassato in Svizzera. 

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