
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
alzi la mano chi si fida ciecamente dei sondaggi. La materia è scivolosa. Si tratta pur sempre di un "campione rappresentativo" e quindi parliamo di statistica e modellizzazione. Possono fornire informazioni interessanti, ma non rappresentano la realtà.
Con i sondaggi ci sono rischi di confusione, dal come siano formulate le domande, al noto fenomeno che una parte delle persone tende a dare risposte non veritiere. Quegli elettorali, poi, sono particolarmente delicati: non è certo vietato cambiare idea, è difficile selezionare un gruppo di persone davvero rappresentativo, e paradossalmente i risultati dei sondaggi finiscono per influenzare l'elettorato e dunque le votazioni.
Oggi il gruppo editoriale Tamedia ha reso noti i risultati del suo tradizionale sondaggio sulle intenzioni di voto in Svizzera. Sono sostanzialmente uguali a quelli che aveva raccolto il terzo barometro elettorale SSR-SRG, gruppo di cui fa parte la nostra testata. Sarà interessante vedere come voteranno davvero svizzeri e svizzere alla fine dell'anno.

È finalmente entrato in vigore l’accordo fra Italia e Svizzera sull’imposizione fiscale della forza lavoro frontaliera. L’ha comunicato oggi la Segreteria di stato elvetica per le questioni finanziarie internazionali (SFI).
Ci è voluto quasi un decennio di estenuanti trattative, ma dal 17 luglio 2023 finalmente i due Paesi hanno un nuovo quadro giuridico bilaterale che regola la spinosa questione della tassazione di chi lavora nella Confederazione, pur essendo residente in Italia.
Col nuovo accordo, la Svizzera trattiene l’80% dell’imposta alla fonte prelevata sul reddito dei cosiddetti “nuovi frontalieri”, ossia di coloro che sono entrati nel mercato del lavoro svizzero dopo il 17 luglio 2023. Queste persone saranno tassate in via ordinaria anche in Italia in base alle sue aliquote (scaglioni IRPEF), con alcune agevolazioni: sarà applicata una franchigia di 10’000 euro e verrà detratta la somma trattenuta alla fonte dalle autorità elvetiche (credito d’imposta), allo scopo di evitare la doppia imposizione.
Per le persone che invece già facevano parte della forza lavoro frontaliera prima del 17 luglio 2023, fino al pensionamento varranno le vecchie norme. Dovranno quindi continuare a pagare le tasse in Svizzera, il Paese dove esercitano la loro professione, e non dovranno presentare alcuna dichiarazione dei redditi alla italiana Agenzia delle entrate.
- La notizia su tvsvizzera.it.
- Il mio collega Leonardo Spagnoli aveva analizzato la novità in febbraio, all’approvazione del testo di legge, in un approfondimento per tvsvizzera.it.
- Vecchi e nuovi frontalieri spiegati in un articolo pubblicato da tvsvizzera.it.
- “Ridateci i frontalieriCollegamento esterno“, una puntata di Falò RSI sul mercato del lavoro a cavallo della frontiera fra Italia e Svizzera.

Una fitta rete di società internazionali di consulenza e un’inquietante presenza di conflitti di interesse sono stati rivelati da un’inchiesta realizzata dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI).
Un flusso impressionante di denaro pubblico ha caratterizzato tre anni di era Covid, anche nella Confederazione. Le autorità svizzere hanno infatti speso miliardi di franchi in vaccini, mascherine e presidi medico-sanitari. Come sempre quando ci sono di mezzo somme tanto importanti, arriva il momento di capire chi ci abbia guadagnato.
La presa di decisioni è notoriamente l’anello cruciale della catena dei conflitti di interesse. Non solo chi nella pratica ci mette una firma. Ma soprattutto, in base a quali consigli ricevuti, lo abbia fatto. Un progetto della Cellula inchiesta della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) ha esposto ora una rete inquietante di società internazionali di consulenza che hanno accompagnato i massicci acquisti di vaccini pandemici della Confederazione.
Firmato dal giornalista Riccardo Bagnato, il progetto “Il virus delle consulenze” punta il dito sulla rete di conflitti di interesse che ha caratterizzato le operazioni. Tipicamente, si è trattato di fenomeni di “revolving doors”. Ovvero, personaggi che oggi collaborano con il settore privato, domani con quello pubblico, o viceversa. Un meccanismo noto per essere foriero di ingerenze, e per favorire l’esistenza di conflitti di interesse.
La serie è disponibile in libero accesso ed è accompagnata da una corposa bibliografia, nella quale sono elencati i documenti utilizzati per realizzarla.
- La pagina dedicata all’inchiestaCollegamento esterno, su RSI.ch.
- L’approfondimento di SWI swissinfo.ch su quanti vaccini pandemici ha comprato la Svizzera, e su quanti sono andati sprecati.
- Il rapporto della ONG svizzera Public EyeCollegamento esterno sui guadagni pandemici dell’industria farmaceutica (disponibile in francese, tedesco e inglese).

Cosa hanno in comune Licio Gelli, un truffatore della Malesia e il gangster Lucky Luciano? Il podcast co-prodotto da SWI swissinfo.ch porta alla luce storie vecchie e nuove di riciclaggio di denaro nella Confederazione.
Per chi conosce il francese, può essere una eccellente occupazione per le lunghe serate estive e vacanziere. Il podcast “Milioni pericolosi” è stato realizzato da due giornalisti del portale d’inchiesta romando Gotham CityCollegamento esterno. Marie Maurisse e François Pilet, una coppia nel lavoro e nella vita, hanno collaborato con SWI swissinfo.ch ed Europe 1 Studio per realizzare il progetto, che unisce l’investigazione classica allo scavo in archivi storici, ed alla bellezza di ascoltare un racconto fatto di suoni e voci.
Gotham City è specializzato in inchieste sugli affari finanziari, ed in particolare utilizza spesso materiale emerso da procedure giudiziarie. Per il progetto “Milioni pericolosi”, SWI swissinfo.ch si è avvalso inoltre della collaborazione di Susanne Reber, una veterana della narrazione radiofonica.
- L’intervista a Marie Maurisse e François Pilet pubblicata oggi su La Regione.chCollegamento esterno.
- L’episodio del podcast dedicato a Licio Gelli e alla strage di Bologna, recensito da tvsvizzera.it.
- La pagina sul sito di SWI swissinfo.ch con tutta la serie – in francese.

Nel Giura bernese è iniziato oggi e continuerà fino al 23 luglio il congresso mondiale dedicato all’anarchia. Migliaia le persone attese, per un programma ricco di eventi.
Nella località di Saint-Imier nel settembre del 1872 si tenne il primo congresso di questo tipo. 151 anni dopo, il comitato organizzatore ha preparato un ricco menuCollegamento esterno che terrà impegnate le molte persone che da diversi Paesi raggiungeranno la Svizzera per parteciparvi. Ci saranno infatti 268 tra conferenze e workshop, 48 concerti, 42 proiezioni di film e documentari, 11 rappresentazioni teatrali, sette esposizioni e una fiera del libro.
Elvezia è considerata la culla di questa corrente di pensiero politico, proprio grazie allo storico incontro di un secolo e mezzo fa, sul quale è stata pubblicata ampia letteratura storica. Il Giura bernese, e in particolare la zona di Saint-Imier, ospitavano in effetti già all’epoca una federazione anarchica particolarmente attiva.
Le persone che partecipavano a quel movimento, nonostante i limitati mezzi tecnologici dell’epoca, comunicavano con tutto il mondo. Erano per la maggior parte impiegate della fiorente industria orologiera tradizionale nel Giura, che ancora oggi caratterizza Saint-Imier.
- La notizia sul Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- E su tvsvizzera.it.
- Come mai proprio in Svizzera? L’approfondimento di SWI swissinfo.ch.
- Storia e contenuti nell’articolo de Le Monde Diplomatique pubblicato da naufraghi.chCollegamento esterno.
- Il dossier di SWI swissinfo.ch dedicato al movimento anarchico in Svizzera.

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