La televisione svizzera per l’Italia
Mano sollevata a votare.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

da italofona con passaporto sia svizzero che italiano, sono affascinata dalle similitudini fra i due Paesi. Ma anche dalle differenze – alcune esilaranti, altre stranianti. Ci sono abitudini, ma anche oggetti della vita quotidiana, che sono normali in Svizzera e sconosciuti in Italia.

Un esempio è la bevanda nazionale Rivella: non ho mai capito come mai nessuno abbia pensato di importarla e distribuirla in Italia. E lo stendibiancheria che mia mamma, che è italiana, ha sempre chiamato "stendino". Nella Confederazione non solo tendiamo a chiamarlo in un altro modo, ma soprattutto ne usiamo uno specifico: lo "Stewi a ombrello". La prima volta che l'ho visto, sono rimasta perplessa. Ho dovuto chiedere aiuto alla mia svizzerissima suocera per aprirlo, perché non sapevo dove mettere le mani. È di questa settimana la notizia che l'azienda a conduzione familiare che da decenni lo produce a Winterthur, presto chiuderà i battenti. Ne ha parlato swissinfo in questo articolo. Ha precisato comunque l'azienda che forse non tutto è perduto.

La mia anima svizzera spera che una soluzione si trovi, quella italiana insiste che dovrei correre a comprarne uno di riserva, prima che sia troppo tardi. Perché è semplice, razionale e comodo. Sempre ad avere spazio sufficiente all'aperto, cosa che in molte città ormai è un lusso.

Vi lascio alla lettura delle notizie che hanno tenuto banco oggi in Svizzera.

Sede centrale del Comitato Internazionale Croce Rossa.
La sede centrale in Svizzera del Comitato Internazionale Croce Rossa. © Keystone / Christian Beutler

Quanto si guadagna ai piani alti del Comitato Internazionale Croce Rossa (CICR)? Un’inchiesta giornalistica ha spalancato le porte su uno scandalo dei giorni nostri.

L’ex presidente e l’ex direttore generale hanno guadagnato fino a 437’000 e 330’00 franchi l’anno, per non parlare delle generose buonuscite. È stato Ludovic Rocchi, giornalista investigativo della Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS), ad aprire il vaso di Pandora di quello che a quanto pare era un “segreto di Pulcinella”: tante persone lo sapevano, ma finora nessuna aveva parlato.

La rivelazione, che è stata possibile grazie alle informazioni fornite dal CICR al fisco americano, ha scatenato un notevole dibattito in Svizzera. Molte persone si chiedono se sia etico, che un’organizzazione con la missione del CICR spenda così tanto per gli stipendi di chi lo dirige. Lo Stato peraltro contribuisce al budget dell’organizzazione con 160 milioni di franchi l’anno.

Ha peggiorato la percezione collettiva, il fatto che il CICR stia attraversando una crisi finanziaria senza precedenti, che l’ha portato a decidere di licenziare 1’800 persone (su un totale di 22’700 che impiega). Non è stata particolarmente fortunata la dichiarazione difensiva della responsabile risorse umane del CICR Claire Sperandio, che ha dichiarato alla trasmissione La Matinale RTS: “È un’organizzazione che negli ultimi anni si è molto professionalizzata e che vanta oltre 20’000 collaboratori e collaboratrici, per un budget annuale di due miliardi di franchi. Abbiamo bisogno di dirigenti di alto livello e per farlo dobbiamo essere competitivi e attraenti – il salario gioca un ruolo importante”. Sperandio ha aggiunto che i salari al CICR sarebbero “in media circa il 20% in meno dei grandi attori del settore, in particolare di quelli delle agenzie delle Nazioni Unite”.

Il deputato Nicolas Walder (Verdi) ha ribattuto: “la CRS dovrebbe fare prova di modestia e allinearsi alle organizzazioni non governative, più che alle agenzie dell’ONU. Ne va della credibilità dell’organizzazione, che ha ora più che mai bisogno di sostegno da parte della Svizzera”.

Ritratto del procuratore federale Stefan Blättler.
Il Procuratore federale Stefan Blättler. © Keystone / Alessandro Della Valle

Lotta alle mafie. Il procuratore federale chiede di introdurre modifiche alla legislazione svizzera, per incentivare la collaborazione di persone interne alle organizzazioni criminali.

“Non dovrebbero essere assolte. Ma ricevere pene più leggere”. Stefan Blättler, in un’intervista concessa al gruppo editoriale Tamedia, ha rilanciato il dibattito in Svizzera su come il Paese possa fare fronte alle conseguenze delle mafie transfrontaliere.

Il procuratore federale ha ricordato come molte persone coinvolte negli affari della criminalità organizzata italiana abbiano anche il passaporto svizzero. E ha sottolineato che nonostante “non sia bello pensare a sconti di pena a criminali”, un approccio pragmatico aiuterebbe l’Italia a gestire un problema importante. Non è la prima volta che nella Confederazione viene sollevata la questione di adeguamenti alla legislazione nazionale che possano aiutare a perseguire crimini transfrontalieri di questo tipo.

In concreto, Blättler ha indicato che uno sconto di pena, per esempio cinque anziché 15 anni di carcere, potrebbe rappresentare un incentivo per ottenere la collaborazione di testimoni. Il procuratore si è detto consapevole dei rischi per le procedure che un tale cambiamento potrebbe portare. Ma ha sottolineato: “La Svizzera ha una scelta da compiere. Non fare nulla, oppure decidersi a fare delle concessioni che possano rendere attraente la collaborazione”.

Orologio molto costoso al polso di un uomo.
Un orologio molto costoso. © Keystone / Gaetan Bally

 Il vento di crisi affliggerebbe anche le persone super ricche. Un’analisi di una delle maggiori banche private svizzere chiama in causa l’aumento del costo dei beni di lusso.

Notoriamente terra amata dai Paperon de’ Paperoni di tutto il pianeta, anche la Confederazione sarebbe toccata dal rincaro su prodotti e servizi di alta gamma. Lo sostiene lo studio sulla materia che viene annualmente pubblicato dall’istituto finanziario elvetico Julius Baer.

Nella sua più recente analisi, uscita questa settimana, la banca sottolinea che in particolare l’aumento del costo di beni pregiati come whisky e vino, affitto di automobili di lusso e servizi esclusivi irriterebbe i super ricchi. Recita l’adagio, che una persona che ha molti soldi è in genere attenta a come li spende – mica per niente riesce a mantenere e incrementare il suo patrimonio.

Il rapporto della banca svizzera racconta anche i retroscena globali delle capitali più amate da milionari e miliardari, e come ogni anno offre uno spaccato sulla vita quotidiana, sulle abitudini e sulle preferenze di chi non deve sforzarsi per sbarcare il lunario.

Mano sollevata a votare.
Il voto è un diritto fondamentale in una democrazia. Keystone / Lukas Lehmann

Il voto elettronico piace alla Quinta Svizzera. Le prime analisi delle recenti votazioni dello scorso fine settimana registrano il successo della via telematica alla partecipazione politica. 

Non succedeva dal 2019. Tre cantoni (Basilea Città, San Gallo e Turgovia) hanno partecipato ad un test dell’utilizzo del voto elettronico per chi. fra le persone aventi diritto. risieda all’estero. Lo strumento era stato sospeso a causa di preoccupazioni per la sicurezza.

Sono state 3’616 le persone che l’hanno ora utilizzato e i dati mostrano che si è trattato di una quantità superiore alla media, rispetto a chi avesse  a disposizione solo il tradizionale mezzo postale. Soddisfazione è stata espressa dalle autorità dei cantoni coinvolti nella sperimentazione, e c’è da scommetterci che l’esperienza porterà nuovi sviluppi in Parlamento, dove negli anni si sono spesso alzate voci critiche, che hanno messo in dubbio l’opportunità di introdurre il voto elettronico su vasta scala. Positive anche le reazioni di svizzeri e svizzere all’estero, che da diversi Paesi del pianeta hanno riferito di aver utilizzato lo strumento senza particolari difficoltà.

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