La televisione svizzera per l’Italia
Le celebri lanterne del carnevale basilese.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

la guerra in Ucraina ha ucciso il Covid-19. Così almeno sembra leggendo i giornali. La pandemia infatti è quasi completamente scomparsa dai media elvetici sommersi per contro dalle inquietanti notizie che arrivano dal fronte orientale. Sarebbe bello se la guerra avesse davvero ucciso il virus. Purtroppo il virus è sempre presente, mentre la guerra in Ucraina uccide le persone.

Tornando sul fronte della pandemia, l’Ufficio federale della sanità pubblica ha informato che nel fine settimana sono state registrate 58'110 nuove infezioni, ovvero 21'373 in più rispetto a una settimana fa. 

Non sono buone notizie. Lo sappiamo. Abbiamo dunque cercato di sollevarvi un po' il morale aprendo con il carnevale di Basilea.

UN gruppo in maschera
© Keystone / Georgios Kefalas

Alle 4 di questa mattina ha preso il via il carnevale di Basilea con il tradizionale “Morgestraich”.

È uno dei tanti segnali che ci fanno tornare alla normalità dopo due anni di restrizioni personali, cancellazione di eventi e manifestazioni e confinamenti dovuti alla pandemia. Questa mattina alle 4 sono finalmente iniziati i festeggiamenti per “i tre giorni più belli dell’anno”, dopo la cancellazione delle ultime due edizioni a causa della pandemia.

Come ampiamente previsto, sebbene fosse l’alba e la temperatura fosse sotto gli zero gradi, decine di migliaia di persone hanno assistito all’inizio di carnevale più importante in Svizzera. Alle 4 – come vuole la tradizione – tutte le luci della città si sono spente, lasciando spazio a lanterne, pifferi e tamburi.

Dobbiamo però aggiungere che il coronavirus ci ha messo anche quest’anno lo zampino. Infatti, gli organizzatori hanno deciso di rinunciare ai grandi cortei pomeridiani del lunedì e del mercoledì. “Dobbiamo restare prudenti negli spazi interni“, aveva chiarito il presidente del governo di Basilea Città Beat Jans qualche settimana fa, autorizzando la manifestazione.

Alain Berset mentre cammina solo non lontano da Palazzo Federale a BErna.
© Keystone / Anthony Anex

Ecco la strategia della Confederazione per i prossimi 12 mesi in materia di prevenzione e lotta al Covid-19.

Come abbiamo scritto nel saluto introduttivo, la pandemia è scivolata in secondo piano dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino. Ma dietro le quinte si continua a lavorare. Così oggi il consigliere federale Alain Berset, responsabile della sanità, ha discusso con i responsabili cantonali sulla strategia da adottare fino alla primavera 2023.

Per il pieno ritorno alla normalità si deve attendere il primo aprile 2022 quando verrà abrogata l’Ordinanza sui provvedimenti per combattere l’epidemia di COVID-19 nella situazione particolare che sancisce la fine dello “stato d’emergenza”. Ma non sarà un provvedimento legislativo a far scomparire così da un giorno all’altro il virus.

Di fatto, durante la fase di transizione, che durerà fino alla primavera del 2023, Confederazione e Cantoni dovranno innalzare il livello di vigilanza e prepararsi a diversi possibili scenari per essere in grado di reagire rapidamente. Ma terminata la situazione particolare, la responsabilità di adottare provvedimenti per proteggere la salute pubblica sarà di nuovo in primo luogo dei Cantoni.

BLocher con colbacco
Keystone / Walter Bieri

Partecipando alle sanzioni economiche, la Svizzera ha messo in pericolo la propria neutralità. Così L’ex consigliere federale Christoph Blocher.

La Svizzera, ricorda Blocher, è un Paese neutrale e come tale deve comportarsi. Schierarsi a favore dell’Ucraina mette in pericolo la neutralità elvetica: partecipando alle sanzioni economiche contro la Russia, la Confederazione non ha fatto altro che compromettere la sua neutralità.

In un’intervista concessa alla Neue Zürcher Zeitung, Blocher ricorda come in caso di conflitto armato la politica della Svizzera è di congelare il commercio esistente. Non deve andare oltre il flusso normale, per non favorire nessuna delle parti belligeranti. Partecipando alle sanzioni economiche contro la Russia, secondo Blocher, la Confederazione è attualmente in guerra.

Più il mondo va male, più la neutralità è importante, segnala Blocher. Quale Paese neutrale, la Svizzera avrebbe potuto dare un contributo particolare, ma si è lasciata sfuggire questa opportunità: “Questa volta è stato deciso di partecipare alla guerra“. Possiamo solo sperare che non provochi troppi danni, ha concluso Blocher.

Putin a Ginevra nel giugno 2021.
Keystone / Denis Balibouse

L’amante di Vladimir Putin, Alona Kabaeva, e i figli nati dalla loro relazione si nasconderebbero in Svizzera.

Iniziamo scrivendo che si tratta di una notizia non confermata e che tutti i condizionali sono d’obbligo. Fatta la doverosa premessa, la notizia arriva dal sito “pagesix.com”, la pagina di gossip del “New York Post”, che svela alcuni particolari interessanti. Notizia fatta poi rimbalzare in Svizzera dal quotidiano zurighese Blick.

Secondo il media statunitense, l’amante di Vladimir Putin, l’ex olimpionica di ginnastica ritmica, la 38enne russa Alina Kabaeva, si starebbe nascondendo attualmente in Svizzera con i suoi quattro figli piccoli, pargoli che avrebbe avuto con il leader russo, ma che i due non hanno mai confermato ufficialmente.

Secondo una gola profonda, che si è confidata con pagesix.com, Alina Kabaeva avrebbe due ragazzi e due gemelle con Putin. Queste ultime sarebbero nate in Ticino nel febbraio 2015. Non solo. I presunti figli di Putin avrebbero tutti il passaporto elvetico. Ma qui, come si dice, la notizia va presa con le pinze.


In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR