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Notte tropicale in Svizzera

A Vevey nel Canton Vaud il termometro non è mai sceso sotto i 23,2 gradi. Keystone / Cyril Zingaro

Anche in Svizzera si vivono sempre più spesso delle notti tropicali. In diverse località svizzere la scorsa è stata una di queste notti. Le temperature più calde sono state registrate in quel di Vevey, nel Canton Vaud, dove il termometro non è mai sceso sotto i 23,2 gradi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 luglio 2023 - 08:39
tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS

Lo indica in una nota odierna il servizio MeteoNews, secondo cui anche in Ticino la colonnina di mercurio è rimasta a livelli elevati: 22,7 gradi a Lugano e 22,3 a Locarno-Monti. Temperature sopra i 20 gradi pure in svariati luoghi della Svizzera tedesca, fra cui il capoluogo grigionese Coira (20,6).

Ricordiamo che per notte tropicale si intende una notte durante la quale la temperatura non scende mai al di sotto dei 20 gradi. Durante queste notti il caldo può essere molto intenso e può essere percepito un forte disagio fisico, sia da parte degli esseri umani sia da parte degli animali.

+ La Svizzera tra notti tropicali e future siccità.

Stando a MeteoNews, oggi si andrà ancora ben oltre i 30 gradi in quasi tutto il Paese. Nella valle del Rodano, in Vallese, si potrebbero toccare addirittura i 37 gradi. In serata e nella notte sono poi attesi forti temporali che dovrebbero portare un po' di sollievo.

Caldo non dà tregua all'Europa

Prosegue l'ondata di calore in tutta Europa. A parte un breve intermezzo temporalesco in arrivo sulle Alpi, il caldo non darà tregua. Già in queste ore a Lione, in Francia, la colonnina di mercurio ha raggiunto i 38 gradi centigradi. Anche in Germania si sono toccati picchi di 38 gradi. E il caldo non risparmia neppure la Polonia, dove si sono superati i 30 gradi.

Il caldo anomalo fa soffrire non solo gli uomini, ma anche gli animali. Le api selvatiche, ad esempio, si svegliano troppo presto dal letargo: per ogni grado in più, il loro risveglio si anticipa di circa una settimana.

Questo pone in serio pericolo la sincronizzazione con la fioritura delle piante: questo significa meno cibo da consumare per loro e meno energia per impollinare le colture. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista "Ecology and Evolution" e guidato dall'Università di Reading (Gran Bretagna), che ha esaminato 88 specie diverse nell'arco di quarant'anni.


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