No a un piano di sostegno di cinque miliardi per l’Ucraina
Il Consiglio nazionale ha respinto giovedì una mozione che chiedeva di stanziare cinque miliardi di franchi in favore dell'Ucraina.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Il Governo svizzero “ha già messo in atto tre programmi di sostegno per la popolazione ucraina, senza contare l’accoglienza delle persone rifugiate; poiché la guerra è tuttora in corso, non possiamo ancora dire quali saranno i bisogni per la ricostruzione”, ha dichiarato il ministro degli affari esteri Ignazio Cassis.
La maggioranza della Camera bassa ha seguito le argomentazioni del consigliere federale, respingendo per 105 voti a 85 la mozioneCollegamento esterno presentata dalla Commissione della politica estera, che chiedeva di varare un piano di sostegno per un importo di almeno cinque miliardi di franchi, ripartiti sui prossimi cinque-dieci anni.
L’opposizione è venuta dalla destra, secondo cui è ancora prematuro stabilire l’entità del sostegno. L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) si è anche detta preoccupata per la provenienza dei fondi e per le eventuali ripercussioni su altri settori, ad esempio per il sostegno all’agricoltura.
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In aula, i sostenitori degli aiuti hanno giustificato la mozione col desiderio di garantire all’Ucraina un ampio sostegno per finanziare in particolare gli aiuti umanitari, la protezione della popolazione civile, lo sminamento, la promozione della pace nonché il consolidamento delle infrastrutture civili.
I fautori di questo impegno finanziario hanno inoltre fatto notare che, anche tenendo conto dell’ultimo pacchetto di aiuti del Consiglio federale, la Svizzera ha stanziato per l’Ucraina meno risorse rispetto ad altri Paesi che si trovano in situazioni analoghe. La Norvegia, ad esempio, ha promesso un pacchetto di aiuti pari a circa 7,5 miliardi di euro per i prossimi cinque anni. Incrementare gli aiuti all’Ucraina è dunque fondamentale soprattutto alla luce della crisi umanitaria sempre più insostenibile ed è anche nell’interesse delle relazioni internazionali della Svizzera.
Malgrado il Governo non abbia sostenuto la mozione, Ignazio Cassis ha ricordato che la Confederazione non intende comunque rimanere inattiva. Il Consiglio federale ha incaricato un gruppo di lavoro interdipartimentale di definire l’organizzazione istituzionale necessaria ad accompagnare il processo di ricostruzione a lungo termine.
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