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Negozi, no a orari prolungati

Per il Consiglio degli Stati, non serve armonizzarli a livello nazionale: il problema ticinese degli acquisti all'estero può essere risolto "in casa"

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 settembre 2015 minuti

Il Consiglio degli Stati ha bocciato di misura giovedì, 19 voti a 18, una mozione del ticinese Filippo Lombardi per armonizzare a livello nazionale gli orari d'apertura dei negozi.

L'idea era di varare una nuova Legge federale che prevedesse l'apertura, in tutta la Svizzera, dalle 6 alle 20 tra lunedì e venerdì e dalle 6 alle 18 il sabato.

I "senatori" hanno però deciso di non entrare in materia: per la maggioranza di essi non è necessario esportare il problema ticinese degli acquisti all'estero anche agli altri cantoni. Le leggi federali, è stato inoltre detto, consentono al Ticino di modificare da solo gli orari, adeguandoli a quelli italiani.

Lombardi si è detto deluso dal voto, ma è convinto che la sua proposta passerà l'esame del Consiglio nazionale. In tal caso, il testo tornerà agli Stati.

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