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Morte di Navalny, piovono le accuse

Manifestanti inscenano una manifestazione di fronte all'ambasciata russa a Londra
Manifestazioni sono state organizzate in tutto il mondo. KEYSTONE/Copyright 2024 The Associated Press. All rights reserved

Poche ore dopo l'annuncio del decesso di Alexei Navalny in prigione a causa di "un coagulo di sangue", secondo quanto scrive Russia Today, da tutto il mondo sono arrivate dure reazioni.

Secondo il resto del mondo, quella di Navalny in una prigione russa non è stata una morte accidentale e le reazioni giunte nelle ultime ore chiedono che venga fatta chiarezza sull’accaduto. La Confederazione, che si dice in attesa di un’inchiesta che faccia luce sulle cause del decesso del leader dell’opposizione in Russia, si è detta avvilita. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha scritto su X (ex Twiter) “La Svizzera è sconvolta dal decesso di Alexei Navalny, un difensore esemplare della democrazia e dei diritti fondamentali. (…) Le nostre condoglianze vanno alla sua famiglia”.

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In seguito alla diffusione della notizia, circa 300 persone si sono radunate a Zurigo per manifestare con manifesti riportanti scritte come “Mai arrendersi” e “Putin ha ucciso Navalny”. L’associazione Russia del Futuro-Svizzera ha indetto “manifestazioni urgenti” anche a Ginevra e Zurigo con breve preavviso. “I prossimi giorni, settimane e mesi saranno intensi per l’opposizione, la popolazione civile e la Russia”, ha scritto l’associazione in un comunicato. Navalny non è semplicemente morto, ma è stato ucciso da Putin e dal suo Stato.

Altre manifestazioni sono state organizzate anche a Berlino, Londra, Buoneos Aires, Cisinau, Istanbul, Sofia, San Pietroburgo, Barcellona. Altre città seguiranno sicuramente nelle prossime ore. La Procura di Mosca, secondo quanto riferisce l’agenzia Tass, ha dal canto suo messo in guardia dal partecipare a una manifestazione in memoria di Navalny nel centro della capitale.

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Sgomento in tutto il mondo

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato dal canto suo di essere “profondamente turbata e rattristata dalla notizia della morte di Alexei Navalny. Putin non teme altro che il dissenso del suo stesso popolo. Un triste promemoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime. Uniamoci nella nostra lotta per salvaguardare la libertà e la sicurezza di coloro che osano opporsi all’autocrazia”.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si è anche lui espresso con un post su X: “Alexei Navalny ha combattuto per i valori della libertà e della democrazia. Per i suoi ideali, ha fatto l’estremo sacrificio. L’UE ritiene il regime russo l’unico responsabile di questa tragica morte. Porgo le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia. E a coloro che lottano per la democrazia in tutto il mondo nelle condizioni più buie. I combattenti muoiono. Ma la lotta per la libertà non finisce mai”.

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Dal canto suo il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha detto, parlando ai giornalisti a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in Germania: “Oggi il mio messaggio è che dobbiamo stabilire tutti i fatti e la Russia deve rispondere a tutte le domande sulle cause di questo decesso”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in conferenza stampa a Berlino ha affermato: “Navalny è stato ucciso come altre migliaia di persone che sono state portate alla morte a causa di questa singola persona”, riferendosi a Putin. Putin che dovrà “rendere conto dei suoi crimini”.

Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che si trova a Berlino proprio con il capo di Stato ucraino, ha reagito alla notizia con sgomento: dopo aver descritto l’oppositore come un uomo molto coraggioso, ha dichiarato che ora “probabilmente ha pagato questo coraggio con la sua vita” ed è un “terribile” segno su cosa sia la Russia, che “da tempo non è una democrazia”, ma un “regime”.

Tramite X si è espresso anche il premier britannico Rishi Sunak. Ha definito il decesso di Navalny una “tragedia enorme” per il popolo russo. “Questa è una notizia terribile. Essendo il più strenuo sostenitore della democrazia russa, Alexei Navalny ha dimostrato un coraggio incredibile per tutta la sua vita”.

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La moglie di Navalny, Julija Borisovna Navalnaya, che si trova a Monaco per la Conferenza della sicurezza, si è interrogata sulla veridicità della notizia. “Non so se dovremmo credere a questa terribile notizia che riceviamo solo da media ufficiali”, espressione di “Putin e del suo Governo” che “mentono costantemente”. Se però si rivelasse essere vero, “vorrei che Putin e tutto il suo staff, tutti coloro che lo circondano, il suo Governo, i suoi amici, sappiano che saranno puniti per quello che hanno fatto al nostro Paese, alla mia famiglia e a mio marito”.

Indignazione anche in seno alle Nazioni Unite: in una dichiarazione resa nota a Ginevra, la portavoce dell’ONU ha chiesto un’indagine “credibile” sulle cause della morte. “Se qualcuno muore sotto la custodia dello Stato, si presuppone che lo Stato sia responsabile, una responsabilità che può essere confutata solo attraverso un’indagine imparziale, approfondita e trasparente condotta da un organismo indipendente”, ha detto.

Oltreoceano, secondo quanto riportato dai media canadesi, il premier Justin Trudeau non ha misurato le parole, definendo Vladimir Putin un “mostro”. Per la vicepresidente statunitense Kamala Harris, quanto accaduto “è un altro segno della brutalità di Putin. Qualsiasi cosa dirà Mosca, la Russia è responsabile della sua morte”. Parere condiviso anche da Joe Biden, che ha detto di non essere sorpreso, ma “allo stesso tempo sono sconvolto. Non sappiamo esattamente cosa è successo ma non c’è dubbio che è una conseguenza di qualcosa che hanno fatto Putin e i suoi scagnozzi”.

La replica del Cremlino

Mosca dal canto suo respinge tutte le accuse. La portavoce del Ministero degli esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha scritto sul servizio di messaggistica Telegram: “La reazione immediata dei leader della NATO alla morte di Navalny, sotto forma di accuse dirette contro la Russia”, mostra la natura di questi Paesi. “Non esiste ancora un esame forense, ma le conclusioni dell’Occidente sono già pronte”.

Anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dai media russi, giudica “assolutamente inaccettabili” le accuse occidentali: “Non ci sono dichiarazioni dei medici, nessuna informazione dagli esperti forensi, nessuna informazione definitiva dal Servizio penitenziario federale, nessuna informazione sulla causa della morte, e abbiamo queste affermazioni, assolutamente scandalose”, ha detto.

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